Ritrovo casualmente sul web una frase di Yogi Bahjan che recita: “La forza sotto i muscoli sono i nervi. La forza sotto i nervi è la resistenza e la forza sotto la resistenza sei tu”.
Avevo sentito questa frase durante il teacher training, dopo un’intensa pratica al termine della quale non riuscivo a trovare un centimetro del mio corpo che non fosse dolente.
Tutti conosciamo il significato della parola resistenza, ma in epoca di pandemia abbiamo imparato il significato di resilienza, ovvero la capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà. Tutti abbiamo vissuto traumi e difficoltà ma il modo in cui abbiamo deciso di affrontarli fa la differenza.
Resistenza è l’attitudine a contrastare efficacemente il prodursi di determinati effetti. Di per sé esprime un concetto di opposizione al manifestarsi di un qualche evento e riconduce ad una chiusura: non voglio che ciò si verifichi. Quante volte usiamo questo termine riferendoci a situazioni di lavoro o a rapporti conflittuali che rimangono irrisolti e continuano a crearci disagi?
Il nostro corpo reagisce allo stesso modo quando la mente rifiuta di accettare una situazione e per resistere al cambiamento, cristallizza le emozioni e somatizza il problema, manifestando tensioni, disagi o disfunzioni. Il corpo influenza la mente e la mente a sua volta manda segnali al corpo, che non vuole sentire, non vuole accettare, in un circolo vizioso che si autoalimenta e porta alla malattia.
Ascoltare ed ascoltarsi, accendere l’intelligenza emotiva che è innata in noi e che ci guida verso ciò che è meglio per noi, è il primo passo.
Non importa se a parlare è il corpo o la mente, in ogni situazione di discomfort è importante fermarsi ed ascoltare.
La resilienza è la capacità di adattarsi e reagire alle situazioni, trovando il proprio personale modo di essere la differenza che fa la differenza, per noi e per gli altri. Resilienza è la qualità di quei piccoli grandi eroi della porta accanto che resistono alla forza della corrente diventando la corrente stessa, per fluire negli eventi nel miglior modo che gli è possibile, esprimendo i propri talenti spesso nascosti ed il proprio sé interiore.
Questa frase mi risuona come allora, forse anche di più, e mi chiedo cosa è cambiato, chi sono oggi?
Attraverso lo yoga ho capito che la difficoltà è un’opportunità di esprimere i propri talenti e che l’unicità e i limiti del mio corpo riflettono in buona parte la mia rigidità mentale. Ho imparato ad accettare ciò che non posso cambiare e ad accogliere ciò che è bene per me, lasciando andare ciò che non serve più.
Oggi so che essere resistenti esprime la forza fisica, ma il pensiero unito all’emozione che risiede nella volontà può portare a compiere imprese straordinarie.
Oggi fluisco nella versione migliore di me e di questo successo sono infinitamente grata!
Avevo sentito questa frase durante il teacher training, dopo un’intensa pratica al termine della quale non riuscivo a trovare un centimetro del mio corpo che non fosse dolente.
Tutti conosciamo il significato della parola resistenza, ma in epoca di pandemia abbiamo imparato il significato di resilienza, ovvero la capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà. Tutti abbiamo vissuto traumi e difficoltà ma il modo in cui abbiamo deciso di affrontarli fa la differenza.
Resistenza è l’attitudine a contrastare efficacemente il prodursi di determinati effetti. Di per sé esprime un concetto di opposizione al manifestarsi di un qualche evento e riconduce ad una chiusura: non voglio che ciò si verifichi. Quante volte usiamo questo termine riferendoci a situazioni di lavoro o a rapporti conflittuali che rimangono irrisolti e continuano a crearci disagi?
Il nostro corpo reagisce allo stesso modo quando la mente rifiuta di accettare una situazione e per resistere al cambiamento, cristallizza le emozioni e somatizza il problema, manifestando tensioni, disagi o disfunzioni. Il corpo influenza la mente e la mente a sua volta manda segnali al corpo, che non vuole sentire, non vuole accettare, in un circolo vizioso che si autoalimenta e porta alla malattia.
Ascoltare ed ascoltarsi, accendere l’intelligenza emotiva che è innata in noi e che ci guida verso ciò che è meglio per noi, è il primo passo.
Non importa se a parlare è il corpo o la mente, in ogni situazione di discomfort è importante fermarsi ed ascoltare.
La resilienza è la capacità di adattarsi e reagire alle situazioni, trovando il proprio personale modo di essere la differenza che fa la differenza, per noi e per gli altri. Resilienza è la qualità di quei piccoli grandi eroi della porta accanto che resistono alla forza della corrente diventando la corrente stessa, per fluire negli eventi nel miglior modo che gli è possibile, esprimendo i propri talenti spesso nascosti ed il proprio sé interiore.
Questa frase mi risuona come allora, forse anche di più, e mi chiedo cosa è cambiato, chi sono oggi?
Attraverso lo yoga ho capito che la difficoltà è un’opportunità di esprimere i propri talenti e che l’unicità e i limiti del mio corpo riflettono in buona parte la mia rigidità mentale. Ho imparato ad accettare ciò che non posso cambiare e ad accogliere ciò che è bene per me, lasciando andare ciò che non serve più.
Oggi so che essere resistenti esprime la forza fisica, ma il pensiero unito all’emozione che risiede nella volontà può portare a compiere imprese straordinarie.
Oggi fluisco nella versione migliore di me e di questo successo sono infinitamente grata!