Stiamo vivendo quello che Gurdjeff, parlando della legge dell'ottava, chiamava “Shock addizionale”. Siamo chiusi in casa fermi aspettando l'evolversi degli eventi senza possibilità di influire sugli stessi. È il cigno nero, l'imprevisto, il cambiamento per causa forza maggiore che ci colpisce. A fini benefici la maggior parte delle volte.
È una legge naturale, ogni processo a un certo punto, per una qualche forma di entropia, subisce una stasi, un arresto, un fermo che può essere risolto solo con un passaggio di involuzione e dissolvimento o di una crescita.
È una legge naturale, ogni processo a un certo punto, per una qualche forma di entropia, subisce una stasi, un arresto, un fermo che può essere risolto solo con un passaggio di involuzione e dissolvimento o di una crescita.
Il mito biblico della torre di Babele ci viene incontro a capire come stanno le cose. Esso parla del tempo in cui tutti gli uomini si misero a costruire una torre alta come il cielo per essere più vicini a Dio. La storia si conclude con l'ira di Dio che distrugge la torre e gli uomini sono puniti per la loro superbia, con la confusione delle lingue e la dispersione su tutta la terra.
In realtà esiste un ' altra versione di questa vicenda.
Dio si compiacque della torre che gli uomini costruivano per stare vicino a lui. Ma ebbe compassione di loro perché lui sapeva che era un compito impossibile e destinato al fallimento. Per costruire la torre l'umanità aveva cominciato a non coltivare più la terra e questo avrebbe comportato l'ovvio risultato di generare una carestia.
Dio vedeva tutto questo. Decise di intervenire distruggendo la torre con i fulmini dal cielo, scompigliò gli uomini disperdendoli sulla terra e dando all' umanità diverse lingue. Le lingue portano in sé peculiari modi di “guardare il mondo” cioè modi di vista diversi per vedere le cose. Una ricchezza in sé.
Perciò, la conclusione che potremmo trarre è che gli “shock addizionali”, le torri di Babele sono dei doni, dei nuovi punti partenza per come guardare la realtà.
Avremo l'emozione, dopo che questo virus sarà passato, di affacciarci su un mondo rinnovato e di vivere un grande cambiamento.
Un grande privilegio. Un grande dono.
In realtà esiste un ' altra versione di questa vicenda.
Dio si compiacque della torre che gli uomini costruivano per stare vicino a lui. Ma ebbe compassione di loro perché lui sapeva che era un compito impossibile e destinato al fallimento. Per costruire la torre l'umanità aveva cominciato a non coltivare più la terra e questo avrebbe comportato l'ovvio risultato di generare una carestia.
Dio vedeva tutto questo. Decise di intervenire distruggendo la torre con i fulmini dal cielo, scompigliò gli uomini disperdendoli sulla terra e dando all' umanità diverse lingue. Le lingue portano in sé peculiari modi di “guardare il mondo” cioè modi di vista diversi per vedere le cose. Una ricchezza in sé.
Perciò, la conclusione che potremmo trarre è che gli “shock addizionali”, le torri di Babele sono dei doni, dei nuovi punti partenza per come guardare la realtà.
Avremo l'emozione, dopo che questo virus sarà passato, di affacciarci su un mondo rinnovato e di vivere un grande cambiamento.
Un grande privilegio. Un grande dono.