Il lavorare su me stessa nelle ultime settimane, mi ha portata a focalizzare l’attenzione sulla lettura energetica del corpo.
Per essere più chiara, mi riferisco alla capacità di identificare quegli atteggiamenti che vengono posti in essere sotto forma di tensioni croniche e inconsce.
Wilhelm Reich le ha chiamate armature caratteriali e per quanto mi riguarda è stato a tratti sconvolgente scoprire l’esistenza di corrispondenze tra tensioni somatiche e vissuti emozionali rimossi.
E’ qualcosa di molto potente che non mi ero mai trovata a dover affrontare in maniera così profonda.
Tra gli allievi di Reich ci fu Alexander Lowen che classificò le armature in 5 tipi caratteriali (schizoide, orale, masochista, psicopatico e rigido), riconducibili a quei diritti/bisogni che erano stati negati al bambino nel corso del suo sviluppo.
Ad ogni fase di sviluppo corrisponde un diritto/bisogno e la negazione o carenza di questi colpisce il bambino nella zona del corpo che è in quel momento più vulnerabile, provocandogli un blocco (contrazione muscolare cronica).
Il riprendere contatto con quelle parti rimosse, ha come risultato la possibilità di sciogliere o almeno alleviare quelle resistenze, consapevoli di essere oggi protetti dalle potenzialità proprie dell’essere adulti.
In alcune persone, che vengono identificare appieno con una specifica armatura, i tratti vengono espressi in modo estremo.
Ma a nessun essere umano corrisponde esattamente una struttura caratteriale, in ogni persona esistono tratti che possono essere riferiti a più strutture.
Specifici ideali e illusioni caratterizzano ogni tipo caratteriale e “poiché si tratta di buchi nella percezione della propria identità corporea ed emozionale, quindi nella consapevolezza della propria realtà, le persone tenderanno a privilegiare l’identificazione con un’immagine ideale di sè, costruita sulla base di ideali dell’Io e illusioni dell’Io”.
La bioenergetica assume un ruolo fondamentale nel cercare di riprendere contatto con il proprio corpo e con le proprie emozioni e ad individuare e sciogliere le tensioni e cogliere i loro significati.
Più saremo in grado di entrare in contatto con noi stessi e più profondo sarà il linguaggio attraverso il quale comunicheremo con l’altro.
Le mappe caratteriali di Lowen “sono un criterio per avvicinarsi alla conoscenza e all’apprendimento degli esseri umani. Dell’essere umano che noi stessi siamo e di coloro che condividono con noi il cammino”.
L’obbiettivo, nelle vesti di coach, è quello di imparare a sentire se stessi per poter sentire meglio anche l’altro.
Per essere più chiara, mi riferisco alla capacità di identificare quegli atteggiamenti che vengono posti in essere sotto forma di tensioni croniche e inconsce.
Wilhelm Reich le ha chiamate armature caratteriali e per quanto mi riguarda è stato a tratti sconvolgente scoprire l’esistenza di corrispondenze tra tensioni somatiche e vissuti emozionali rimossi.
E’ qualcosa di molto potente che non mi ero mai trovata a dover affrontare in maniera così profonda.
Tra gli allievi di Reich ci fu Alexander Lowen che classificò le armature in 5 tipi caratteriali (schizoide, orale, masochista, psicopatico e rigido), riconducibili a quei diritti/bisogni che erano stati negati al bambino nel corso del suo sviluppo.
Ad ogni fase di sviluppo corrisponde un diritto/bisogno e la negazione o carenza di questi colpisce il bambino nella zona del corpo che è in quel momento più vulnerabile, provocandogli un blocco (contrazione muscolare cronica).
Il riprendere contatto con quelle parti rimosse, ha come risultato la possibilità di sciogliere o almeno alleviare quelle resistenze, consapevoli di essere oggi protetti dalle potenzialità proprie dell’essere adulti.
In alcune persone, che vengono identificare appieno con una specifica armatura, i tratti vengono espressi in modo estremo.
Ma a nessun essere umano corrisponde esattamente una struttura caratteriale, in ogni persona esistono tratti che possono essere riferiti a più strutture.
Specifici ideali e illusioni caratterizzano ogni tipo caratteriale e “poiché si tratta di buchi nella percezione della propria identità corporea ed emozionale, quindi nella consapevolezza della propria realtà, le persone tenderanno a privilegiare l’identificazione con un’immagine ideale di sè, costruita sulla base di ideali dell’Io e illusioni dell’Io”.
La bioenergetica assume un ruolo fondamentale nel cercare di riprendere contatto con il proprio corpo e con le proprie emozioni e ad individuare e sciogliere le tensioni e cogliere i loro significati.
Più saremo in grado di entrare in contatto con noi stessi e più profondo sarà il linguaggio attraverso il quale comunicheremo con l’altro.
Le mappe caratteriali di Lowen “sono un criterio per avvicinarsi alla conoscenza e all’apprendimento degli esseri umani. Dell’essere umano che noi stessi siamo e di coloro che condividono con noi il cammino”.
L’obbiettivo, nelle vesti di coach, è quello di imparare a sentire se stessi per poter sentire meglio anche l’altro.