Il mio vecchio Sé (che mi sta lasciando …) e la tentazione di abbandonarmi al “FALLIMENTO”, questo è lo stato mentale, la persecuzione del momento storico che sto vivendo. Volendo dire lo stesso concetto in un altro modo, nello sport, si chiama paura di vincere (p.es. nel tennis “braccino corto”).
Durante una sessione di Coaching nella scuola, mi è stata offerta la possibilità di dare un nome nuovo ai “miei fallimenti”. Perché non chiamarli diversamente? E allora mi sono detto: se li chiamassi “TENTATIVI”?
Per San Francesco, nel Convento del monte di La Verna, mia Casa Spirituale nella quale di tanto in tanto mi ritiro, ha avuto l’incontro con il Diavolo che lo ha tentato in tutte le maniere. Ricevette le Stimmate, dal Suo DIO.
Le mie tentazioni, tentativi (non più fallimenti), erano aspettative molto alte per la mia vita.
Basta pensare al sogno infranto di diventare un giocatore di basket professionista… più tardi ho capito che non avevo il fisico.
O quello di creare a mia volta una famiglia, così come hanno fatto anche i miei genitori, avendo dei figli… ma le donne più importanti della mia vita avevano altri piani.
Non è andata così! Quello che conta è che io ci ho provato. Ce l’ho messa davvero tutta. Ma cosa cambia tra chiamarli “fallimenti” o chiamarli “tentativi”? QUESTO IL NOCCIOLO DELLA QUESTIONE.
Ed è un nocciolo duro da affrontare, quello di lasciar andare delle aspettative create da noi o da altri e “aggiornare la mappa del cervello”, che non è esattamente il “territorio della realtà esterna”. Accettare quindi l’idea di non poter controllare tutto e revisionare quindi le proprie “mappe”.
Rendersi conto che la CONSAPEVOLEZZA DEL SE’ porta a riconoscere delle forze esterne, le quali mandano dei segnali che ci possono aiutare in una realizzazione più piena. La riflessione su che cosa ho da perdere nel lasciare indietro una persona, L’IO attuale, che non mi appartiene più.
Come dice spesso Dr. Joe Dispenza, che adoro, quando meditando entriamo in uno spazio, oltre lo spazio, dunque arrivando in un luogo sconosciuto, la nostra “mente nota, razionale”, perde l’orientamento e si abbandona al flusso. Flusso delle immagini, flusso del richiedere, flusso del futuro Sé che ci può spaventare o ci può fare soddisfazioni inaspettate.
Sono passato dalla fede di San Francesco, che pure adoro per il suo coraggio, alla scienza del campo quantico di un medico chiropratico e neurologo americano, Dr. Joe Dispenza, per dire che l’IGNOTO ci può aiutare a crescere ed a realizzarci, abbandonando per sempre la malsana idea di fallimento.
Grazie Pietro della buona idea.
Dott. Francesco Cazzaro - Master UP STEP Consapevole, Saonara (PD) – 7/5/2021
Durante una sessione di Coaching nella scuola, mi è stata offerta la possibilità di dare un nome nuovo ai “miei fallimenti”. Perché non chiamarli diversamente? E allora mi sono detto: se li chiamassi “TENTATIVI”?
Per San Francesco, nel Convento del monte di La Verna, mia Casa Spirituale nella quale di tanto in tanto mi ritiro, ha avuto l’incontro con il Diavolo che lo ha tentato in tutte le maniere. Ricevette le Stimmate, dal Suo DIO.
Le mie tentazioni, tentativi (non più fallimenti), erano aspettative molto alte per la mia vita.
Basta pensare al sogno infranto di diventare un giocatore di basket professionista… più tardi ho capito che non avevo il fisico.
O quello di creare a mia volta una famiglia, così come hanno fatto anche i miei genitori, avendo dei figli… ma le donne più importanti della mia vita avevano altri piani.
Non è andata così! Quello che conta è che io ci ho provato. Ce l’ho messa davvero tutta. Ma cosa cambia tra chiamarli “fallimenti” o chiamarli “tentativi”? QUESTO IL NOCCIOLO DELLA QUESTIONE.
Ed è un nocciolo duro da affrontare, quello di lasciar andare delle aspettative create da noi o da altri e “aggiornare la mappa del cervello”, che non è esattamente il “territorio della realtà esterna”. Accettare quindi l’idea di non poter controllare tutto e revisionare quindi le proprie “mappe”.
Rendersi conto che la CONSAPEVOLEZZA DEL SE’ porta a riconoscere delle forze esterne, le quali mandano dei segnali che ci possono aiutare in una realizzazione più piena. La riflessione su che cosa ho da perdere nel lasciare indietro una persona, L’IO attuale, che non mi appartiene più.
Come dice spesso Dr. Joe Dispenza, che adoro, quando meditando entriamo in uno spazio, oltre lo spazio, dunque arrivando in un luogo sconosciuto, la nostra “mente nota, razionale”, perde l’orientamento e si abbandona al flusso. Flusso delle immagini, flusso del richiedere, flusso del futuro Sé che ci può spaventare o ci può fare soddisfazioni inaspettate.
Sono passato dalla fede di San Francesco, che pure adoro per il suo coraggio, alla scienza del campo quantico di un medico chiropratico e neurologo americano, Dr. Joe Dispenza, per dire che l’IGNOTO ci può aiutare a crescere ed a realizzarci, abbandonando per sempre la malsana idea di fallimento.
Grazie Pietro della buona idea.
Dott. Francesco Cazzaro - Master UP STEP Consapevole, Saonara (PD) – 7/5/2021