A volte tutto parte da una canzone…da alcuni passaggi, dal significato che hanno… e ti passano per la mente mille riflessioni dal punto vista sociale, dal punto di vista delle persone, le loro reazioni proprio ai cambiamenti, e anche personale.
The Wind of Change, canzone dell’89 degli Scorpions, ispirata dai cambiamenti politici che si stavano verificando nell'Europa dell'Est, uno dei simboli della riunificazione della Germania. Scritta prima della caduta del Muro di Berlino. E i movimenti politici e sociali odierni non solo dell’Italia, un presidente americano che progetta di costruire un muro lungo il confine con il Messico. C’è un preoccupante richiamo ad elementi storici del passato, un passato che ci eravamo detti non dovesse più tornare a ripetersi. Anche in questo campo c’è un “cambiamento” in atto, un cambiamento che preoccupa. Certo siamo in un’epoca in cui cambiare è necessario, è fisiologico dobbiamo però stare attenti verso cosa sta volgendo se è realmente un cambiamento o piuttosto un ritorno…
Change/Cambiamento, tocca diversi piani appunto e la mente in pochi minuti li tocca tutti quanti.
Schopenhauer disse che “ll cambiamento è l'unica cosa immutabile”. Ci avete mai pensato? Cambiare è l’unica cosa certa che anima la nostra esistenza.
Cresciamo ed il nostro stesso corpo si modifica, viviamo esperienze sempre diverse, incontriamo persone… anche questi incontri ci portano a mutamenti più o meno coscienti o evidenti. Ma occorre sapere bene dove si vuole arrivare qual è la meta.
Jung diceva: “L'incontro di due personalità è come il contatto tra due sostanze chimiche; se c'è una qualche reazione, entrambi ne vengono trasformati.” Modifichiamo il modo di trascorrere le giornate e di vedere le cose, il modo di pensare, ecc. Insomma cambiamo anche senza muoverci e senza volerlo.
Ma cos’è il cambiamento, cosa lo determina? è un crollo dell’equilibrio, delle abitudini, è una rottura con il modo di essere abituale e la costruzione di qualcosa di nuovo. Ogni evento vissuto, sia esso positivo o negativo, ha in sé il potere di determinare un’evoluzione della realtà. Frequentemente attuiamo delle resistenze poiché significa rompere il nostro quieto vivere, abbiamo paura, ci rifiutiamo a volte in maniera più o meno consapevole, al cambiamento poiché esso spesso costa fatica; richiede la messa in campo di molteplici risorse emotive, cognitive e fisiche che non sempre siamo in grado di attivare e quindi ci sentiamo trascinati in balia degli eventi, senza poter far nulla. Cambiare apre a qualcosa di ignoto, chiede di lasciare la nostra zona di comfort di cui conosciamo gli spazi e in cui sappiamo di poter agire attraverso una routine rassicurante, ci fa perdere il controllo e sentire impotenti. Affrontare un cambiamento è come saltare nel vuoto e spesso non si è consapevoli di avere l’attrezzatura per farlo.
Proviamo irrequietezza, fastidio, tristezza, insoddisfazione: tutti stati d’animo negativi che spesso tendiamo a sopprimere, mettendo una corazza che dà la sensazione di avere tutto sotto controllo, anche se ciò non ci permette di evolvere. Restiamo in balia degli eventi: non sappiamo quali strumenti mettere in campo, quale strada percorrere, siamo scarsamente motivati, non abbiamo la forza di reagire magari perché stiamo vivendo un momento difficile, siamo tendenzialmente pessimisti e abbiamo poca fiducia e consapevolezza delle nostre potenzialità. È più facile resistere di fronte alle tante richieste di un cambiamento, attivare schemi noti, stare fermi nella propria impotenza e sopprimere le emozioni scomode e dolorose.
Ma a livello personale, in un certo senso potrebbe essere percepito come un atto di libertà dell’essere umano, un atto responsabile, la capacità di costruire il proprio benessere, a qualsiasi età, anche se sappiamo bene che a volte sono le circostanze stesse, gli avvenimenti forti che ci spingono a cambiare. Quando decidiamo di farlo coscientemente, con spinta motivazionale beh allora si costituisce come un vero atto di libertà verso noi stessi, di responsabilità, e ciò che ne otteniamo ha il sapore di qualcosa di buono, di unico, di nostro.
Passata la fase iniziale, uscendo dalla zona di comfort, lasciando il modo di agire passato e gestendo il disagio provato nella nuova situazione di insicurezza, magari ponendosi obiettivi semplici e raggiungibili per sperimentare nuove modalità di agire, di gestire la quotidianità, di vedere le cose, di essere e relazionarsi, possiamo ricostruire un nuovo equilibrio adatto alle nuove circostanze. Certo cambiare comporta mettersi in gioco, costa fatica, spesso è doloroso e fa paura, come ho già detto, ma permette di scoprire parti di sé prima mai esplorate, di rinnovarsi, di aprirsi a nuove opportunità e accrescere le proprie capacità.
Permette di sentirsi orgogliosi e sicuri di sé stessi, con il petto gonfio di aria nuova, buona, e con la fierezza di un galeone…
“…molla gli ormeggi, esci dal porto sicuro e lascia che il vento gonfi le tue vele. Esplora. Sogna. Scopri.”
(Mark Twain)
The Wind of Change, canzone dell’89 degli Scorpions, ispirata dai cambiamenti politici che si stavano verificando nell'Europa dell'Est, uno dei simboli della riunificazione della Germania. Scritta prima della caduta del Muro di Berlino. E i movimenti politici e sociali odierni non solo dell’Italia, un presidente americano che progetta di costruire un muro lungo il confine con il Messico. C’è un preoccupante richiamo ad elementi storici del passato, un passato che ci eravamo detti non dovesse più tornare a ripetersi. Anche in questo campo c’è un “cambiamento” in atto, un cambiamento che preoccupa. Certo siamo in un’epoca in cui cambiare è necessario, è fisiologico dobbiamo però stare attenti verso cosa sta volgendo se è realmente un cambiamento o piuttosto un ritorno…
Change/Cambiamento, tocca diversi piani appunto e la mente in pochi minuti li tocca tutti quanti.
Schopenhauer disse che “ll cambiamento è l'unica cosa immutabile”. Ci avete mai pensato? Cambiare è l’unica cosa certa che anima la nostra esistenza.
Cresciamo ed il nostro stesso corpo si modifica, viviamo esperienze sempre diverse, incontriamo persone… anche questi incontri ci portano a mutamenti più o meno coscienti o evidenti. Ma occorre sapere bene dove si vuole arrivare qual è la meta.
Jung diceva: “L'incontro di due personalità è come il contatto tra due sostanze chimiche; se c'è una qualche reazione, entrambi ne vengono trasformati.” Modifichiamo il modo di trascorrere le giornate e di vedere le cose, il modo di pensare, ecc. Insomma cambiamo anche senza muoverci e senza volerlo.
Ma cos’è il cambiamento, cosa lo determina? è un crollo dell’equilibrio, delle abitudini, è una rottura con il modo di essere abituale e la costruzione di qualcosa di nuovo. Ogni evento vissuto, sia esso positivo o negativo, ha in sé il potere di determinare un’evoluzione della realtà. Frequentemente attuiamo delle resistenze poiché significa rompere il nostro quieto vivere, abbiamo paura, ci rifiutiamo a volte in maniera più o meno consapevole, al cambiamento poiché esso spesso costa fatica; richiede la messa in campo di molteplici risorse emotive, cognitive e fisiche che non sempre siamo in grado di attivare e quindi ci sentiamo trascinati in balia degli eventi, senza poter far nulla. Cambiare apre a qualcosa di ignoto, chiede di lasciare la nostra zona di comfort di cui conosciamo gli spazi e in cui sappiamo di poter agire attraverso una routine rassicurante, ci fa perdere il controllo e sentire impotenti. Affrontare un cambiamento è come saltare nel vuoto e spesso non si è consapevoli di avere l’attrezzatura per farlo.
Proviamo irrequietezza, fastidio, tristezza, insoddisfazione: tutti stati d’animo negativi che spesso tendiamo a sopprimere, mettendo una corazza che dà la sensazione di avere tutto sotto controllo, anche se ciò non ci permette di evolvere. Restiamo in balia degli eventi: non sappiamo quali strumenti mettere in campo, quale strada percorrere, siamo scarsamente motivati, non abbiamo la forza di reagire magari perché stiamo vivendo un momento difficile, siamo tendenzialmente pessimisti e abbiamo poca fiducia e consapevolezza delle nostre potenzialità. È più facile resistere di fronte alle tante richieste di un cambiamento, attivare schemi noti, stare fermi nella propria impotenza e sopprimere le emozioni scomode e dolorose.
Ma a livello personale, in un certo senso potrebbe essere percepito come un atto di libertà dell’essere umano, un atto responsabile, la capacità di costruire il proprio benessere, a qualsiasi età, anche se sappiamo bene che a volte sono le circostanze stesse, gli avvenimenti forti che ci spingono a cambiare. Quando decidiamo di farlo coscientemente, con spinta motivazionale beh allora si costituisce come un vero atto di libertà verso noi stessi, di responsabilità, e ciò che ne otteniamo ha il sapore di qualcosa di buono, di unico, di nostro.
Passata la fase iniziale, uscendo dalla zona di comfort, lasciando il modo di agire passato e gestendo il disagio provato nella nuova situazione di insicurezza, magari ponendosi obiettivi semplici e raggiungibili per sperimentare nuove modalità di agire, di gestire la quotidianità, di vedere le cose, di essere e relazionarsi, possiamo ricostruire un nuovo equilibrio adatto alle nuove circostanze. Certo cambiare comporta mettersi in gioco, costa fatica, spesso è doloroso e fa paura, come ho già detto, ma permette di scoprire parti di sé prima mai esplorate, di rinnovarsi, di aprirsi a nuove opportunità e accrescere le proprie capacità.
Permette di sentirsi orgogliosi e sicuri di sé stessi, con il petto gonfio di aria nuova, buona, e con la fierezza di un galeone…
“…molla gli ormeggi, esci dal porto sicuro e lascia che il vento gonfi le tue vele. Esplora. Sogna. Scopri.”
(Mark Twain)