Oggi ti parlo del presente e del futuro dello Smart Working o del lavoro ‘agile’ che si svolge da casa con l’uso delle nuove tecnologie di telelavoro.
In momenti di crisi e di trasformazioni radicali come quella che stiamo attraversando, le aziende, tutte le aziende, fanno quadrato intorno alle loro necessità e problemi: bloccano la formazione, riducono il personale, posticipano gli investimenti, riorganizzano le fila per riprogrammarsi, chiudono i battenti nei casi peggiori.
In tutti questi passaggi evolutivi, la buona comunicazione diventa determinante. La fa da padrona. Infatti, quando non sono le macchine a guidare le azienda, ma le persone, ci sono due problemi da affrontare.
Problemi da affrontare
Da una parte, la gestione delle emozioni delle persone che vanno in panico per l’insicurezza e la rivoluzione interiore che ne deriva (Sarò capace? Ci sarà ancora uno stipendio? Ci sarà ancora un lavoro? Mi metto sul mercato? Cerco una soluzione B; e dall'altra ci sono le aziende che hanno bisogno di riformulare programmi, progetti e idee, grazie a persone che, stringendo i denti e facendo coaching su sé stesse, rimettano ordine alle loro capacità, competenze, professionalità e servizi.
Lavorando da casa ci sono problemi. E’ vero.
Tutto vero. Però sta succedendo. Lo smart working sta galoppando. Cinquecentomila persone in Italia, in questo momento, lo stanno facendo.
Smart Working
Quando il cuore pulsante di un’azienda necessita di una gestione alternativa alla presenza sul posto di lavoro, le persone che possono lavorare da casa ed i manager che ne attribuiscono i compiti, sono una vera manna. E possono essere realmente efficaci se agiscono in modo strutturato, con momenti di formazione e deleghe precise, misurandosi con le 'risorse', motivandole e creando sinergie.
Purtroppo, molti datori di lavoro non si fidano, temendo gli intoppi e la mancate capacità di coordinamento dei propri collaboratori.
Ma, se il tipo di lavoro lo consente, ogni team leader, proprio perché conosce profondamente le caratteristiche e le potenzialità dei propri collaboratori, dovrebbe riuscire a motivarli con compiti raggiungibili e deleghe responsabili, verificandone i risultati raggiunti con feedback puntuali.
In pratica, dallo smart working emerge una grande sfida : la capacità da parte di ogni Team leader di fare coaching prima su se stesso e poi sugli altri, proponendo obiettivi chiari, valorizzando l’autonomia e intervenendo in maniera organizzata.
Lo Smart Working, obbliga le persone a crescere, ad organizzarsi psicologicamente, soprattutto, e ad essere produttivi.
E’ una di quelle frontiere che sta anticipando il futuro di molte professioni.
In momenti di crisi e di trasformazioni radicali come quella che stiamo attraversando, le aziende, tutte le aziende, fanno quadrato intorno alle loro necessità e problemi: bloccano la formazione, riducono il personale, posticipano gli investimenti, riorganizzano le fila per riprogrammarsi, chiudono i battenti nei casi peggiori.
In tutti questi passaggi evolutivi, la buona comunicazione diventa determinante. La fa da padrona. Infatti, quando non sono le macchine a guidare le azienda, ma le persone, ci sono due problemi da affrontare.
Problemi da affrontare
Da una parte, la gestione delle emozioni delle persone che vanno in panico per l’insicurezza e la rivoluzione interiore che ne deriva (Sarò capace? Ci sarà ancora uno stipendio? Ci sarà ancora un lavoro? Mi metto sul mercato? Cerco una soluzione B; e dall'altra ci sono le aziende che hanno bisogno di riformulare programmi, progetti e idee, grazie a persone che, stringendo i denti e facendo coaching su sé stesse, rimettano ordine alle loro capacità, competenze, professionalità e servizi.
Lavorando da casa ci sono problemi. E’ vero.
- La mancata vicinanza con i colleghi non stimola le idee e non rende fluido il lavoro per chi ha meno esperienza.
- Quando non si ha un’organizzazione del lavoro chiara, si rischia di essere dispersivi e poco concentrati.
- Gli scambi di informazione vengono rallentati dai codici e dagli eccessi tecnologici (troppe informazioni, poca banda wifi, troppe o poche sintesi).
- In pratica, balia di troppi stimoli esterni e barriere.
Tutto vero. Però sta succedendo. Lo smart working sta galoppando. Cinquecentomila persone in Italia, in questo momento, lo stanno facendo.
Smart Working
Quando il cuore pulsante di un’azienda necessita di una gestione alternativa alla presenza sul posto di lavoro, le persone che possono lavorare da casa ed i manager che ne attribuiscono i compiti, sono una vera manna. E possono essere realmente efficaci se agiscono in modo strutturato, con momenti di formazione e deleghe precise, misurandosi con le 'risorse', motivandole e creando sinergie.
Purtroppo, molti datori di lavoro non si fidano, temendo gli intoppi e la mancate capacità di coordinamento dei propri collaboratori.
Ma, se il tipo di lavoro lo consente, ogni team leader, proprio perché conosce profondamente le caratteristiche e le potenzialità dei propri collaboratori, dovrebbe riuscire a motivarli con compiti raggiungibili e deleghe responsabili, verificandone i risultati raggiunti con feedback puntuali.
In pratica, dallo smart working emerge una grande sfida : la capacità da parte di ogni Team leader di fare coaching prima su se stesso e poi sugli altri, proponendo obiettivi chiari, valorizzando l’autonomia e intervenendo in maniera organizzata.
Lo Smart Working, obbliga le persone a crescere, ad organizzarsi psicologicamente, soprattutto, e ad essere produttivi.
E’ una di quelle frontiere che sta anticipando il futuro di molte professioni.