E' l'alba, attendo il sorgere del sole davanti alla finestra con la tazza del caffè caldo tra le mani;
dopo aver compiuto il mio rituale del mattino, ed essermi riempita gli occhi di tanta bellezza, scenderò in giardino a distribuire i semi nelle mangiatoie per gli uccellini.
C'è sempre una coppia di tortore in attesa una più intraprendente è già appollaiata sulla mangiatoia, l'altra quella timida, resta nascosta tra le fronde più in alto dell'albero.
Ho sempre paragonato la timida a me, ho provato pena per lei, mangia per ultima quel poco che resta e vola via per nascondersi di nuovo ad ogni piccolo rumore o per l'arrivo di altri commensali.
Questa mattina però l’ho guardata con occhi nuovi, mi ha fatto tenerezza, le ho sorriso, ho sorriso a me.
La timidezza, la fragilità hanno bloccato l'intraprendenza, il coraggio di continuare gli studi, hanno suscitato in me disagio e paura nel confronto con gli altri.
Mi sono chiusa nel “nido di confort” nella prigione “di fili di seta “delle convinzioni errate, della scarsa autostima, dell'ansia, della paura del giudizio, delle guance sempre rosse, delle mani sudate, dell'incapacità di parlare, del cuore del ”colibrì” che batte all'impazzata, fino a togliermi il respiro......ogni qualvolta incontravo un nuovo sguardo.
Mi sono nascosta sempre di più e quei fili di seta sono diventati il mio “bozzolo”.
Questa mattina no, c'è qualcosa di nuovo in me, ho accolto la timidezza e la fragilità, le ho sentite compagne di viaggio, ho compreso che sono state la mia forza,
Gli altri parlano, il timido ascolta, gli altri corrono, il timido osserva.
La capacità di ascolto è preziosa, specie in una società come quella odierna in cui l'apparire è un valore, in cui si è titolati a vivere solo se competitivi, intraprendenti, di successo (soldi, case, auto
ecc.... ) ma con sempre meno tempo per godere di ciò che abbiamo di più importante :-la vita;
e per questo mentre la vita ci scorre accanto senza vederla...perdiamo per strada la nostra disponibilità verso l'altro, siamo meno inclini al rispetto, alla solidarietà all'aiuto.
L'inclinazione all'ascolto rende più semplice la nascita di un rapporto empatico.
La persona timida capisce meglio lo stato d'animo di chi ha di fronte, basta uno sguardo.
La sensibilità e le forti emozioni portano il timido a farsi assorbire dalla natura, si sente acqua, erba, sole e vento, le emozioni acutizzano l'immaginazione e la sensazione che ne deriva è bellissima.
Grazie all'aiuto ricevuto dai miei “maestri” che mi hanno insegnato a vedermi con occhi nuovi e ai miei compagni del Corso STEP , che mi hanno fatto sentire a casa, oggi posso dire con mia grande gioia :- Sono felice di accogliere la mia timidezza e le mie fragilità come un dono.
Sono uscita dal “bozzolo” il bruchino è diventato una farfalla, libera e felice di essere così com'è.
Il mio percorso non è finito, devo ancora imparare a volare e a posarmi sui fiori giusti, devo soprattutto imparare a gestire meglio le mie emozioni, ma il volo è iniziato il resto ...sarà ….
dopo aver compiuto il mio rituale del mattino, ed essermi riempita gli occhi di tanta bellezza, scenderò in giardino a distribuire i semi nelle mangiatoie per gli uccellini.
C'è sempre una coppia di tortore in attesa una più intraprendente è già appollaiata sulla mangiatoia, l'altra quella timida, resta nascosta tra le fronde più in alto dell'albero.
Ho sempre paragonato la timida a me, ho provato pena per lei, mangia per ultima quel poco che resta e vola via per nascondersi di nuovo ad ogni piccolo rumore o per l'arrivo di altri commensali.
Questa mattina però l’ho guardata con occhi nuovi, mi ha fatto tenerezza, le ho sorriso, ho sorriso a me.
La timidezza, la fragilità hanno bloccato l'intraprendenza, il coraggio di continuare gli studi, hanno suscitato in me disagio e paura nel confronto con gli altri.
Mi sono chiusa nel “nido di confort” nella prigione “di fili di seta “delle convinzioni errate, della scarsa autostima, dell'ansia, della paura del giudizio, delle guance sempre rosse, delle mani sudate, dell'incapacità di parlare, del cuore del ”colibrì” che batte all'impazzata, fino a togliermi il respiro......ogni qualvolta incontravo un nuovo sguardo.
Mi sono nascosta sempre di più e quei fili di seta sono diventati il mio “bozzolo”.
Questa mattina no, c'è qualcosa di nuovo in me, ho accolto la timidezza e la fragilità, le ho sentite compagne di viaggio, ho compreso che sono state la mia forza,
Gli altri parlano, il timido ascolta, gli altri corrono, il timido osserva.
La capacità di ascolto è preziosa, specie in una società come quella odierna in cui l'apparire è un valore, in cui si è titolati a vivere solo se competitivi, intraprendenti, di successo (soldi, case, auto
ecc.... ) ma con sempre meno tempo per godere di ciò che abbiamo di più importante :-la vita;
e per questo mentre la vita ci scorre accanto senza vederla...perdiamo per strada la nostra disponibilità verso l'altro, siamo meno inclini al rispetto, alla solidarietà all'aiuto.
L'inclinazione all'ascolto rende più semplice la nascita di un rapporto empatico.
La persona timida capisce meglio lo stato d'animo di chi ha di fronte, basta uno sguardo.
La sensibilità e le forti emozioni portano il timido a farsi assorbire dalla natura, si sente acqua, erba, sole e vento, le emozioni acutizzano l'immaginazione e la sensazione che ne deriva è bellissima.
Grazie all'aiuto ricevuto dai miei “maestri” che mi hanno insegnato a vedermi con occhi nuovi e ai miei compagni del Corso STEP , che mi hanno fatto sentire a casa, oggi posso dire con mia grande gioia :- Sono felice di accogliere la mia timidezza e le mie fragilità come un dono.
Sono uscita dal “bozzolo” il bruchino è diventato una farfalla, libera e felice di essere così com'è.
Il mio percorso non è finito, devo ancora imparare a volare e a posarmi sui fiori giusti, devo soprattutto imparare a gestire meglio le mie emozioni, ma il volo è iniziato il resto ...sarà ….