Ieri sera, la chiusura del Florence Korea Film Fest si è trasformata in un’esperienza indimenticabile grazie al concerto di Jung Jae-il con l’Orchestra da Camera Fiorentina. Il noto compositore sudcoreano, le cui melodie hanno accompagnato le scene di "Parasite" e "Squid Game", ha saputo trasportarci, con la sua musica, direttamente nelle atmosfere delle sue celebri produzioni.
Già dalla mattina, un turbinio di pensieri mi accompagnava. L’eco del master in mental training, coaching e counseling, da poco concluso, risuonava ancora dentro di me, lasciandomi in bilico tra la nostalgia di un capitolo appena chiuso e la curiosità per ciò che verrà. Quel master di sette mesi, intenso e ricco di coinvolgimenti personali, ha segnato un percorso di crescita e di trasformazione, ponendo le basi per un futuro rinnovato, sia personale che professionale.
La serata al festival ha seguito il filo di queste riflessioni. Partire per un viaggio, incontrare nuove persone, sedersi in teatro – ogni momento sembrava portare in sé un’intera avventura. E poi, l’entrata in una dimensione altra, dove la musica di Jung Jae-il si intrecciava ai colori e ai corpi in movimento, ha creato un’atmosfera quasi magica, un equilibrio volante che ha trovato spazio e risonanza dentro di me.
In quel momento, il festival e il master hanno cominciato a sovrapporsi, divenendo metafora l’uno dell’altro: una celebrazione di sensazioni, di apprendimenti e di applausi, rivivendo così l’esperienza dei mesi passati come uno spettacolo ricco di emozioni e di nuove comprensioni.
Il master è concluso, sì, ma si avverte già l'aria di ciò che sta per cominciare. Un altro viaggio ci attende, un percorso dove alcuni, forse, affronteranno da subito le sfide quotidiane, mentre altri sapranno accogliere con entusiasmo le nuove opportunità, lasciandosi accompagnare dall’esperienza nella continua avventura della vita.
Il festival e il master possono essere finiti, ma il movimento, il fermento interiore, è più vivo che mai. È un invito a vivere ogni giorno con intensità, con la consapevolezza che, in ogni momento, ci sono occasioni per aprire le mani al mondo, per accogliere e per dare, in un ciclo perpetuo di crescita e di scoperta.
Dunque, ecco l'essenza di quanto appreso: la vita, come la musica di Jung Jae-il, è una composizione di infinite variazioni, dove ogni nota, ogni esperienza, contribuisce a creare una sinfonia unica e personale. E in questo viaggio, l'importante è restare aperti, pronti a lasciarsi sorprendere dalle melodie inaspettate che, giorno dopo giorno, si vanno componendo.
Già dalla mattina, un turbinio di pensieri mi accompagnava. L’eco del master in mental training, coaching e counseling, da poco concluso, risuonava ancora dentro di me, lasciandomi in bilico tra la nostalgia di un capitolo appena chiuso e la curiosità per ciò che verrà. Quel master di sette mesi, intenso e ricco di coinvolgimenti personali, ha segnato un percorso di crescita e di trasformazione, ponendo le basi per un futuro rinnovato, sia personale che professionale.
La serata al festival ha seguito il filo di queste riflessioni. Partire per un viaggio, incontrare nuove persone, sedersi in teatro – ogni momento sembrava portare in sé un’intera avventura. E poi, l’entrata in una dimensione altra, dove la musica di Jung Jae-il si intrecciava ai colori e ai corpi in movimento, ha creato un’atmosfera quasi magica, un equilibrio volante che ha trovato spazio e risonanza dentro di me.
In quel momento, il festival e il master hanno cominciato a sovrapporsi, divenendo metafora l’uno dell’altro: una celebrazione di sensazioni, di apprendimenti e di applausi, rivivendo così l’esperienza dei mesi passati come uno spettacolo ricco di emozioni e di nuove comprensioni.
Il master è concluso, sì, ma si avverte già l'aria di ciò che sta per cominciare. Un altro viaggio ci attende, un percorso dove alcuni, forse, affronteranno da subito le sfide quotidiane, mentre altri sapranno accogliere con entusiasmo le nuove opportunità, lasciandosi accompagnare dall’esperienza nella continua avventura della vita.
Il festival e il master possono essere finiti, ma il movimento, il fermento interiore, è più vivo che mai. È un invito a vivere ogni giorno con intensità, con la consapevolezza che, in ogni momento, ci sono occasioni per aprire le mani al mondo, per accogliere e per dare, in un ciclo perpetuo di crescita e di scoperta.
Dunque, ecco l'essenza di quanto appreso: la vita, come la musica di Jung Jae-il, è una composizione di infinite variazioni, dove ogni nota, ogni esperienza, contribuisce a creare una sinfonia unica e personale. E in questo viaggio, l'importante è restare aperti, pronti a lasciarsi sorprendere dalle melodie inaspettate che, giorno dopo giorno, si vanno componendo.