L’arte della comunicazione con i malati di Alzheimer
Non basta il rispetto delle regole per tenere viva la competenza a parlare di chi le sta perdendo, a causa di una malattia che provoca la degenerazione progressiva dei centri cerebrali, che la sostengono.
Bisogna creare le giuste condizioni per cui un famigliare possa conversare con noi nel modo migliore per lui possibile. Ci sono persone che lo sanno fare naturalmente, altre che lo devono imparare.
Per chi non ha questo dono ci sono alcune tecniche che lo possono aiutare:
1) accompagnare nei mondi possibili senza giudicare o ingannare;
2) Cercare un punto di incontro felice;
3) Restituire il motivo narrativo;
4) Rispondere facendo eco;
5) Partecipare anche parlando di se;
Ecco a me mancava il punto di incontro felice: guardare al di là delle parole.
Per fare in modo che le persone malate di Alzheimer possono essere felici dobbiamo contribuire a tenere viva la loro competenza emotiva la capacità di esprimere emozioni anche sgradevoli. Dobbiamo imparare a cogliere le emozioni quando si manifestano cosi come si manifestano e a interrogarci sul loro significato.
Possiamo trovare delle spiegazioni oppure no, ma questo è un nostro limite, non sono i malati che sbagliano a provare le emozioni che provano.
Cosa significa voglio tornare a casa mia quando sei seduta sulla poltrona di casa tua ?
Vuol dire che vorresti essere te stessa, vorresti riconoscerti e ormai non ti riconosci più ?
Vuol dire che vivi nel ricordo della tua famiglia antica in un momento in cui tua mamma fratelli e sorelle giocavano con te?
Ok………… oggi esploriamo, oggi ………………….giochiamo.
Modulo la voce, accompagno le parole con i gesti e tu cominci a raccontare …………… raccontare………. i tuoi occhi guardano ma non vedono le tue parole ormai sono una cantilena. Ma non mi arrendo voglio un punto di incontro felice………………… e allora smetto di giudicarti e ti accompagno nel tuo mondo . Mi diverto anche e tu lo senti . Grazie mamma .
Non basta il rispetto delle regole per tenere viva la competenza a parlare di chi le sta perdendo, a causa di una malattia che provoca la degenerazione progressiva dei centri cerebrali, che la sostengono.
Bisogna creare le giuste condizioni per cui un famigliare possa conversare con noi nel modo migliore per lui possibile. Ci sono persone che lo sanno fare naturalmente, altre che lo devono imparare.
Per chi non ha questo dono ci sono alcune tecniche che lo possono aiutare:
1) accompagnare nei mondi possibili senza giudicare o ingannare;
2) Cercare un punto di incontro felice;
3) Restituire il motivo narrativo;
4) Rispondere facendo eco;
5) Partecipare anche parlando di se;
Ecco a me mancava il punto di incontro felice: guardare al di là delle parole.
Per fare in modo che le persone malate di Alzheimer possono essere felici dobbiamo contribuire a tenere viva la loro competenza emotiva la capacità di esprimere emozioni anche sgradevoli. Dobbiamo imparare a cogliere le emozioni quando si manifestano cosi come si manifestano e a interrogarci sul loro significato.
Possiamo trovare delle spiegazioni oppure no, ma questo è un nostro limite, non sono i malati che sbagliano a provare le emozioni che provano.
Cosa significa voglio tornare a casa mia quando sei seduta sulla poltrona di casa tua ?
Vuol dire che vorresti essere te stessa, vorresti riconoscerti e ormai non ti riconosci più ?
Vuol dire che vivi nel ricordo della tua famiglia antica in un momento in cui tua mamma fratelli e sorelle giocavano con te?
Ok………… oggi esploriamo, oggi ………………….giochiamo.
Modulo la voce, accompagno le parole con i gesti e tu cominci a raccontare …………… raccontare………. i tuoi occhi guardano ma non vedono le tue parole ormai sono una cantilena. Ma non mi arrendo voglio un punto di incontro felice………………… e allora smetto di giudicarti e ti accompagno nel tuo mondo . Mi diverto anche e tu lo senti . Grazie mamma .