Ci si trova a volte immersi in tappe della propria vita che ci cambiano e quando ci si ferma un attimo a pensare a come eri prima ti sembra qualcosa o qualcuno di così lontano. Nessuna nostalgia, nessun rimpianto solo un'altra realtà, una nuova persona con consapevolezze, obiettivi, priorità e stimoli diversi. Diventare mamma per me è così in questo momento. È stata una scelta consapevole e non… al 50%, perché scegliere di diventare genitori è sempre un po’ un salto nel buio. Non sai come sarà, cosa cambierà in te, come reagirai a questa nuova dimensione. I tuoi equilibri vengono stravolti per dare spazio e riorganizzarne di nuovi che non sono solo tuoi. ma non è così immediato e diciamolo… chi è veramente consapevole già da prima, di essere pronto per tutto questo. Nessuno!! E poi arriva il piccolo/a e sei felice o almeno io lo sono, certamente uno dei momenti più intensi e lo dico con una punta di ironia e sorriso. Ma con la creatura, che adori dal momento che la senti e vedi, arrivano: consigli, giudizi, a destra e a manca ('e ma non lo devi tenere sempre attaccato, che furba ha già capito che se piange le dai il latte', 'eh ma devi dargli degli orari', 'eh deve abituarsi ai rumori del giorno per imparare quando è giorno e quando è notte...') Quindi allo stress del parto si aggiungono aspettative, pressioni, timori…con tutto questo turbine di emozioni che ti investono forse si potrebbe anche un po’ capire perché a volte qualcuno non ce la fa. Si esaurisce perché a volte di critiche e correzioni o giudizi sull'operato di una madre ne arrivano fin troppe ma poche mamme ricevono l'aiuto di cui hanno bisogno nel modo giusto. Quindi da mamma, da educatrice immersa in tutte queste riflessioni e nel fare un po’ il punto della situazione di questa esperienza, sono tornata un po’ in dietro... al weekend del master con Giuseppe de Felice in cui ci siamo immersi nel 'COACHING GENITORIALE e quindi in NUOVE PRATICHE EDUCATIVE PER LA CRESCITA PERSONALE E PROFESSIONALE' ci siamo emozionati, abbiamo preso coscienza dei nostri modelli operativi interni da entrambi i punti di vista: è un lavoro introspettivo importante, necessario. È importante lavorare su questi temi per un educatore e per un genitore in generale. La cronaca ci mette davanti a diversi episodi di violenza sui minori, nelle scuole, nei confronti degli anziani, nei confronti delle donne... è necessario riflettere su questo. lavorarci su... diffondere una cultura in cui formarsi è anche lavorare in primis su sé stessi, uscire dagli schemi "abbiamo sempre fatto così" o "Sono fatta così". Frasi che mi spaventano sempre, perché significa che chi le pronuncia ha smesso di investire su se stesso, di migliorarsi; ha smesso di usare la testa, e lavora per automatismi, senza interrogarsi più su ciò che dice o fa. Questo è per me grave soprattutto se lavori in ambito educativo o in relazioni d'aiuto.
Pensando alla mia professione, nello specifico al rischio di 'burnout' che probabilmente sta alla base di comportamenti come quelli che ci presenta la cronaca, che citavo poco fa, e alla proposta di risoluzione del problema con l'installazione delle telecamere... Pensando a questo ho riflettuto, e mentre inizialmente ero d'accordo o comunque pensavo potesse essere una buona risposta, ora pensandoci meglio dico che comunque non previene l'atto di violenza, non lo disinnesca, non aiuta le persone, educatori od operatori socio sanitari a non cadere in queste azioni, ma semplicemente ne da testimonianza. Il bambino o l'anziano lo subisce ugualmente. E in ambito familiare che si fa? mettiamo telecamere anche li? nel 70% dei casi il maltrattamento avviene tra le mura di casa.
Piuttosto penso che si debba investire sulla formazione personale e professionale per genitori, educatori ecc. è inutile che ci riempiamo la testa e la bocca di frasi o concetti montessoriani, di Crepet o Recalcati, non sarà la cameretta o sezione montessoriana che ci renderà genitori ed educatori efficaci, sarà il lavoro costante e continuo di formazione personale, autoconsapevolezza, crescita a renderci tali.
Ho iniziato questo post parlando di me come madre, ma anche educatrice per finire parlando di Formazione perché l'esperienza formativa è quella che fornisce nuovi strumenti alla persona per lavorare su se stessa, con gli altri, nella propria professione. In ambito educativo la formazione al sostegno alla genitorialità o in coaching genitoriale è un investimento necessario per il personale educativo come competenza personale e professionale da rivolgere ai genitori, per non lasciarli soli in quel turbine di emozioni, sconvolgimenti, fatiche e difficoltà che li travolge, ci travolge. Forse così diminuirebbero questi atroci casi di cronaca, dico forse... ma sicuramente sarebbe un lavoro più utile rispetto alla mera istallazione di telecamere che né previene e né impedisce che accadano.
Questo mio post quindi giunto alla fine prende il sapore di un consiglio, un invito ad investire nella formazione come sola vera possibilità di cambiamento e miglioramento, la formazione soprattutto quando è ben strutturata come in questo Master di Montegrotto Terme (PD):
Pensando alla mia professione, nello specifico al rischio di 'burnout' che probabilmente sta alla base di comportamenti come quelli che ci presenta la cronaca, che citavo poco fa, e alla proposta di risoluzione del problema con l'installazione delle telecamere... Pensando a questo ho riflettuto, e mentre inizialmente ero d'accordo o comunque pensavo potesse essere una buona risposta, ora pensandoci meglio dico che comunque non previene l'atto di violenza, non lo disinnesca, non aiuta le persone, educatori od operatori socio sanitari a non cadere in queste azioni, ma semplicemente ne da testimonianza. Il bambino o l'anziano lo subisce ugualmente. E in ambito familiare che si fa? mettiamo telecamere anche li? nel 70% dei casi il maltrattamento avviene tra le mura di casa.
Piuttosto penso che si debba investire sulla formazione personale e professionale per genitori, educatori ecc. è inutile che ci riempiamo la testa e la bocca di frasi o concetti montessoriani, di Crepet o Recalcati, non sarà la cameretta o sezione montessoriana che ci renderà genitori ed educatori efficaci, sarà il lavoro costante e continuo di formazione personale, autoconsapevolezza, crescita a renderci tali.
Ho iniziato questo post parlando di me come madre, ma anche educatrice per finire parlando di Formazione perché l'esperienza formativa è quella che fornisce nuovi strumenti alla persona per lavorare su se stessa, con gli altri, nella propria professione. In ambito educativo la formazione al sostegno alla genitorialità o in coaching genitoriale è un investimento necessario per il personale educativo come competenza personale e professionale da rivolgere ai genitori, per non lasciarli soli in quel turbine di emozioni, sconvolgimenti, fatiche e difficoltà che li travolge, ci travolge. Forse così diminuirebbero questi atroci casi di cronaca, dico forse... ma sicuramente sarebbe un lavoro più utile rispetto alla mera istallazione di telecamere che né previene e né impedisce che accadano.
Questo mio post quindi giunto alla fine prende il sapore di un consiglio, un invito ad investire nella formazione come sola vera possibilità di cambiamento e miglioramento, la formazione soprattutto quando è ben strutturata come in questo Master di Montegrotto Terme (PD):