‘Sono proprio ‘fuori’ e non basta un caffè per rimettermi in onda. Sono disconnesso da ogni cosa. Il tempo scorre, rispondo agli stimoli, il futuro è davanti, ma manca un progetto e la motivazione a ‘fare’, perché tutto sembra inutile. Non riesco a determinare la mia vita’.
Se leggiamo queste frasi come la riflessione di una persona depressa, è probabile che ci voglia un medico ‘bravo’ che riporti l’umore sul giusto binario. Ma se è una crisi legata alle coordinate del presente e del futuro, una crisi esistenziale, allora non basta agire sulla chimica del pessimismo e dell’ottimismo, abbiamo bisogno delle categorie mentali giuste per comprendere a pieno ciò che vediamo aprirsi davanti a noi e al nostro futuro.
Abbiamo bisogno di guardare al futuro con lo sguardo a un mondo che scorre davanti, non dallo specchietto retrovisore del passato che è alle spalle. Ciò che si lascia alle spalle è una realtà che interpretiamo, che ha certe categorie mentali, ciò che si apre davanti ne ha altre … e nuove.
Il futuro è già entrato in noi e ne possiamo cogliere i segnali. Il futuro non è un evento inaspettato, che un giorno arriva all’improvviso e ci sorprende. Il futuro è fatto di tanti segnali che sono già entrati dentro di noi e ci stanno trasformando. Vediamone alcuni.
Immergendoci nel futuro e nei suoi segnali, ci rendiamo disponibili a giochi di forze e di forme inaspettate e nuove.
Se leggiamo queste frasi come la riflessione di una persona depressa, è probabile che ci voglia un medico ‘bravo’ che riporti l’umore sul giusto binario. Ma se è una crisi legata alle coordinate del presente e del futuro, una crisi esistenziale, allora non basta agire sulla chimica del pessimismo e dell’ottimismo, abbiamo bisogno delle categorie mentali giuste per comprendere a pieno ciò che vediamo aprirsi davanti a noi e al nostro futuro.
Abbiamo bisogno di guardare al futuro con lo sguardo a un mondo che scorre davanti, non dallo specchietto retrovisore del passato che è alle spalle. Ciò che si lascia alle spalle è una realtà che interpretiamo, che ha certe categorie mentali, ciò che si apre davanti ne ha altre … e nuove.
Il futuro è già entrato in noi e ne possiamo cogliere i segnali. Il futuro non è un evento inaspettato, che un giorno arriva all’improvviso e ci sorprende. Il futuro è fatto di tanti segnali che sono già entrati dentro di noi e ci stanno trasformando. Vediamone alcuni.
- Il nostro Sé si è prolungato con vari mezzi e si è potenziato.
- Il nostro sguardo al presente, ci ha consentito di entrare dentro ‘al qui e ora’ e visualizzare il futuro.
- La dimensione di ciò che raccontiamo di noi, di ciò che è pubblico o privato, viene continuamente ridefinito.
- Oggi viviamo tutto come informazione e leggiamo ogni cosa come comunicazione, proiezione e memoria.
- La nostra identità fisica è diventata centrale in un mondo che la tecnologia ha reso senza forma.
Immergendoci nel futuro e nei suoi segnali, ci rendiamo disponibili a giochi di forze e di forme inaspettate e nuove.