Stiamo preparandoci alla fase due del post emergenza Coronavirus?
Ogni giorno è il futuro
Chiusi in casa abbiamo rimuginato, letto libri, guardato serie TV, cucinato, parlato e ascoltato molto. Anche noi stessi. Abbiamo fatto pace con la tecnologia, che ci ha tenuti in contatto con il mondo, o ne abbiamo scoperto l’importanza. Ci siamo interrogati sul nostro vivere. Ne abbiamo avuto tutto il tempo.
I giornali e le TV hanno cavalcato le nostre paure e all'inizio siamo stati travolti, siamo andati in difesa, talvolta in delazione, talaltra in ossessione. Ma soprattutto ci siamo resi conto che qualcosa è cambiato, cambierà e ne dovremo accettare le conseguenze.
Numeri, fatti, narrazioni.
E quali sono queste conseguenze? Che la paura, la sopravvivenza, la crescita e la morte non si possono affrontare con un bombardamento di ‘fatti’ scientifici, di numeri e di controllo sulle nostre vite.
Ci stiamo rendendo conto che i fatti di ogni giorno rappresentano una piccola porzione della realtà che viviamo e che il vero motore delle nostre vite sono le storie che produciamo, che elaboriamo e che condividiamo.
Il fatto di affrontare il Coronavirus come il nemico assoluto, aiuta la nostra mente ad identificare un protagonista da distruggere con la chiusura di tutto, ma in un sistema complesso ciò non è possibile.
Infatti, stiamo scoprendo che il vero virus da combattere è la paura e la burocrazia mentale e sociale che la proteggono. Di Coronavirus e di influenze ce ne saranno tante altre e le dovremo integrare in modi ben più intelligenti.
La realtà corre veloce.
Il paradigma che emerge dall'uso delle nuove tecnologie è spietato, ma molto interessante per ciò che stiamo vivendo oggi. Per affrontare questa realtà dobbiamo pensare alle minacce, alle alternative di domani e a trovare sempre nuove soluzioni. Velocemente. E’ un gioco che nella mente di ogni ragazzo moderno è diventata la norma: la vita è come un gioco (serio!) dove non si può stare fermi, si deve reagire prontamente e se si sbaglia ci si corregge.
Cosa accade invece? Che si affronta la realtà con una storia di paura.
Questa realtà va affrontata con intelligenza emotiva e (anche se l'idea è contro intuitiva) con un sistema di attacco pronto a perdere per crescere. Disponibili alla sofferenza, alle decisioni pronte e a raccogliere fiducia nelle idee meno banali.
Penso a chi deve decidere tra una moglie e un amante (la scelta non è tra ‘chi mi fa stare meglio, ma se sono pronto a rinunciare a qualcosa o a qualcuno’). Penso alla scuola (le nuove tendenze dicono che le lezioni in presenza dovranno coinvolgere in modo intelligente, istintivo, emotivo, corporeo e che le lezioni teoriche potranno essere più concentrate e rivedibili quando si vuole, se realizzate attraverso le nuove tecnologie). Penso alla nostre aziende, ai negozi commerciali, ai locali che si trasformeranno in luoghi di creatività e di esperienza, con strutture dinamiche e leggere.
Insomma, una rivoluzione.
Personalmente, ho scoperto vari anni fa, con molte perplessità, le sedute online, lo ‘smart working’ e oggi i corsi online e mi sono reso conto che rappresentano una interessante evoluzione culturale. Rappresentano davvero un miglioramento dell’educazione e della formazione. Non quella razionale del ’faccio il corso perché debbo accumulare un punteggio, ma perché mi piace, perché è necessario, perché la realtà che osservo è in continuo movimento.’
Formazione a colazione per la nostra comunità UP STEP
Abbiamo ancora due settimane all'inizio della fase due. Suggerisco, se ancora non lo abbiamo fatto, di piantare una bandierina al giorno. Finire una tesi, realizzare un progetto, fare colloqui e lezioni online, prendere delle decisioni e tanto altro.
Se lo vogliamo e se lo faremo sarà il nostro investimento per il futuro, per noi e per gli altri. In questo momento, ogni giorno è il futuro!
Ogni giorno è il futuro
Chiusi in casa abbiamo rimuginato, letto libri, guardato serie TV, cucinato, parlato e ascoltato molto. Anche noi stessi. Abbiamo fatto pace con la tecnologia, che ci ha tenuti in contatto con il mondo, o ne abbiamo scoperto l’importanza. Ci siamo interrogati sul nostro vivere. Ne abbiamo avuto tutto il tempo.
I giornali e le TV hanno cavalcato le nostre paure e all'inizio siamo stati travolti, siamo andati in difesa, talvolta in delazione, talaltra in ossessione. Ma soprattutto ci siamo resi conto che qualcosa è cambiato, cambierà e ne dovremo accettare le conseguenze.
Numeri, fatti, narrazioni.
E quali sono queste conseguenze? Che la paura, la sopravvivenza, la crescita e la morte non si possono affrontare con un bombardamento di ‘fatti’ scientifici, di numeri e di controllo sulle nostre vite.
Ci stiamo rendendo conto che i fatti di ogni giorno rappresentano una piccola porzione della realtà che viviamo e che il vero motore delle nostre vite sono le storie che produciamo, che elaboriamo e che condividiamo.
Il fatto di affrontare il Coronavirus come il nemico assoluto, aiuta la nostra mente ad identificare un protagonista da distruggere con la chiusura di tutto, ma in un sistema complesso ciò non è possibile.
Infatti, stiamo scoprendo che il vero virus da combattere è la paura e la burocrazia mentale e sociale che la proteggono. Di Coronavirus e di influenze ce ne saranno tante altre e le dovremo integrare in modi ben più intelligenti.
La realtà corre veloce.
Il paradigma che emerge dall'uso delle nuove tecnologie è spietato, ma molto interessante per ciò che stiamo vivendo oggi. Per affrontare questa realtà dobbiamo pensare alle minacce, alle alternative di domani e a trovare sempre nuove soluzioni. Velocemente. E’ un gioco che nella mente di ogni ragazzo moderno è diventata la norma: la vita è come un gioco (serio!) dove non si può stare fermi, si deve reagire prontamente e se si sbaglia ci si corregge.
Cosa accade invece? Che si affronta la realtà con una storia di paura.
Questa realtà va affrontata con intelligenza emotiva e (anche se l'idea è contro intuitiva) con un sistema di attacco pronto a perdere per crescere. Disponibili alla sofferenza, alle decisioni pronte e a raccogliere fiducia nelle idee meno banali.
Penso a chi deve decidere tra una moglie e un amante (la scelta non è tra ‘chi mi fa stare meglio, ma se sono pronto a rinunciare a qualcosa o a qualcuno’). Penso alla scuola (le nuove tendenze dicono che le lezioni in presenza dovranno coinvolgere in modo intelligente, istintivo, emotivo, corporeo e che le lezioni teoriche potranno essere più concentrate e rivedibili quando si vuole, se realizzate attraverso le nuove tecnologie). Penso alla nostre aziende, ai negozi commerciali, ai locali che si trasformeranno in luoghi di creatività e di esperienza, con strutture dinamiche e leggere.
Insomma, una rivoluzione.
Personalmente, ho scoperto vari anni fa, con molte perplessità, le sedute online, lo ‘smart working’ e oggi i corsi online e mi sono reso conto che rappresentano una interessante evoluzione culturale. Rappresentano davvero un miglioramento dell’educazione e della formazione. Non quella razionale del ’faccio il corso perché debbo accumulare un punteggio, ma perché mi piace, perché è necessario, perché la realtà che osservo è in continuo movimento.’
Formazione a colazione per la nostra comunità UP STEP
Abbiamo ancora due settimane all'inizio della fase due. Suggerisco, se ancora non lo abbiamo fatto, di piantare una bandierina al giorno. Finire una tesi, realizzare un progetto, fare colloqui e lezioni online, prendere delle decisioni e tanto altro.
Se lo vogliamo e se lo faremo sarà il nostro investimento per il futuro, per noi e per gli altri. In questo momento, ogni giorno è il futuro!