Come molti di voi, diverse volte nella mia vita, mi è capitato di tuffarmi in nuove avventure attratto dal voler scoprire nuovi mondi, come un esploratore alla ricerca di conoscenza. Ti immagini già in un film con te protagonista in una trama dove l’eroe di turno deve affrontare mille difficoltà, scoprire diverse incognite per poi metterle insieme come un puzzle per arrivare al lieto fine.
Le aspettative che ti sei creato ti stimolano e ribolli di energie nuove, ti senti euforico, frizzante con un piccolo brivido di paura che ti aiuta a frenarti per non finire nel precipizio dell’arroganza.
Inizio una nuova avventura pronto per ciò che il cambiamento mi porterà, quelle conoscenze di cui sono alla ricerca. Investo risorse ed energie in un nuovo progetto che mi darà nuove prospettive e perché no, daranno nuove prospettive anche a vecchie idee e vecchi concetti.
La giungla che l’eroe deve affrontare diventa sempre più fitta, ma lui non demorde e continua, perché sa in cuor suo che queste difficoltà lo aiuteranno a crescere e allora continua la ricerca del sentiero, in mezzo ad arbusti e fogliame sempre più grandi, la vegetazione e sempre più fitta, rendendo il luogo impervio ed inaccessibile.
A questo punto il personaggio principale si trova aggrovigliato tra rami e piante rampicanti. Forse ha sbagliato qualcosa?
Gli sono sfuggiti degli indizi preziosi o l’entusiasmo gli ha giocato un brutto scherzo?
In suo aiuto possiamo utilizzare lo schema a sei celle del metodo HPM (Human Performance/Potential Model) di Daniele Trevisani e valutare se l’interprete ha messo nello zaino tutto il necessario per affrontare la sfida.
In primis dovremmo valutare lo stato bioenergetico ovvero energie fisiche e corporee necessarie per tutto lo svolgimento dell’intera avventura. A seguire la valutazione dello stato psicoenergetico, quali energie mentali motivazionali che gli sono utili.
Queste due celle dovremmo considerarle come il carburante della macchina che ci occorre per il viaggio. Ma sappiamo quanto è lungo il viaggio?
Potremo fare una stima ed eventualmente valutare se durante il percorso potremo ricaricarci dell’energia spesa.
Le Micro Skills e le Macro Skills, vale a dire, micro-competenze e macro-competenze, sono gli strumenti o le capacità importanti per guidare la macchina.
In questo caso, le due celle centrali, sono le competenze, considerate degli strumenti. Dobbiamo cercare di capire se quelli che già possediamo sono congruenti a quelli utili ed in alternativa se possiamo convertirli. Se non fosse possibile dovremmo darci il tempo per reperire gli attrezzi o le competenze più corrette.
Nelle ultime due celle, al vertice della struttura troviamo sia Progetto e Goals ossia le capacità di progettazione strategica verso gli obiettivi attesi. Sia Valori, Vision spirituale e morale le forze interne che ci spingono e sostengono.
Queste due celle dovremmo considerarle come la direzione da darci perché se supportate dai nostri valori più intimi ci daranno le energie necessarie per proseguire e trovare la strada consona a noi.
A questo punto capiamo che il personaggio principale ha la duplice possibilità di prepararsi al meglio prima di partire per la sua avventura come anche può scegliere di partire consapevole che ci sono strumenti mancanti o celle non complete che durante il viaggio può modificare e potenziare.
In questo viaggio, un corretto percorso con un coach professionale ci aiuterà a metterci sulla strada più adatta al nostro momento. Sì, perché l’eroe non è mai solo, al suo a fianco ha tanti amici e co-protagonisti che lo sostengono in molteplici modi ed attraverso la condivisione loro crescono assieme.
Per concludere, penso che alla fine non importi fare giusto o sbagliato, azzeccare o mancare il colpo, l’importante è “il fare”. Attraverso l’azione e la condivisione e l’uso di diversi strumenti possiamo comprenderci meglio, capirci e fare una valutazione più sincera di noi stessi per iniziare un cambiamento che non ha fine.
Le aspettative che ti sei creato ti stimolano e ribolli di energie nuove, ti senti euforico, frizzante con un piccolo brivido di paura che ti aiuta a frenarti per non finire nel precipizio dell’arroganza.
Inizio una nuova avventura pronto per ciò che il cambiamento mi porterà, quelle conoscenze di cui sono alla ricerca. Investo risorse ed energie in un nuovo progetto che mi darà nuove prospettive e perché no, daranno nuove prospettive anche a vecchie idee e vecchi concetti.
La giungla che l’eroe deve affrontare diventa sempre più fitta, ma lui non demorde e continua, perché sa in cuor suo che queste difficoltà lo aiuteranno a crescere e allora continua la ricerca del sentiero, in mezzo ad arbusti e fogliame sempre più grandi, la vegetazione e sempre più fitta, rendendo il luogo impervio ed inaccessibile.
A questo punto il personaggio principale si trova aggrovigliato tra rami e piante rampicanti. Forse ha sbagliato qualcosa?
Gli sono sfuggiti degli indizi preziosi o l’entusiasmo gli ha giocato un brutto scherzo?
In suo aiuto possiamo utilizzare lo schema a sei celle del metodo HPM (Human Performance/Potential Model) di Daniele Trevisani e valutare se l’interprete ha messo nello zaino tutto il necessario per affrontare la sfida.
In primis dovremmo valutare lo stato bioenergetico ovvero energie fisiche e corporee necessarie per tutto lo svolgimento dell’intera avventura. A seguire la valutazione dello stato psicoenergetico, quali energie mentali motivazionali che gli sono utili.
Queste due celle dovremmo considerarle come il carburante della macchina che ci occorre per il viaggio. Ma sappiamo quanto è lungo il viaggio?
Potremo fare una stima ed eventualmente valutare se durante il percorso potremo ricaricarci dell’energia spesa.
Le Micro Skills e le Macro Skills, vale a dire, micro-competenze e macro-competenze, sono gli strumenti o le capacità importanti per guidare la macchina.
In questo caso, le due celle centrali, sono le competenze, considerate degli strumenti. Dobbiamo cercare di capire se quelli che già possediamo sono congruenti a quelli utili ed in alternativa se possiamo convertirli. Se non fosse possibile dovremmo darci il tempo per reperire gli attrezzi o le competenze più corrette.
Nelle ultime due celle, al vertice della struttura troviamo sia Progetto e Goals ossia le capacità di progettazione strategica verso gli obiettivi attesi. Sia Valori, Vision spirituale e morale le forze interne che ci spingono e sostengono.
Queste due celle dovremmo considerarle come la direzione da darci perché se supportate dai nostri valori più intimi ci daranno le energie necessarie per proseguire e trovare la strada consona a noi.
A questo punto capiamo che il personaggio principale ha la duplice possibilità di prepararsi al meglio prima di partire per la sua avventura come anche può scegliere di partire consapevole che ci sono strumenti mancanti o celle non complete che durante il viaggio può modificare e potenziare.
In questo viaggio, un corretto percorso con un coach professionale ci aiuterà a metterci sulla strada più adatta al nostro momento. Sì, perché l’eroe non è mai solo, al suo a fianco ha tanti amici e co-protagonisti che lo sostengono in molteplici modi ed attraverso la condivisione loro crescono assieme.
Per concludere, penso che alla fine non importi fare giusto o sbagliato, azzeccare o mancare il colpo, l’importante è “il fare”. Attraverso l’azione e la condivisione e l’uso di diversi strumenti possiamo comprenderci meglio, capirci e fare una valutazione più sincera di noi stessi per iniziare un cambiamento che non ha fine.