Vivere al fianco di chi nella vita ha perso il senso di responsabilità personale ci invita a un percorso che ci intriga e ci sfida. Immaginate di parlare con qualcuno sommerso da abitudini distruttive — droga, alcol, fumo — o vite vissute senza guardare l'orologio, in una negazione quasi totale della realtà che sembra impenetrabile.
Ci sono sempre gli amici di buon senso, quelli che dispensano consigli preziosi, ma spesso non basta. Dicono che chi è maggiorenne "può morire come vuole" — ma è davvero così? Non proprio. Ci sono i medici e i professionisti che, nel loro tentativo di contribuire, a volte suonano lapidari con i loro avvertimenti: "Se continua così, succederà questo o quello." Ma perché spesso questi messaggi sembrano non arrivare o risultano troppo deboli?
A volte è l'amica del cuore, quella che ha fatto una dieta e che, con il suo esempio, risveglia in te la voglia di un cambiamento serio. Altre volte, è la polizia che ti costringe a confrontarti con la realtà, o quell'amico che ti viene a prendere alle tre di notte perché sei rimasto senza benzina, ricordandoti quanto possa essere stupido non prestare attenzione ai dettagli.
E poi ci sono i professionisti che, pur ricordando gli scenari peggiori, dovrebbero riuscire a risvegliare con ironia e consapevolezza quelle scintille di motivazione che ancora resistono nel loro paziente. Per le persone di buona volontà e responsabilità, è fondamentale saper notare e cucire quei dettagli che risvegliano il senso di intraprendere azioni sane: "Se non fai la dieta, se non smetti di fumare, se non smetti di buttare via la notte.. ."
Cosa dovrebbero fare, allora, il professionista, il genitore responsabile, l'amico leale? Mostrare non solo la minaccia o la paura o il declino verso la morte, ma il processo. "Se noti questo (se ti accorgi che facendo le scale sei affannato, se il tuo stomaco soffre, se la tua ansia cresce...) sono segnali che la persona può riconoscere e che possono risvegliare e forse riconnetterla alle sue parti più sane. "
Feedback e Campanelli d'Allarme
È quindi cruciale offrire feedback costruttivi piuttosto che giudizi sommari e colpevolizzanti. Per esempio:
Questi feedback mirati non indicano solo problemi specifici ma invitano a una riflessione personale, spingendo la persona a connettersi con quella parte di sé che desidera il cambiamento.
Riconoscere i segnali, anche i più piccoli, è il primo passo per risvegliare quel "zombi/io" interiore e iniziare un percorso di consapevolezza e salute. E voi, avete già iniziato a notare questi segnali nella vostra vita o in quella di chi vi sta vicino?
Ci sono sempre gli amici di buon senso, quelli che dispensano consigli preziosi, ma spesso non basta. Dicono che chi è maggiorenne "può morire come vuole" — ma è davvero così? Non proprio. Ci sono i medici e i professionisti che, nel loro tentativo di contribuire, a volte suonano lapidari con i loro avvertimenti: "Se continua così, succederà questo o quello." Ma perché spesso questi messaggi sembrano non arrivare o risultano troppo deboli?
A volte è l'amica del cuore, quella che ha fatto una dieta e che, con il suo esempio, risveglia in te la voglia di un cambiamento serio. Altre volte, è la polizia che ti costringe a confrontarti con la realtà, o quell'amico che ti viene a prendere alle tre di notte perché sei rimasto senza benzina, ricordandoti quanto possa essere stupido non prestare attenzione ai dettagli.
E poi ci sono i professionisti che, pur ricordando gli scenari peggiori, dovrebbero riuscire a risvegliare con ironia e consapevolezza quelle scintille di motivazione che ancora resistono nel loro paziente. Per le persone di buona volontà e responsabilità, è fondamentale saper notare e cucire quei dettagli che risvegliano il senso di intraprendere azioni sane: "Se non fai la dieta, se non smetti di fumare, se non smetti di buttare via la notte.. ."
Cosa dovrebbero fare, allora, il professionista, il genitore responsabile, l'amico leale? Mostrare non solo la minaccia o la paura o il declino verso la morte, ma il processo. "Se noti questo (se ti accorgi che facendo le scale sei affannato, se il tuo stomaco soffre, se la tua ansia cresce...) sono segnali che la persona può riconoscere e che possono risvegliare e forse riconnetterla alle sue parti più sane. "
Feedback e Campanelli d'Allarme
È quindi cruciale offrire feedback costruttivi piuttosto che giudizi sommari e colpevolizzanti. Per esempio:
- Alcol: "Mi chiedo se hai notato quanto sei più irritabile il mattino dopo aver bevuto. Potrebbe essere un campanello d'allarme da non ignorare."
- Fumo: "Hai mai fatto caso a quanto velocemente ti affanni rispetto a qualche tempo fa? Questo è un segnale del tuo corpo che sta chiedendo aiuto."
- Stravizi: "Quando dici che ti senti sempre stanco, potrebbe essere il tuo corpo che cerca di dirti che ha bisogno di riposo e cura, non di altre notti in bianco."
Questi feedback mirati non indicano solo problemi specifici ma invitano a una riflessione personale, spingendo la persona a connettersi con quella parte di sé che desidera il cambiamento.
Riconoscere i segnali, anche i più piccoli, è il primo passo per risvegliare quel "zombi/io" interiore e iniziare un percorso di consapevolezza e salute. E voi, avete già iniziato a notare questi segnali nella vostra vita o in quella di chi vi sta vicino?