Samuel Taylor Coleridge fu un poeta inglese che nel 1817 coniò il termine sospensione dell’incredulità riferendosi alla volontà del lettore di sospendere le proprie capacità critiche per godere emotivamente dell’opera.
Viene utilizzato come concetto chiave soprattutto nei romanzi di fantascienza o comunque ad oggi nel genere Fantasy.
Il principio è che l’autore deve permettere che il lettore riesca ad immedesimarsi nella storia, al punto da fargliela vivere. Il lettore accetta di credere a qualcosa che in quel momento è pura finzione, sospendendo volontariamente la sua incredulità “razionale” immergendosi nel racconto. Il racconto, però, deve seguire regole di credibilità quali la verosimiglianza e la coerenza, altrimenti la fiducia del lettore crolla immediatamente.
Durante il percorso di crescita personale capita di incontrare pensieri limitanti verso sé e le proprie potenzialità, i quali, di solito, fanno capolino dopo che con coraggio si è definito un obiettivo importante per noi stessi. In quei momenti anche l’immaginazione può essere condizionata da questi pensieri ingombranti, andando persino ad offuscare la motivazione che ha fatto sì che ci muovessimo.
Nella nostra mente arrivano frasi del tipo:
no no, ho esagerato, io non sono in grado di…
l’ultima volta ho fallito subito non ha senso riprovarci
non è mai esistita una cosa simile, non sarò certo io
ho esagerato a desiderare questa cosa per me, ho puntato troppo in alto.
In questi momenti il pensiero razionale difficilmente può essere d’aiuto, sicuramente ascoltare il corpo può aiutarci, ma entrarci in contatto non è sempre automatico.
Può venirci in aiuto “ingannare” la mente con la sospensione dell’incredulità. Non è un inganno che ci allontana dalla realtà, perché per poter funzionare deve basarsi su coerenza e congruenza ed un pizzico di ironia. È un antidoto verso i pensieri limitanti. Anche essi hanno la caratteristica della verosimiglianza, ma non sono la nostra verità assoluta.
Quindi l’esercizio è tornare un po’ bambini, aprire il canale della fantasia e dello stupore e lasciarci trasportare nella nostra avventura, alla quale abbiamo la possibilità di cambiare la trama ogni volta che vogliamo, sempre però con congruenza verso noi stessi.
Viene utilizzato come concetto chiave soprattutto nei romanzi di fantascienza o comunque ad oggi nel genere Fantasy.
Il principio è che l’autore deve permettere che il lettore riesca ad immedesimarsi nella storia, al punto da fargliela vivere. Il lettore accetta di credere a qualcosa che in quel momento è pura finzione, sospendendo volontariamente la sua incredulità “razionale” immergendosi nel racconto. Il racconto, però, deve seguire regole di credibilità quali la verosimiglianza e la coerenza, altrimenti la fiducia del lettore crolla immediatamente.
Durante il percorso di crescita personale capita di incontrare pensieri limitanti verso sé e le proprie potenzialità, i quali, di solito, fanno capolino dopo che con coraggio si è definito un obiettivo importante per noi stessi. In quei momenti anche l’immaginazione può essere condizionata da questi pensieri ingombranti, andando persino ad offuscare la motivazione che ha fatto sì che ci muovessimo.
Nella nostra mente arrivano frasi del tipo:
no no, ho esagerato, io non sono in grado di…
l’ultima volta ho fallito subito non ha senso riprovarci
non è mai esistita una cosa simile, non sarò certo io
ho esagerato a desiderare questa cosa per me, ho puntato troppo in alto.
In questi momenti il pensiero razionale difficilmente può essere d’aiuto, sicuramente ascoltare il corpo può aiutarci, ma entrarci in contatto non è sempre automatico.
Può venirci in aiuto “ingannare” la mente con la sospensione dell’incredulità. Non è un inganno che ci allontana dalla realtà, perché per poter funzionare deve basarsi su coerenza e congruenza ed un pizzico di ironia. È un antidoto verso i pensieri limitanti. Anche essi hanno la caratteristica della verosimiglianza, ma non sono la nostra verità assoluta.
Quindi l’esercizio è tornare un po’ bambini, aprire il canale della fantasia e dello stupore e lasciarci trasportare nella nostra avventura, alla quale abbiamo la possibilità di cambiare la trama ogni volta che vogliamo, sempre però con congruenza verso noi stessi.