Forse stiamo disimparando a rapportarci con l'ambiente con cui interagiamo. L'organizzazione del corpo nello spazio risulta, talvolta, approssimativa e stilizzata. Troppi blocchi, troppi freni.
La fisicità è raccolta su sé stessa e poco capace di direzionarsi verso l'esterno.
La gestione del corpo, la consapevolezza degli atti e della gestualità sono sempre più spesso date per scontate. Poco vissute, poco partecipate. Tutto ciò ha una pesante ricaduta sulla qualità del movimento e quindi dell'espressione.
L'esperienza percettiva, e quindi ciò che consideriamo reale, deriva dalla comprensione spaziale. Per questo lo spazio va curato, sentito, nutrito. Nella relazione corpo-spazio c'è uno scambio bidirezionale, uno specchio che riflette le azioni più o meno armoniche rispetto al contesto.
Il corpo appartiene allo spazio e viceversa. Una maggior aderenza delle due parti permette di lasciar scaturire la libertà di agire. Più riverso e più vengo coinvolto. Lo spazio va preso, esplorato, integrato. C'è una forma di aggressività da esternare per realizzare uno stato di presenza e connessione. E' fondamentale per dare forza alla comunicazione.
Spazio e corpo rappresentano le basi su cui poggiare la propria crescita personale, la relazione con l'altro, la conoscenza di altri mondi.
Nello spazio c'è un centro, una periferia e tante zone intermedie con ciascuna una propria carica gravitazionale. Il dove ci si trova ha effetto sul come ci si muove e sul cosa si vuole trasmettere.
Lo spazio diventa il contenitore di occasioni, di emozioni e di energia.
Chiaramente c'è tutta una parte istintuale e spontanea che non può essere dimenticata. Il corpo altrimenti ne risente, rischia di soffocare. è una parte che va ritrovata.
Per tutti questi motivi, sto sviluppando un laboratorio che alimenti il corpo, lo lasci prorompere, ma che riesca soprattutto a soddisfare quel trittico composto di comportamenti non verbali, para-verbali e verbali che caratterizzano l'unicità di un individuo con le sue azioni, capacità di socializzazione e di vissuto nello spazio. Propongo un approccio sempre più inclusivo, con voce, ritmo, sentimenti.
Uno spazio per sperimentare lo spazio... e molto altro.
La fisicità è raccolta su sé stessa e poco capace di direzionarsi verso l'esterno.
La gestione del corpo, la consapevolezza degli atti e della gestualità sono sempre più spesso date per scontate. Poco vissute, poco partecipate. Tutto ciò ha una pesante ricaduta sulla qualità del movimento e quindi dell'espressione.
L'esperienza percettiva, e quindi ciò che consideriamo reale, deriva dalla comprensione spaziale. Per questo lo spazio va curato, sentito, nutrito. Nella relazione corpo-spazio c'è uno scambio bidirezionale, uno specchio che riflette le azioni più o meno armoniche rispetto al contesto.
Il corpo appartiene allo spazio e viceversa. Una maggior aderenza delle due parti permette di lasciar scaturire la libertà di agire. Più riverso e più vengo coinvolto. Lo spazio va preso, esplorato, integrato. C'è una forma di aggressività da esternare per realizzare uno stato di presenza e connessione. E' fondamentale per dare forza alla comunicazione.
Spazio e corpo rappresentano le basi su cui poggiare la propria crescita personale, la relazione con l'altro, la conoscenza di altri mondi.
Nello spazio c'è un centro, una periferia e tante zone intermedie con ciascuna una propria carica gravitazionale. Il dove ci si trova ha effetto sul come ci si muove e sul cosa si vuole trasmettere.
Lo spazio diventa il contenitore di occasioni, di emozioni e di energia.
Chiaramente c'è tutta una parte istintuale e spontanea che non può essere dimenticata. Il corpo altrimenti ne risente, rischia di soffocare. è una parte che va ritrovata.
Per tutti questi motivi, sto sviluppando un laboratorio che alimenti il corpo, lo lasci prorompere, ma che riesca soprattutto a soddisfare quel trittico composto di comportamenti non verbali, para-verbali e verbali che caratterizzano l'unicità di un individuo con le sue azioni, capacità di socializzazione e di vissuto nello spazio. Propongo un approccio sempre più inclusivo, con voce, ritmo, sentimenti.
Uno spazio per sperimentare lo spazio... e molto altro.