Quando il cielo si oscura e le nuvole pesanti preannunciano un temporale, c'è un momento, sai, in cui ti fermi e pensi: "Cavolo, questa sarà dura". La pioggia non è ancora caduta, ma tu già ti senti zuppo fino alle ossa. È così che funziona, a volte, con i pensieri pesanti: non hanno bisogno di un vero motivo per appesantirti, ti basta sapere che potrebbero arrivare.
Quindi, cosa fai quando ti senti in trappola in questo scenario mentale da film dell'orrore, dove ogni ombra è un mostro? Fermati un attimo. Respira. Non sto scherzando, davvero, fai un bel respiro. Sentilo riempire i polmoni, nota come il petto si alza, come l'aria è fredda sulle narici e più calda quando esce. Hai sentito?
Bene, ora che sei qui, nel momento presente, ricordati una cosa: non tutto quello che pensi è realtà. Sì, lo so, sembra banale, ma ascoltami un secondo. Sai quelle volte in cui sei sicuro che il tuo amico sia arrabbiato solo perché non ti ha risposto subito al messaggio? E poi scopri che semplicemente era la sua giornata storta, niente a che fare con te. Ecco, è quello il punto: non sempre i tuoi pensieri sono il miglior giornalista della tua vita. A volte, sono più per i pettegolezzi.
Quindi, quando ti trovi a immaginare il peggio, chiediti: "C'è una prova concreta di quello che sto pensando? Esiste un'altra spiegazione, magari meno drammatica?" Questo ti aiuterà a spezzare il ciclo di pensieri catastrofici che, diciamocelo, sono più appiccicosi del chewing gum sui jeans.
Ma non finisce qui. C'è anche un lato B da considerare, quello spirituale o, se vuoi, quello più profondo di te. Chiediti: "E se questo momento di m***a fosse esattamente quello di cui ho bisogno per crescere?" Magari è l'universo, o qualunque cosa tu creda gestisca il grande schema delle cose, che ti sta dando un calcio nel sedere perché è ora di muoversi.
E poi c'è il "lasciare". Ah, il lasciare! Non è solo un "arrivederci", è un "sto aprendo spazio per qualcosa di nuovo". Puoi lasciare che le cose ti trasformino, che ti accompagnino o che semplicemente ti lascino il posto per respirare.
Quando sei lì, sotto la pioggia che non smette, sotto i tuoi pensieri che sembrano non darti tregua, prova a dire a te stesso:
"Questo è solo un brutto giorno, non una brutta vita."
"Sono più forte di quanto pensi. Ogni difficoltà è un altro gradino verso la cima della mia montagna personale."
"Ogni tempesta mi insegna a navigare meglio. Sto imparando, sempre."
"Le mie emozioni sono come il tempo: cambiano, passano. Posso osservarle senza essere travolto."
Ricorda, ogni momento di crisi è anche un momento di scelta. La scelta di combattere con i vecchi metodi, o di provare una nuova strada, magari una che non hai ancora immaginato. E chi sa? Forse, proprio come dopo un temporale tutto sembra più fresco e pulito, anche tu potresti scoprire che, superata la tempesta, c'è qualcosa di bello che ti aspetta. Solo che ancora non lo vedi.
Quindi, cosa fai quando ti senti in trappola in questo scenario mentale da film dell'orrore, dove ogni ombra è un mostro? Fermati un attimo. Respira. Non sto scherzando, davvero, fai un bel respiro. Sentilo riempire i polmoni, nota come il petto si alza, come l'aria è fredda sulle narici e più calda quando esce. Hai sentito?
Bene, ora che sei qui, nel momento presente, ricordati una cosa: non tutto quello che pensi è realtà. Sì, lo so, sembra banale, ma ascoltami un secondo. Sai quelle volte in cui sei sicuro che il tuo amico sia arrabbiato solo perché non ti ha risposto subito al messaggio? E poi scopri che semplicemente era la sua giornata storta, niente a che fare con te. Ecco, è quello il punto: non sempre i tuoi pensieri sono il miglior giornalista della tua vita. A volte, sono più per i pettegolezzi.
Quindi, quando ti trovi a immaginare il peggio, chiediti: "C'è una prova concreta di quello che sto pensando? Esiste un'altra spiegazione, magari meno drammatica?" Questo ti aiuterà a spezzare il ciclo di pensieri catastrofici che, diciamocelo, sono più appiccicosi del chewing gum sui jeans.
Ma non finisce qui. C'è anche un lato B da considerare, quello spirituale o, se vuoi, quello più profondo di te. Chiediti: "E se questo momento di m***a fosse esattamente quello di cui ho bisogno per crescere?" Magari è l'universo, o qualunque cosa tu creda gestisca il grande schema delle cose, che ti sta dando un calcio nel sedere perché è ora di muoversi.
E poi c'è il "lasciare". Ah, il lasciare! Non è solo un "arrivederci", è un "sto aprendo spazio per qualcosa di nuovo". Puoi lasciare che le cose ti trasformino, che ti accompagnino o che semplicemente ti lascino il posto per respirare.
Quando sei lì, sotto la pioggia che non smette, sotto i tuoi pensieri che sembrano non darti tregua, prova a dire a te stesso:
"Questo è solo un brutto giorno, non una brutta vita."
"Sono più forte di quanto pensi. Ogni difficoltà è un altro gradino verso la cima della mia montagna personale."
"Ogni tempesta mi insegna a navigare meglio. Sto imparando, sempre."
"Le mie emozioni sono come il tempo: cambiano, passano. Posso osservarle senza essere travolto."
Ricorda, ogni momento di crisi è anche un momento di scelta. La scelta di combattere con i vecchi metodi, o di provare una nuova strada, magari una che non hai ancora immaginato. E chi sa? Forse, proprio come dopo un temporale tutto sembra più fresco e pulito, anche tu potresti scoprire che, superata la tempesta, c'è qualcosa di bello che ti aspetta. Solo che ancora non lo vedi.