Una modalità comunicativa assertiva attiva un cambiamento in noi stessi e nelle nostre relazioni che smussa e modifica gli aspetti passivi o aggressivi del nostro carattere.
Essere assertivi significa esprimere se stessi nel rispetto dell’altro, affermando proprie opinioni e atteggiamenti. La naturale conseguenza di questa modalità comunicativa è di poter giungere anche alla risoluzione di situazioni conflittuali o difficoltose.
Il comunicatore assertivo è in grado di riconoscere e trasmettere emozioni, riconoscere i diritti della persona, sa apprezzare se stesso e sa autorealizzarsi, in pratica possiede una buona autostima basata non solo su convinzioni personali ma su reali competenze.
Ne consegue che comunicazione assertiva e comportamento assertivo sono un connubio che non può essere simulato, pena sfociare in comportamenti poco credibili o manipolatori.
L’aiuto che la comunicazione assertiva fornisce nelle situazioni di potenziale conflitto è basato sul fatto che tale tipo di comunicazione prevede di:
Ma cosa accade quando l’interlocutore che abbiamo di fronte resta fermo e insistente nel suo atteggiamento poco costruttivo?
Quando ci si sente lesi nella nostra dignità, con aggressioni verbali, manipolazioni o insistenze inutili, possiamo attivare delle “protezioni assertive” per disattivare l’aggressività dell’interlocutore:
L’asserzione negativa – Se la critica è motivata, accettiamola e ammettiamo l’errore specificando che non è stato intenzionale e chiediamo come poter rimediare.
L’inchiesta negativa – Se la critica non è costruttiva, chiediamo lumi su ciò che non è andato bene, cosa intende, cosa avrebbe fatto al posto nostro, quali errori ha rilevato, cosa consiglia di fare e così via, se la critica è fondata emergerà la critica costruttiva e si potrà ritornare ad un dialogo disteso.
Il disco rotto – ripetere con calma e continuamente il proprio punto di vista, senza lasciarsi distrarre dalle parole dell’interlocutore e senza modificare la risposta o addire scuse.
L’annebbiamento – Si evita la comunicazione aperta per non dare altri spunti di critica aggressiva rispondendo con: 'forse', 'può essere' ,'può darsi', è possibile,’ lascia perdere’...oppure iniziando a parlare d’altro..
Disarmare l’aggressività – Si mantiene la calma, cercando di sospendere l’argomento di discussione e invitando con modo e cautela l’interlocutore alla calma; potrebbe anche essere utile allontanarsi in modo rispettoso rendendosi disponibili ad una successiva ripresa della discussione.
Ignorare selettivamente – Si risponde solo a ciò che si ritiene critica costruttiva, il resto viene ignorato.
Il ricorso a queste leve protettive va considerato solo dopo il fallimento di un tentativo di confronto chiaro e dopo una attenta valutazione della situazione, soprattutto nei più delicati contesti familiari e di amicizia. L’abuso delle tecniche protettive rende la persona che le mette in atto rigida, poco disponibile e isolata, a volte dispotica anche nei rapporti più stretti. In taluni casi queste tecniche diventano il mezzo preferito di chi non vuole manifestare la propria posizione, esattamente il contrario della comunicazione assertiva! Per cui il ricorso alle tecniche di difesa assertive deve essere orientato al raggiungimento di una interazione rispettosa e ad un accordo finale.
Essere assertivi significa esprimere se stessi nel rispetto dell’altro, affermando proprie opinioni e atteggiamenti. La naturale conseguenza di questa modalità comunicativa è di poter giungere anche alla risoluzione di situazioni conflittuali o difficoltose.
Il comunicatore assertivo è in grado di riconoscere e trasmettere emozioni, riconoscere i diritti della persona, sa apprezzare se stesso e sa autorealizzarsi, in pratica possiede una buona autostima basata non solo su convinzioni personali ma su reali competenze.
Ne consegue che comunicazione assertiva e comportamento assertivo sono un connubio che non può essere simulato, pena sfociare in comportamenti poco credibili o manipolatori.
L’aiuto che la comunicazione assertiva fornisce nelle situazioni di potenziale conflitto è basato sul fatto che tale tipo di comunicazione prevede di:
- descrivere con oggettività ciò che si è osservato
- saper esporre le conseguenze
- Individuare i bisogni
- ricercare un nuovo accordo condiviso.
Ma cosa accade quando l’interlocutore che abbiamo di fronte resta fermo e insistente nel suo atteggiamento poco costruttivo?
Quando ci si sente lesi nella nostra dignità, con aggressioni verbali, manipolazioni o insistenze inutili, possiamo attivare delle “protezioni assertive” per disattivare l’aggressività dell’interlocutore:
L’asserzione negativa – Se la critica è motivata, accettiamola e ammettiamo l’errore specificando che non è stato intenzionale e chiediamo come poter rimediare.
L’inchiesta negativa – Se la critica non è costruttiva, chiediamo lumi su ciò che non è andato bene, cosa intende, cosa avrebbe fatto al posto nostro, quali errori ha rilevato, cosa consiglia di fare e così via, se la critica è fondata emergerà la critica costruttiva e si potrà ritornare ad un dialogo disteso.
Il disco rotto – ripetere con calma e continuamente il proprio punto di vista, senza lasciarsi distrarre dalle parole dell’interlocutore e senza modificare la risposta o addire scuse.
L’annebbiamento – Si evita la comunicazione aperta per non dare altri spunti di critica aggressiva rispondendo con: 'forse', 'può essere' ,'può darsi', è possibile,’ lascia perdere’...oppure iniziando a parlare d’altro..
Disarmare l’aggressività – Si mantiene la calma, cercando di sospendere l’argomento di discussione e invitando con modo e cautela l’interlocutore alla calma; potrebbe anche essere utile allontanarsi in modo rispettoso rendendosi disponibili ad una successiva ripresa della discussione.
Ignorare selettivamente – Si risponde solo a ciò che si ritiene critica costruttiva, il resto viene ignorato.
Il ricorso a queste leve protettive va considerato solo dopo il fallimento di un tentativo di confronto chiaro e dopo una attenta valutazione della situazione, soprattutto nei più delicati contesti familiari e di amicizia. L’abuso delle tecniche protettive rende la persona che le mette in atto rigida, poco disponibile e isolata, a volte dispotica anche nei rapporti più stretti. In taluni casi queste tecniche diventano il mezzo preferito di chi non vuole manifestare la propria posizione, esattamente il contrario della comunicazione assertiva! Per cui il ricorso alle tecniche di difesa assertive deve essere orientato al raggiungimento di una interazione rispettosa e ad un accordo finale.