'Si sta
come d’Autunno
sugli alberi
le foglie'
Colori caldi, odori acuti e sapori forti in un clima di generale cambiamento.
Così l’Autunno prepara all’inverno, offrendoci frutti buoni quali funghi e castagne.
I colori dell’Autunno riempiono gli occhi e scaldano il cuore; passeggiare nel bosco è vero cibo per l’anima.
Novembre è il mese dei morti, ma festeggia la nascita del vino nuovo, nettare degli Dei e gioia per gli uomini.
Gli alberi perdono le foglie che tappezzano, silenziose, campagne e cortili, invadono strade e coprono sentieri.
Le foglie che cadono…da piccola le raccoglievo, le lasciavo asciugare tra due fogli di carta assorbente incollandole, poi, su cartoncini bianchi.
Ricordo una malinconia diffusa di questo periodo dell’anno, forse per la pioggia e le giornate con poca luce, ma soprattutto proprio per lo spogliarsi degli alberi.
Nonostante i collages di foglie colorate per i quali nutrivo sentita passione, venivo anche io contagiata dal sentimento di diffusa tristezza, qualcosa che sapeva di “ privazione “, emozione così diversa dall’allegria che risuonava al contrario, allo sbocciare dei primi fiori alla fine dell’inverno.
Mi chiedo oggi il perché di quella malinconia e che cosa accada, realmente, in questa stagione.
Le foglie si staccano dai rami lasciandoli spogli, talvolta spettrali, ma l’albero resta vivo, semplicemente si trasforma, in qualche modo si ( auto ) pulisce.
Fare pulizia: quante volte lo penso, lo dico e ( me ) lo prometto?
Lasciare andare quello che non serve o che, comunque, non serve più: abbastanza facile quando si tratti di buttare via oggetti, vestiti, accessori vecchi, comunque, non più usati, difficile quando si decida di abbandonare vecchie abitudini, credenze od anche emozioni.
Più confortevole restare gravati da queste sovrastrutture che, per effetto di ruminazione, diventano delle gabbie dalle quali, con il trascorrere infruttuoso del tempo, è sempre più difficile uscire.
La crescita ma, più in generale, ogni cambiamento, piccolo o grande che sia, porta con sé inevitabili scorie che parrebbe semplice riuscire ad eliminare, ciò che, in realtà, non sempre riusciamo a fare con naturalezza.
Proviamo, allora, ad osservare gli alberi e ad entrare nella loro esperienza: le piante si rinnovano perdendo le foglie che lasciano andare.
Per gli alberi la caduta delle foglie è vitale: il fenomeno è un meccanismo di protezione e di difesa contro il freddo; diversamente, essendo le foglie idonee a trattenere la neve ed in generale l’umidità, diverrebbero un peso inutile, concreto pericolo per la stessa stabilità della pianta.
Gli alberi fanno, pertanto, pulizia di quanto non serva più, perché, seppur parte di loro, è divenuta cosa non soltanto inutile, ma anche tossica.
Sentiamoci un po’ piante e facciamo pulizia di tutte quelle convenzioni, credenze ed anche emozioni che ci appesantiscono inutilmente.
Impariamo a pulirci da quello che non serve più e che, probabilmente, risulta dannoso per il nostro viaggio.
Credo che valga davvero la pena provarci.
Ci potremo, a quel punto, sentire anche noi come le foglie sugli alberi in Autunno: guardiamo con sincero affetto ai “ Soldati “ di Ungaretti, che combattono in trincea nel bosco di Courton, simbolica immagine della caducità della vita, ma, allo stesso tempo, permettiamoci di essere individui consapevoli, ben radicati, con la forza e la voglia di ripulirsi dalla pesantezza di inutili fardelli.
Ci sentiremo più leggeri, consapevoli, finalmente, di camminare liberi.
come d’Autunno
sugli alberi
le foglie'
Colori caldi, odori acuti e sapori forti in un clima di generale cambiamento.
Così l’Autunno prepara all’inverno, offrendoci frutti buoni quali funghi e castagne.
I colori dell’Autunno riempiono gli occhi e scaldano il cuore; passeggiare nel bosco è vero cibo per l’anima.
Novembre è il mese dei morti, ma festeggia la nascita del vino nuovo, nettare degli Dei e gioia per gli uomini.
Gli alberi perdono le foglie che tappezzano, silenziose, campagne e cortili, invadono strade e coprono sentieri.
Le foglie che cadono…da piccola le raccoglievo, le lasciavo asciugare tra due fogli di carta assorbente incollandole, poi, su cartoncini bianchi.
Ricordo una malinconia diffusa di questo periodo dell’anno, forse per la pioggia e le giornate con poca luce, ma soprattutto proprio per lo spogliarsi degli alberi.
Nonostante i collages di foglie colorate per i quali nutrivo sentita passione, venivo anche io contagiata dal sentimento di diffusa tristezza, qualcosa che sapeva di “ privazione “, emozione così diversa dall’allegria che risuonava al contrario, allo sbocciare dei primi fiori alla fine dell’inverno.
Mi chiedo oggi il perché di quella malinconia e che cosa accada, realmente, in questa stagione.
Le foglie si staccano dai rami lasciandoli spogli, talvolta spettrali, ma l’albero resta vivo, semplicemente si trasforma, in qualche modo si ( auto ) pulisce.
Fare pulizia: quante volte lo penso, lo dico e ( me ) lo prometto?
Lasciare andare quello che non serve o che, comunque, non serve più: abbastanza facile quando si tratti di buttare via oggetti, vestiti, accessori vecchi, comunque, non più usati, difficile quando si decida di abbandonare vecchie abitudini, credenze od anche emozioni.
Più confortevole restare gravati da queste sovrastrutture che, per effetto di ruminazione, diventano delle gabbie dalle quali, con il trascorrere infruttuoso del tempo, è sempre più difficile uscire.
La crescita ma, più in generale, ogni cambiamento, piccolo o grande che sia, porta con sé inevitabili scorie che parrebbe semplice riuscire ad eliminare, ciò che, in realtà, non sempre riusciamo a fare con naturalezza.
Proviamo, allora, ad osservare gli alberi e ad entrare nella loro esperienza: le piante si rinnovano perdendo le foglie che lasciano andare.
Per gli alberi la caduta delle foglie è vitale: il fenomeno è un meccanismo di protezione e di difesa contro il freddo; diversamente, essendo le foglie idonee a trattenere la neve ed in generale l’umidità, diverrebbero un peso inutile, concreto pericolo per la stessa stabilità della pianta.
Gli alberi fanno, pertanto, pulizia di quanto non serva più, perché, seppur parte di loro, è divenuta cosa non soltanto inutile, ma anche tossica.
Sentiamoci un po’ piante e facciamo pulizia di tutte quelle convenzioni, credenze ed anche emozioni che ci appesantiscono inutilmente.
Impariamo a pulirci da quello che non serve più e che, probabilmente, risulta dannoso per il nostro viaggio.
Credo che valga davvero la pena provarci.
Ci potremo, a quel punto, sentire anche noi come le foglie sugli alberi in Autunno: guardiamo con sincero affetto ai “ Soldati “ di Ungaretti, che combattono in trincea nel bosco di Courton, simbolica immagine della caducità della vita, ma, allo stesso tempo, permettiamoci di essere individui consapevoli, ben radicati, con la forza e la voglia di ripulirsi dalla pesantezza di inutili fardelli.
Ci sentiremo più leggeri, consapevoli, finalmente, di camminare liberi.