Non riusciamo proprio a far pace con questa possibilità. O almeno è molto difficile.
Quale?
La possibilità di accettare che siamo parte di un ingranaggio molto più complesso e nel quale dobbiamo rimanere per non vederci altrimenti immobili e sentirci inutili.
Siamo un pezzo di questo ingranaggio. Sta a noi decidere se un pezzo importante, se solo meccanico e quindi relativamente semplice e ripetitivo oppure un po’ più complesso magari con un po’ di software a bordo e quindi autorizzato a compiere delle scelte in base a determinate condizioni. Un po’ più pensante.
Sta a noi accettare che in qualsiasi condizione di vita più o meno privilegiata nella quale ci troviamo, siamo comunque dipendenti da altri ingranaggi. Non siamo soli e non possiamo staccarci. Non serviremmo a nulla. Ed anche i pezzi più lontani tra loro sono comunque in qualche modo interdipendenti.
Di certo quelli più vicini dovranno ben registrarsi e ben oliarsi per evitare blocchi, stress da contatto, inceppamenti vari. Mentre per quelli più distanti basta che ogni tanto si verifichi il loro stato e li si mantenga in ordine e ben puliti. Il funzionamento sarà quindi garantito.
Ciò significa che nessuno può ergersi a pezzo più importante. Se ognuno di questi volesse procedere in autonomia per la propria strada senza rispettare l’obiettivo comune finale, il verso ed il tempo, non esisterebbe armonia, produzione, senso e risultato.
Il tutto si bloccherebbe, un tilt generale, un caos che se non ripreso per tempo produrrebbe un esplosione dei pezzi. E addio progetto comune.
Una ritrovata libertà dei singoli ma che nel contempo rimarrebbero inermi sul pavimento, senza più movimento, senza scopo. In attesa di un qualcosa o qualcuno, che potrebbe non giungere mai, che li raccolga e li riutilizzi. Magari insieme a qualche altro ingranaggio o addirittura per scopi ben diversi da quelli per cui è stato forgiato.
Anche in questo modo si tornerebbe comunque a far parte di un sistema più grande, di uno scopo sia esso semplice o complesso.
Prima riusciamo tutti a comprendere questa modalità, prima riusciremo a trovare equilibri al momento difficili, inconsapevoli e molte volte lasciati al caso o ancora persi in mille incomprensioni ed aspettative legate a se stessi o ad altri.
Non è un messaggio di resa… ANZI !!
Ognuno può e deve tendere a divenire un ingranaggio più importante, più evoluto. Ma l’invito è quello di farlo in modo consapevole e che appunto non è possibile escludersi dall’incastrarsi con altri ingranaggi, con gli altri.
Ultimamente mi è capitato di aver contribuito (con estremo piacere, soddisfazione e spirito di servizio) come nuovo pezzo inserito in un ingranaggio più ampio e ben rodato.
Un pezzo semplice, operativo, con una piccola dose di software utile solo per definire eventuali imprevisti. In fondo un mero esecutore di quanto già perfettamente programmato e previsto.
Una lezione molto utile…. Non completamente ignota ma si tende sempre a dimenticare con troppa velocità. A volte un ripasso è sempre opportuno…
Mi ha fatto rivalutare il ruolo che, se anche semplice, è stato utile e necessario per raggiungere lo scopo comune. Ed infine il successo di tutti.
Ho quindi apprezzato il valore del mio contributo, di quello degli ingranaggi a me più vicini ed anche di quelli lontani e sui quali non era mio compito agire. Anzi sarebbe stato deleterio in quanto troppo distanti e concentrati a svolgere un ruolo a me fondamentalmente sconosciuto.
Una bella lezione che ci permette di riportare al suo posto (quando e se servirà) chi si considera al di sopra dei meccanismi, di tutti gli ingranaggi. Senza di loro, il loro lavoro costante, il loro impegno e la loro specifica funzione nulla potrebbe accendersi. E niente potrebbe accadere…
Una lezione da ricordare sempre e ancor di più quando il semplice ingranaggio passerà ad essere lui stesso un pezzo più evoluto e che dovrà sovrintendere e governare tutti gli altri.
Li guarderà in altro modo e troverà il sistema per mantenere armonia, ritmo e funzionalità. Sarà il primo a doversi calibrare per trovare il passo comune a tutti gli altri.
Un giorno ingranaggio semplice, un giorno ingranaggio più evoluto. Un giorno solo esecutore e un giorno importante regolatore di altri pezzi.
Passare dall’una all’altra condizione senza timori, con consapevolezza e certezza di essere fondamentali nella stessa misura.
Cambiare punti di vista, di prospettiva, più volte durante la nostra vita è essenziale per sfidarsi a comprendere meglio Sè, gli altri, i memi passati che forse in parte non ci appartengono più ma che continuano a condizionarci. Ci spinge a porci le domande giuste e a farci trovare Noi stessi e alla fine il nostro scopo… Applicare tutto questo alle nostre relazioni personali e professionali ci permetterà di scoprirci migliori e di migliorare chi avremo al nostro fianco.
Quale?
La possibilità di accettare che siamo parte di un ingranaggio molto più complesso e nel quale dobbiamo rimanere per non vederci altrimenti immobili e sentirci inutili.
Siamo un pezzo di questo ingranaggio. Sta a noi decidere se un pezzo importante, se solo meccanico e quindi relativamente semplice e ripetitivo oppure un po’ più complesso magari con un po’ di software a bordo e quindi autorizzato a compiere delle scelte in base a determinate condizioni. Un po’ più pensante.
Sta a noi accettare che in qualsiasi condizione di vita più o meno privilegiata nella quale ci troviamo, siamo comunque dipendenti da altri ingranaggi. Non siamo soli e non possiamo staccarci. Non serviremmo a nulla. Ed anche i pezzi più lontani tra loro sono comunque in qualche modo interdipendenti.
Di certo quelli più vicini dovranno ben registrarsi e ben oliarsi per evitare blocchi, stress da contatto, inceppamenti vari. Mentre per quelli più distanti basta che ogni tanto si verifichi il loro stato e li si mantenga in ordine e ben puliti. Il funzionamento sarà quindi garantito.
Ciò significa che nessuno può ergersi a pezzo più importante. Se ognuno di questi volesse procedere in autonomia per la propria strada senza rispettare l’obiettivo comune finale, il verso ed il tempo, non esisterebbe armonia, produzione, senso e risultato.
Il tutto si bloccherebbe, un tilt generale, un caos che se non ripreso per tempo produrrebbe un esplosione dei pezzi. E addio progetto comune.
Una ritrovata libertà dei singoli ma che nel contempo rimarrebbero inermi sul pavimento, senza più movimento, senza scopo. In attesa di un qualcosa o qualcuno, che potrebbe non giungere mai, che li raccolga e li riutilizzi. Magari insieme a qualche altro ingranaggio o addirittura per scopi ben diversi da quelli per cui è stato forgiato.
Anche in questo modo si tornerebbe comunque a far parte di un sistema più grande, di uno scopo sia esso semplice o complesso.
Prima riusciamo tutti a comprendere questa modalità, prima riusciremo a trovare equilibri al momento difficili, inconsapevoli e molte volte lasciati al caso o ancora persi in mille incomprensioni ed aspettative legate a se stessi o ad altri.
Non è un messaggio di resa… ANZI !!
Ognuno può e deve tendere a divenire un ingranaggio più importante, più evoluto. Ma l’invito è quello di farlo in modo consapevole e che appunto non è possibile escludersi dall’incastrarsi con altri ingranaggi, con gli altri.
Ultimamente mi è capitato di aver contribuito (con estremo piacere, soddisfazione e spirito di servizio) come nuovo pezzo inserito in un ingranaggio più ampio e ben rodato.
Un pezzo semplice, operativo, con una piccola dose di software utile solo per definire eventuali imprevisti. In fondo un mero esecutore di quanto già perfettamente programmato e previsto.
Una lezione molto utile…. Non completamente ignota ma si tende sempre a dimenticare con troppa velocità. A volte un ripasso è sempre opportuno…
Mi ha fatto rivalutare il ruolo che, se anche semplice, è stato utile e necessario per raggiungere lo scopo comune. Ed infine il successo di tutti.
Ho quindi apprezzato il valore del mio contributo, di quello degli ingranaggi a me più vicini ed anche di quelli lontani e sui quali non era mio compito agire. Anzi sarebbe stato deleterio in quanto troppo distanti e concentrati a svolgere un ruolo a me fondamentalmente sconosciuto.
Una bella lezione che ci permette di riportare al suo posto (quando e se servirà) chi si considera al di sopra dei meccanismi, di tutti gli ingranaggi. Senza di loro, il loro lavoro costante, il loro impegno e la loro specifica funzione nulla potrebbe accendersi. E niente potrebbe accadere…
Una lezione da ricordare sempre e ancor di più quando il semplice ingranaggio passerà ad essere lui stesso un pezzo più evoluto e che dovrà sovrintendere e governare tutti gli altri.
Li guarderà in altro modo e troverà il sistema per mantenere armonia, ritmo e funzionalità. Sarà il primo a doversi calibrare per trovare il passo comune a tutti gli altri.
Un giorno ingranaggio semplice, un giorno ingranaggio più evoluto. Un giorno solo esecutore e un giorno importante regolatore di altri pezzi.
Passare dall’una all’altra condizione senza timori, con consapevolezza e certezza di essere fondamentali nella stessa misura.
Cambiare punti di vista, di prospettiva, più volte durante la nostra vita è essenziale per sfidarsi a comprendere meglio Sè, gli altri, i memi passati che forse in parte non ci appartengono più ma che continuano a condizionarci. Ci spinge a porci le domande giuste e a farci trovare Noi stessi e alla fine il nostro scopo… Applicare tutto questo alle nostre relazioni personali e professionali ci permetterà di scoprirci migliori e di migliorare chi avremo al nostro fianco.