Che differenza c'è tra l'essere fragile e l'essere sensibile? Perché nel corso del tempo si sono confuse le due parole per portarle ad un sommario significato negativo? In realtà, entrambi i termini, oltre che ad avere significati diversi, hanno lati positivi e negativi. Partiamo da quella che è componente di ogni essere umano: LA FRAGILITÀ.
Nonostante si cerchi di nasconderla in tutti i modi, è parte integrante del nostro essere, ed è uno dei lati che ci rende più umani. È quella che ci ricorda che non siamo invincibili e che non possiamo fare tutto per conto nostro perché abbiamo bisogno dell'aiuto altrui. È quella anche che pone le nostre reazioni come un'incognita a seconda delle circostanze. Non è quindi una caratteristica che possiedono solo alcuni soggetti che normalmente vengono identificati come deboli.
Quelli in realtà sono solo sensibili. Ecco l'altro termine da prendere in analisi: SENSIBILITÀ. Questa, a differenza della precedente è una caratteristica che hanno in pochi. E non si può acquisire con il tempo, ma con l'esperienza la si può affinare. La sensibilità è quel fattore che rende meno aspre le nostre, talvolta, tristi realtà. La sensibilità si racchiude nelle piccole cose, un gesto, una parola, uno sguardo. Chi è sensibile potrebbe sembrare debole agli occhi della superficiale ordinarietà. Ma in realtà la sensibilità è una caratteristica indispensabile per fronteggiare le problematiche quotidiane.
Allora, perché nel XXI secolo, questa dote viene resa superflua? Perché la mancanza di sensibilità, ovvero ricchezza d'animo composta di solidi valori e principi, comporta la disgiunzione tra anima e corpo e porta l'essere umano ad atteggiarsi come una macchina. Ora riporto alcuni esempi per capire meglio. Nella nostra società sono privilegiate doti come l'intelligenza pratica, spesso separata da una globale valutazione dei problemi. Oppure la determinazione senza scrupoli, sicurezza di sé e disinvoltura che portano all'esibizionismo. Tutte caratteristiche vuote perché prive di valore o di principio.
E questo è il risultato dell'attuale società, che attraverso l'eliminazione della propria sensibilità si è resa maggiormente fragile ed esposta. Fragilità e sensibilità hanno anche dei lati negativi come il non saper gestire situazioni ordinarie, oppure l'eccessiva sensibilità che evidenzia gli ostacoli, ma per poter affrontare qualsiasi genere di circostanza è necessaria una combinazione tra intelletto, sensibilità e buonsenso.
Nonostante si cerchi di nasconderla in tutti i modi, è parte integrante del nostro essere, ed è uno dei lati che ci rende più umani. È quella che ci ricorda che non siamo invincibili e che non possiamo fare tutto per conto nostro perché abbiamo bisogno dell'aiuto altrui. È quella anche che pone le nostre reazioni come un'incognita a seconda delle circostanze. Non è quindi una caratteristica che possiedono solo alcuni soggetti che normalmente vengono identificati come deboli.
Quelli in realtà sono solo sensibili. Ecco l'altro termine da prendere in analisi: SENSIBILITÀ. Questa, a differenza della precedente è una caratteristica che hanno in pochi. E non si può acquisire con il tempo, ma con l'esperienza la si può affinare. La sensibilità è quel fattore che rende meno aspre le nostre, talvolta, tristi realtà. La sensibilità si racchiude nelle piccole cose, un gesto, una parola, uno sguardo. Chi è sensibile potrebbe sembrare debole agli occhi della superficiale ordinarietà. Ma in realtà la sensibilità è una caratteristica indispensabile per fronteggiare le problematiche quotidiane.
Allora, perché nel XXI secolo, questa dote viene resa superflua? Perché la mancanza di sensibilità, ovvero ricchezza d'animo composta di solidi valori e principi, comporta la disgiunzione tra anima e corpo e porta l'essere umano ad atteggiarsi come una macchina. Ora riporto alcuni esempi per capire meglio. Nella nostra società sono privilegiate doti come l'intelligenza pratica, spesso separata da una globale valutazione dei problemi. Oppure la determinazione senza scrupoli, sicurezza di sé e disinvoltura che portano all'esibizionismo. Tutte caratteristiche vuote perché prive di valore o di principio.
E questo è il risultato dell'attuale società, che attraverso l'eliminazione della propria sensibilità si è resa maggiormente fragile ed esposta. Fragilità e sensibilità hanno anche dei lati negativi come il non saper gestire situazioni ordinarie, oppure l'eccessiva sensibilità che evidenzia gli ostacoli, ma per poter affrontare qualsiasi genere di circostanza è necessaria una combinazione tra intelletto, sensibilità e buonsenso.