Mi sono state rivolte un paio di domande nel corso della mia ultima presentazione sull’analisi Emotivo comportamentale, colgo l’occasione di fornire le risposte ai colleghi per scrivere questo post.
Quale differenza tra le emozioni primarie Disgusto e Disprezzo?
Il disgusto riguarda un senso di avversione di natura sensoriale (odori, gusti, vista, tatto) ma anche azioni o idee altrui che offendono la nostra sensibilità, la reazione naturale è quella di allontanare o eliminare la fonte di questa avversione.
Il disgusto è in noi innato e allenato fino da quando nel grembo materno si formano le papille gustative e nel corso della vita sarà poi influenzato da aspetti culturali.
A differenza del disgusto il disprezzo si manifesta solo nell’interazione sociale: si prova verso persone che non sono allineate ai nostri “principi morali e valoriali”.
La funzione del disprezzo “è quella di salvaguardare il proprio ruolo e affermare la propria superiorità morale”. Si manifesta oltre che con espressioni del volto anche con toni sarcastici, di derisione, scherno o insulti.
Perché Paul Ekman inserisce tra le emozioni universali la felicità e non la gioia?
Non dobbiamo mai dimenticare che le emozioni hanno una funzione biologica adattiva e rispondono a situazioni vissute secondo la percezione di ognuno, per esempio ciò che mi disgusta può essere piacevole per altri, una situazione che mi rattrista può essere più che soddisfacente per altri.
Per questo motivo Paul Ekman scelse di definire con Felicità la “Famiglia della felicità” che raccoglie 16 tipologie di felicità secondo le percezioni del vissuto del soggetto:
Fonti:
Il cuore nella mente - Diego Ingrassia
https://www.igmanagement.it/2014/11/18/come-sono-felice-le-16-possibili-tipologie-di-felicita/
Quale differenza tra le emozioni primarie Disgusto e Disprezzo?
Il disgusto riguarda un senso di avversione di natura sensoriale (odori, gusti, vista, tatto) ma anche azioni o idee altrui che offendono la nostra sensibilità, la reazione naturale è quella di allontanare o eliminare la fonte di questa avversione.
Il disgusto è in noi innato e allenato fino da quando nel grembo materno si formano le papille gustative e nel corso della vita sarà poi influenzato da aspetti culturali.
A differenza del disgusto il disprezzo si manifesta solo nell’interazione sociale: si prova verso persone che non sono allineate ai nostri “principi morali e valoriali”.
La funzione del disprezzo “è quella di salvaguardare il proprio ruolo e affermare la propria superiorità morale”. Si manifesta oltre che con espressioni del volto anche con toni sarcastici, di derisione, scherno o insulti.
Perché Paul Ekman inserisce tra le emozioni universali la felicità e non la gioia?
Non dobbiamo mai dimenticare che le emozioni hanno una funzione biologica adattiva e rispondono a situazioni vissute secondo la percezione di ognuno, per esempio ciò che mi disgusta può essere piacevole per altri, una situazione che mi rattrista può essere più che soddisfacente per altri.
Per questo motivo Paul Ekman scelse di definire con Felicità la “Famiglia della felicità” che raccoglie 16 tipologie di felicità secondo le percezioni del vissuto del soggetto:
- Piaceri sensoriali (gusto,olfatto,tatto,vista,udito)
- Eccitazione
- Sollievo
- Interesse
- Meraviglia
- Estasi
- Fierezza (orgoglio di sè, autostima)
- Nanches (orgoglio di genitore)
- Schadenfreude (piacere per la disgrazia altrui)
- Elevazione
- Gratitudine
- Gioia
Fonti:
Il cuore nella mente - Diego Ingrassia
https://www.igmanagement.it/2014/11/18/come-sono-felice-le-16-possibili-tipologie-di-felicita/