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'Un Coach ... un po Sciamano!' di Roberto Bellantuono

12/5/2017

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Così cresciamo…così sono cresciuto io…
Schemi, dictat, “leggi culturali”, credenze che ti segnano per sempre e che, se non riesci a trasmutarle in nuova linfa, in potenza vitale, non “muori” per poi ri-nascere, segneranno per sempre sia te che le tue generazioni future…

Ebbene si! Ho scritto “muori”…Morire, una parola difficile da pronunciare. Una parola di cui ho avuto paura nella maggior parte della vita, prima di intraprendere la strada del “Guerriero”, attraverso la filosofia dei nativi americani.
La Morte, per l’uomo “sociale”, è comprare il loculo dove si desidera essere sepolti, stipulare la polizza assicurativa che si prenderà cura  della propria famiglia. Nient’altro che questo…perché tanto dopo non c’è più nulla.
Ma se anche dopo non c’è nulla, l’uomo “sociale” durante la vita si considera “Immortale” e può permettersi di concentrarsi sul proprio lavoro, si gode le proprie vittorie come se vivesse in una realtà “IMMUTABILE”, dove gli viene insegnato che, una volta raggiunto l’obiettivo, si resta vincitori per sempre. Nella antica Roma, invece, quando i generali tornavano in patria vittoriosi e si organizzavano parate in loro onore, al loro fianco sui carri c’era sempre uno schiavo che aveva il compito di sussurrare loro che la fama e la gloria sono transitorie.

Il Guerriero, l’uomo “sciamano”, sa che raggiungere un determinato obiettivo significa solo aver acquisito strumenti più efficaci per continuare la battaglia che, di fatto, non finisce mai e, sapendo di essere destinato a morire, ha sempre qualcuno che gli sussurra nell’orecchio che tutto è effimero: la Morte, la consigliera infallibile, l’unica che non racconta bugie.

Il “morire” per il Guerriero significa “lasciar andare”, avere la volontà di unire il corpo e l’anima in una scioglievolezza, arrendevolezza da cui deriva la virtù di accettare il momento PRESENTE! Per volontà non intendo “volere a tutti i costi” un risultato, ma l’atteggiamento di Fede e di determinazione verso un impegno preso coscientemente. Non voglio creare equivoci: qui non parlo di “affidarsi al destino”. Il destino in cuor mio è il “luogo dentro cui si nasconde l’ignoranza (IGNORANZA = mancanza di CONOSCENZA).
​
Come Coach cerco di partire da questo presupposto quando ricevo una “richiesta d’aiuto” perché credo fermamente che per far risaltare la potenzialità innata istintiva di ogni individuo, cercando di ricavarne l’impulso necessario a cambiare veramente e a dirigere la vita verso la direzione desiderata (*), per prima cosa devo essere io operatore, io Coach, a rispettare la vita, a non aver paura di vivere, a non aver paura di lottare e allo stesso tempo di lasciar andare, a non aver paura di morire, a non aver paura d’AMARE!
Grazie alla “via del Guerriero”, questo è possibile…Grazie a ME.
 
Dice il Saggio:
“Figliolo non devi aver paura di morire, perché con la morte entrerai in altre realtà che ti insegneranno ad essere te stesso e a migliorarti. E non devi aver paura di vivere, perché la vita ti insegnerà cos’è l’illusione e te la farà vivere sino alla fine. E non devi aver paura d’amare perché solo amando capirai di essere uomo. E non devi aver paura di combattere perché la lotta ti renderà forte e sicuro in ogni azione. Però ricorda sempre figliolo: non sei nato per vivere solamente sulla terra, ma sei stato creato per l’eternità. Per dimostrarti tutto ciò il Creatore ti ha dotato di poteri straordinari che ti permettono di vivere esperienze irripetibili. Figliolo, “volare con l’anima” è un granello di ciò che ogni uomo ha dentro e che deve portare agli altri. Sappi essere sempre te stesso, sappi amare, lottare, vivere e morire ed otterrai la possibilità di diventare un Saggio”.
(Imparare a volare con l’anima - Carlo Biagi) 
 
(*) Il Dottor Daniele Trevisani, mio mentore, spiega il concetto attraverso il suo libro Personal Energy - Una mappa per potenziare le proprie energie mentali (edito da Franco Angeli/Trend) nel capitolo “Vivere intensamente. Coaching in Profondità”.

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