Il coach nasce come figura di ‘sergente’ che monitora il lavoro di atleti e squadre e li spinge a dare il massimo, fino a sputare sangue e a raggiungere traguardi impossibili. Il coaching che promuove l’eccellenza dei risultati, pertanto, non va troppo per il sottile e spinge al massimo tutti gli ingranaggi motivazionali per spremere un grande risultato da ogni atleta e da ogni ruolo professionale.
Per lo sportivo, il risultato è vincere e in subordine, perdere bene facendo dei records personali. Per il professionista, il risultato è raggiungere degli obiettivi di valore. Per la persona, il risultato del proprio impegno, è quello di raggiungere uno stile di vita ecologico ed emotivamente soddisfacente.
Adesso esagero.
Un coach, per diventare tale e per essere eccellente, deve anche essere una persona speciale, capace affrontare i suoi demoni e limiti.
In una visione positiva dovrebbe sentirsi parte di un gruppo di formatori di qualità (avere una chiara veste professionale. Se opera in palestra deve essere in tuta e se opera in azienda deve adottare un abito consono); dovrebbe avere conoscenze elaborate e programmi tecnici ben consolidati (scrivere articoli o realizzare un libro); dovrebbe essere riconosciuto dalla comunità sociale e dagli esperti del settore (avere un blog o un sito, scrivere su giornali nazionali); dovrebbe sfidare i propri limiti attraverso una o più discipline sportive (magari facendo una gara di maratona a piedi o in bici, un salto jumpy jumping, una esperienza nuova e sfidante); dovrebbe, infine, fare esperienze di sopravvivenza per imparare a muoversi in ogni situazione senza perdersi d’animo.
E’ una forma di autostima tradotta in progetti realizzati.
E' chiedere troppo?
Un coach eccellente dovrebbe avere una formazione molto pratica e sfidante: identitaria, valoriale, progettuale, visionaria.
A queste si aggiungono le attività tipiche della comunicazione pragmatica e del colloquio di coaching che sollecitano le qualità, le risorse e le capacità dei propri interlocutori (coachee).
Quando queste capacità e competenze esperienziali diventano operative, ogni ambito professionale ne trae giovamento. L’esempio stesso del coach è una garanzia di raggiungimento del risultato e della ricerca del valore di un’azione o di un progetto.
Qualcuno attraverso questa professione trova denaro, successo o prestigio, qualcun altro cresce attraverso i principi della sopravvivenza, si muove con l’orecchio nella pancia e stana le proprie paure.
Prediligo i secondi, ma comunque sia, è una gran bella sfida per tutti.
Per lo sportivo, il risultato è vincere e in subordine, perdere bene facendo dei records personali. Per il professionista, il risultato è raggiungere degli obiettivi di valore. Per la persona, il risultato del proprio impegno, è quello di raggiungere uno stile di vita ecologico ed emotivamente soddisfacente.
Adesso esagero.
Un coach, per diventare tale e per essere eccellente, deve anche essere una persona speciale, capace affrontare i suoi demoni e limiti.
In una visione positiva dovrebbe sentirsi parte di un gruppo di formatori di qualità (avere una chiara veste professionale. Se opera in palestra deve essere in tuta e se opera in azienda deve adottare un abito consono); dovrebbe avere conoscenze elaborate e programmi tecnici ben consolidati (scrivere articoli o realizzare un libro); dovrebbe essere riconosciuto dalla comunità sociale e dagli esperti del settore (avere un blog o un sito, scrivere su giornali nazionali); dovrebbe sfidare i propri limiti attraverso una o più discipline sportive (magari facendo una gara di maratona a piedi o in bici, un salto jumpy jumping, una esperienza nuova e sfidante); dovrebbe, infine, fare esperienze di sopravvivenza per imparare a muoversi in ogni situazione senza perdersi d’animo.
E’ una forma di autostima tradotta in progetti realizzati.
E' chiedere troppo?
Un coach eccellente dovrebbe avere una formazione molto pratica e sfidante: identitaria, valoriale, progettuale, visionaria.
A queste si aggiungono le attività tipiche della comunicazione pragmatica e del colloquio di coaching che sollecitano le qualità, le risorse e le capacità dei propri interlocutori (coachee).
Quando queste capacità e competenze esperienziali diventano operative, ogni ambito professionale ne trae giovamento. L’esempio stesso del coach è una garanzia di raggiungimento del risultato e della ricerca del valore di un’azione o di un progetto.
Qualcuno attraverso questa professione trova denaro, successo o prestigio, qualcun altro cresce attraverso i principi della sopravvivenza, si muove con l’orecchio nella pancia e stana le proprie paure.
Prediligo i secondi, ma comunque sia, è una gran bella sfida per tutti.