Leggo di Analisi Transazionale ed emergono ricordi di studi passati di informatica teorica quando si parlava di automi a stati finiti.
“Un diagramma di stati che evolve da uno stato all’altro a seconda del valore della variabile di ingresso” ne vedo la similitudine con la transazione Stimolo-Risposta dell’AT.
E allora la mente corre…
Catalogando stati d’animo e stimoli a cui siamo sollecitati potremmo giungere ad un diagramma di stato umano…No, in realtà noi siamo un sistema complesso non troppo deterministico dove gli stati in cui ci troviamo sono frutto di altri sottoinsiemi di stati legati a diverse situazioni di vita, ed è nostra facoltà reagire anche in modo diverso ad uno stesso stimolo in momenti diversi.
E’ già più difficile riuscire a schematizzare con un diagramma una simile descrizione e ancor più difficile immaginare un’ algoritmo che possa simulare un tale comportamento.
Ma oggi esiste, anzi ne esistono molti, si chiamano Algoritmi di Intelligenza Artificiale. Non sono in grado di stabilire con certezza ciò che faremo ma con l’analisi di dati del comportamento passato possono ipotizzare cosa accadrà o aiutarci/guidarci verso un obiettivo.
Dagli anni 50 ad oggi si sono fatti passi da gigante su questo tema, si è passati dalle prime macchine di Turing alla nascita del PC, ai primi algoritmi in grado di risolvere teoremi matematici più o meno complessi, fino all’idea di riuscire a risolvere problematiche più vicine alla realtà umana ed arrivare con i primi algoritmi ad apprendimento automatico ad un computer che nel ‘96 fu in grado di battere il grande campione di scacchi Kasparov.
Oggi L’IA è già parte della nostra quotidianità (Siri, Google, Chatbot, riconoscimento immagini, prevenzione frodi, suggerimenti d’acquisto…).
Si parla di Metaverso, siamo vicini all’interazione tra vita fisica e virtuale.
Molti libri e film ci propongono una visione apocalittica dell’umanità che soccombe a tutto questo in attesa di un supereroe che la salvi.
Ma chi è questo Super-Eroe? sarà necessario? In realtà sappiamo che il progresso tecnologico aiuta l’uomo in diversi ambiti. Possiamo realmente soccombere ad una macchina? o è il caso di pensare che l’uomo può soccombere solo a stesso?
Da circa 10 anni si susseguono dibattiti etici sul condizionamento che gli algoritmi di IA possono avere su esseri umani, società, ambiente.
Organizzazioni Mondiali (Unesco), Governi, Istituzioni private hanno prodotto diversi documenti con Raccomandazioni, Regolamenti e Linee Guida per la valutazione dei livelli di Rischio dell’uso di un algoritmo di IA piuttosto che un altro. Il tutto è basato su principi etici e valori che preservano la dignità Umana. Ma questo può bastare a tutelare la dignità umana?
E allora si! C’è bisogno di un Supereroe. Perché non dobbiamo rinunciare al progresso tecnologico, dobbiamo amarlo e pretenderlo ma a nulla servirà l’etica dell’IA alla tutela dell’umanità se ogni singolo individuo non sceglie di diventare quel supereroe i cui superpoteri restano “solo” il libero pensiero e la voglia di emozionarsi. 🙂
“Un diagramma di stati che evolve da uno stato all’altro a seconda del valore della variabile di ingresso” ne vedo la similitudine con la transazione Stimolo-Risposta dell’AT.
E allora la mente corre…
Catalogando stati d’animo e stimoli a cui siamo sollecitati potremmo giungere ad un diagramma di stato umano…No, in realtà noi siamo un sistema complesso non troppo deterministico dove gli stati in cui ci troviamo sono frutto di altri sottoinsiemi di stati legati a diverse situazioni di vita, ed è nostra facoltà reagire anche in modo diverso ad uno stesso stimolo in momenti diversi.
E’ già più difficile riuscire a schematizzare con un diagramma una simile descrizione e ancor più difficile immaginare un’ algoritmo che possa simulare un tale comportamento.
Ma oggi esiste, anzi ne esistono molti, si chiamano Algoritmi di Intelligenza Artificiale. Non sono in grado di stabilire con certezza ciò che faremo ma con l’analisi di dati del comportamento passato possono ipotizzare cosa accadrà o aiutarci/guidarci verso un obiettivo.
Dagli anni 50 ad oggi si sono fatti passi da gigante su questo tema, si è passati dalle prime macchine di Turing alla nascita del PC, ai primi algoritmi in grado di risolvere teoremi matematici più o meno complessi, fino all’idea di riuscire a risolvere problematiche più vicine alla realtà umana ed arrivare con i primi algoritmi ad apprendimento automatico ad un computer che nel ‘96 fu in grado di battere il grande campione di scacchi Kasparov.
Oggi L’IA è già parte della nostra quotidianità (Siri, Google, Chatbot, riconoscimento immagini, prevenzione frodi, suggerimenti d’acquisto…).
Si parla di Metaverso, siamo vicini all’interazione tra vita fisica e virtuale.
Molti libri e film ci propongono una visione apocalittica dell’umanità che soccombe a tutto questo in attesa di un supereroe che la salvi.
Ma chi è questo Super-Eroe? sarà necessario? In realtà sappiamo che il progresso tecnologico aiuta l’uomo in diversi ambiti. Possiamo realmente soccombere ad una macchina? o è il caso di pensare che l’uomo può soccombere solo a stesso?
Da circa 10 anni si susseguono dibattiti etici sul condizionamento che gli algoritmi di IA possono avere su esseri umani, società, ambiente.
Organizzazioni Mondiali (Unesco), Governi, Istituzioni private hanno prodotto diversi documenti con Raccomandazioni, Regolamenti e Linee Guida per la valutazione dei livelli di Rischio dell’uso di un algoritmo di IA piuttosto che un altro. Il tutto è basato su principi etici e valori che preservano la dignità Umana. Ma questo può bastare a tutelare la dignità umana?
E allora si! C’è bisogno di un Supereroe. Perché non dobbiamo rinunciare al progresso tecnologico, dobbiamo amarlo e pretenderlo ma a nulla servirà l’etica dell’IA alla tutela dell’umanità se ogni singolo individuo non sceglie di diventare quel supereroe i cui superpoteri restano “solo” il libero pensiero e la voglia di emozionarsi. 🙂