In un’era sempre più dominata dall’intelligenza artificiale (AI), sarà molto comodo farne uso per velocizzare i nostri tempi di lavoro e di apprendimento.
Ricordiamo però che sono sistemi che funzionano grazie al fatto che riescono a processare enormi quantità di dati già esistenti (come fa anche il nostro cervello, d’altronde, ma con la disponibilità di dati acquisiti solo dalla nostra esperienza diretta), secondo algoritmi che creano correlazioni tra gli stessi.
In questo modo sarà rapido elaborare modelli usati sia per fare delle previsioni, sia per trarre conclusioni (verbali e grafiche) ed anche impostare linee guida.
Riusciremo ancora a sbagliare, ed avere il coraggio di sbagliare? Risuonerà ancora il proverbio: “sbagliando si impara?”. O il fallimento rappresenterà sempre di più la vergogna di essere escluso e di non essere all’altezza di un sistema, di non raggiungere un successo in un mondo già “preimpostato”?
L’errore non deve essere percepito come una colpa ma un alleato vincente: è importante riconoscerlo, accettarlo, elaborarlo e sfruttarlo come possibilità di miglioramento e trasformazione in risorsa innovativa e creativa, per noi stessi e la collettività.
Senza cultura dell’errore non ci può essere innovazione!
L’aiuto del professionista coach può essere molto importante sia a livello personale che aziendale, a far accettare, identificare, apprendere dall’errore, e a creare l’”errore produttivo”.
Quindi, osiamo l’errore, troviamo il coraggio di riconoscere un fallimento ed impariamo a celebrare anche gli insuccessi: fallire serve a progredire.
Ricordiamo però che sono sistemi che funzionano grazie al fatto che riescono a processare enormi quantità di dati già esistenti (come fa anche il nostro cervello, d’altronde, ma con la disponibilità di dati acquisiti solo dalla nostra esperienza diretta), secondo algoritmi che creano correlazioni tra gli stessi.
In questo modo sarà rapido elaborare modelli usati sia per fare delle previsioni, sia per trarre conclusioni (verbali e grafiche) ed anche impostare linee guida.
Riusciremo ancora a sbagliare, ed avere il coraggio di sbagliare? Risuonerà ancora il proverbio: “sbagliando si impara?”. O il fallimento rappresenterà sempre di più la vergogna di essere escluso e di non essere all’altezza di un sistema, di non raggiungere un successo in un mondo già “preimpostato”?
L’errore non deve essere percepito come una colpa ma un alleato vincente: è importante riconoscerlo, accettarlo, elaborarlo e sfruttarlo come possibilità di miglioramento e trasformazione in risorsa innovativa e creativa, per noi stessi e la collettività.
Senza cultura dell’errore non ci può essere innovazione!
L’aiuto del professionista coach può essere molto importante sia a livello personale che aziendale, a far accettare, identificare, apprendere dall’errore, e a creare l’”errore produttivo”.
Quindi, osiamo l’errore, troviamo il coraggio di riconoscere un fallimento ed impariamo a celebrare anche gli insuccessi: fallire serve a progredire.