Fisso il soffitto e mi chiedo come si può fare; si può stare nella sofferenza? Temo che non ci sia scelta! Posso (forse) solo scegliere come!
Il segnale del male indica che qualcosa non funziona come dovrebbe ma in certi casi non c'è molto che possiamo fare se non stare lì immobili, accartocciati e aspettare che qualcosa cambi dentro di noi. In questi momenti che si trasformano in giorni e poi in settimane intere e magari anche in mesi, in cui perdiamo fette di quotidianità e diventa difficile ogni azione, è allora che dobbiamo prestare attenzione al delirio dei pensieri!
Il dolore è un escalation, prima assaggia il corpo e poi dà scacco matto alla mente!
Ci invita a sostare; anzi, no, certe volte non è un invito ma è uno STOP brusco come uno schiaffone che ci offende e avvilisce, suona come una sentenza.
Arresta me e arresta la mia corsa, per l'ennesima volta; e questo mi fa infuriare!
Ho percorso questa china moltissime volte, anche per periodi molto lunghi e ogni volta mi riprometto che sarà l'ultima. L'ultima volta che rinuncio ai miei sogni e butto all'aria ogni piano, ogni allenamento, la speranza di poter dare il massimo ancora una volta, in ogni cosa che faccio compreso lo sport.
Poi mi ridimensiono, la mia testa accorcia i sogni e miro a poter tenere le passioni irrinunciabili. Diventa quasi una supplica!
Faccio una spunta veloce di ciò a cui posso declinare (mi pesa un po') ma prendo in esame la possibilità di fare altro. Qualcosa di meno impegnativo (ancora meno!!!), magari non mi piacerà abbastanza ma sarà sempre meglio di non fare niente. Cerco la gioia ancora e la soddisfazione, qualcosa che mi riaccenda!
A un certo punto però, non so più stare nel tempo. Non so più stare nei pensieri organizzati, non so più stare ferma, d'altra parte io non posso proprio fermarmi e lo voglio ancora meno.
Si fa strada una sensazione nuova, qualcosa che mi trapassa da parte a parte. C'è una specie di piccolo silenzio prima, prima che mi salti in braccio l'ira e prenda il sopravvento! Sale come un'onda gigantesca che cavalco come un surfista esperto, in totale equilibrio fuori di me, e travolgo tutto ciò che trovo!
Mi alzo, mi divincolo e prendo a calci la situazione come se con la forza potessi vincere i pensieri brulicanti che si moltiplicano con una velocità spietata. Pesto i piedi, urlo e batto i pugni, mi sento come un bambino capriccioso. Ma non ottengo nulla, solo la rabbia mi altera e mi fa irrigidire ancora di più trasformandomi in una statua di vetro pronta ad andare in mille pezzi! Ed è proprio così.
Allora come si fa?
Razionalmente ho i miei piani d'azione per soccorrere il corpo, ma come faccio a riportarmi nella pace e nel controllo di tutto il resto? Sono capace di sostare nel dolore e togliere i miei piedi dalla spirale che viaggia in caduta libera?
C'è solo una cosa peggiore del dolore ed è la paura del dolore stesso e delle sue inevitabili conseguenze!
Mi sdraio!
Respiro male. Poi respiro meglio.
Poi respiro e basta.
Immagino una stanza con un'enorme libreria, dove ogni volume rappresenta qualcosa di molto importante per me e per la mia esistenza e mi domando perché lo sia così tanto.
Ogni libro è appoggiato ad altri due che lo sostengono. Piccolo o grande che sia, le parole che contiene sono preziose quanto più mi hanno fatto sognare, imparare, crescere o viaggiare. I libri, come i sogni sono senza tempo e aprono finestre infinite di desideri e di vita….di volontà!
Questo è il mio lavoro e la mia forza: l'immaginazione!
L'unico modo per restare qui sdraiata, con la mia impietosa anatomia!
Entro nella mia libreria, mi aspetto che crolli da un momento all'altro, è solo una mia decisione! Nella mia mente.
Apro ogni libro con un po' di rimpianto; le immagini si sprigionano e invadono la mia stanza. A momenti è il mare con il suo abisso ammaliante e un silenzio blu glaciale; ci resto per un po' in apnea, avvolta nella sensazione di leggerezza e quando sento che l'attenzione si dirige di nuovo al mio corpo pulsante, ne apro un altro e un altro ancora. Passo dalla corsa sotto la pioggia, alla pedana di gara dell'apnea. Ai tuffi dalla piattaforma da 5. Sfoglio volti e persone, viaggi e momenti in cui ho faticato per vincere o perdere ma ho sempre fatto del mio meglio. Salto oltre la corda che gira veloce e mi fa battere il cuore, salto e non mi fermo mai! Salto e rido come una bambina finalmente.
Una sensazione di timida quiete e di solitudine mi abbraccia, potrò ancora fare tutto questo? Non lo so, so solo che dovrò di nuovo rifare tutto da zero. Un passo alla volta.
L'importante è che adesso SO-STARE qui, adesso con i miei sogni dentro a un libro!