
Quando si scrive un post, ci sono molte buone regole linguistiche da rispettare e varietà di prodotti giornalistici (recensioni, interviste, articoli culturali, resoconti) da redigere sui quali però non desidero soffermarmi. Si possono trovare molte buone indicazioni su internet di come scrivere varie tipologie di articoli.
Mi soffermo invece su uno specifico tipo di articoli che mi ha accompagnato negli ultimi anni e che mi appassionano, mi danno piacere mentre li stendo, sono brevi da scrivere e da leggere e tendenzialmente rispondono alle domande che emergono dalle interazioni personali e professionali che intrattengo ogni giorno. Sono articoli di opinione su temi aperti che variano dalla psicologia, all'educazione, alla sociologia, alla filosofia.
In genere parto da una idea, da una frase, da una emozione o da una domanda e cerco di rispondere al destinatario della domanda esistenziale che potrebbe essere il mio interlocutore, il mio gruppo di riferimento, o semplicemente me stesso, posto di fronte ad un’esperienza o ad un dubbio vitale.
Quindi la frase di innesco dell’articolo mi deve emozionare e deve poter fare il giro del mio mondo relazionale per ritornare, quando è completata la stesura, ad una sintesi chiarificatrice: appagante, riflessiva, creativa.
Nel cercare di comporlo cerco di farmi capire soprattutto da colui che ha innescato la domanda, ma poi estendo il destinatario ad ogni essere umano che si interroga su argomenti simili. In effetti cerco di evidenziare il modello o lo scopo che sottende la domanda iniziale.
Proprio perché cerco il modello di ragionamento che sottende la domanda, l’articolo rimane aperto ad ulteriori approfondimenti. Spesso innesco dubbi per rimarcare la fragilità di certe asserzioni, ma cerco sempre di offrire a chi legge la possibilità di sostare e ritornare fiducioso sui propri passi per porsi domande sempre più mirate e intriganti con cui accompagnare la conoscenza, e spero il piacere, del proprio vivere quotidiano.
Mi soffermo invece su uno specifico tipo di articoli che mi ha accompagnato negli ultimi anni e che mi appassionano, mi danno piacere mentre li stendo, sono brevi da scrivere e da leggere e tendenzialmente rispondono alle domande che emergono dalle interazioni personali e professionali che intrattengo ogni giorno. Sono articoli di opinione su temi aperti che variano dalla psicologia, all'educazione, alla sociologia, alla filosofia.
In genere parto da una idea, da una frase, da una emozione o da una domanda e cerco di rispondere al destinatario della domanda esistenziale che potrebbe essere il mio interlocutore, il mio gruppo di riferimento, o semplicemente me stesso, posto di fronte ad un’esperienza o ad un dubbio vitale.
Quindi la frase di innesco dell’articolo mi deve emozionare e deve poter fare il giro del mio mondo relazionale per ritornare, quando è completata la stesura, ad una sintesi chiarificatrice: appagante, riflessiva, creativa.
Nel cercare di comporlo cerco di farmi capire soprattutto da colui che ha innescato la domanda, ma poi estendo il destinatario ad ogni essere umano che si interroga su argomenti simili. In effetti cerco di evidenziare il modello o lo scopo che sottende la domanda iniziale.
Proprio perché cerco il modello di ragionamento che sottende la domanda, l’articolo rimane aperto ad ulteriori approfondimenti. Spesso innesco dubbi per rimarcare la fragilità di certe asserzioni, ma cerco sempre di offrire a chi legge la possibilità di sostare e ritornare fiducioso sui propri passi per porsi domande sempre più mirate e intriganti con cui accompagnare la conoscenza, e spero il piacere, del proprio vivere quotidiano.