L’Aurosal è l’attivazione della energia fisica e mentale dell’atleta; viene anche indicato come “Stato di Allerta”.
Identifica l’intensità dell’attivazione fisiologica o comportamentale dell’organismo: aumentano vigilanza ed attenzione, i muscoli vengono attivati per lo sforzo, cuore e polmoni si preparano al dispendio energetico. Ad esempio quando si deve affrontare una competizione sportiva, o più semplicemente una performance, sportiva ma anche lavorativa, il nostro organismo, nella sua accezione di unità "mente-corpo", si prepara ad affrontarla attraverso un’attivazione psicofisiologica, si evidenziano vere e proprie “modifiche corporee”.
1)Adattamento dell’apparato ricettivo e sensoriale: Tutto l’organismo è pronto e attento per la prestazione(ad esempio si è studiato che si ha una tensione ottimale del muscolo tensore del timpano).
2)Adattamento posturale : Tutto l’apparato muscolare e scheletrico assume la postura adatta per la prestazione: il capo si orienta verso la sorgente degli stimoli e l’intero corpo è proiettato verso di essi.
3)Adattamento della tensione muscolare : Tutto l’apparato muscolare è in stato di tensione e pronto alla performance. In stato di arousal si determina un incremento generale della tensione muscolare.
4)Adattamento del sistema nervoso centrale, periferico ed autonomo: Tutte le attività del cervello sono orientate alla performance: ad esempio si accorciano i tempi di reazione a uno stimolo e i denota una scomparsa delle Onde Alfa.
La relazione tra livello di attivazione e prestazione è rappresentata dalla Teoria di Yerkes e Dodson, questa teoria afferma che il livello della prestazione segue l’andamento di una U rovesciata.
Ad un grado di bassa attivazione il livello della prestazione è basso: l’atleta, si dice in gergo, che è “scarico”; può darsi che non sia motivato, o che si senta distaccato, comunque fa fatica a concentrarsi, a entrare nella gara. L’atleta può vivere sensazioni di stanchezza e impotenza (è inutile tentare tanto non ce la faccio).
Man mano che l’attivazione cresce, la prestazione migliora, fino a raggiungere il massimo corrispondente al vertice della U rovesciata (stato di flow). L’organismo è ricco di energia, il tono muscolare è ad un livello ottimale per conferire forza, precisione ed efficienza al gesto.
L’atleta sperimenta un adeguato livello di stress e ansia, sente di controllare le proprie azioni, vive un generale senso di benessere ed auto-efficacia, non è disturbato dai propri pensieri poiché è completamente concentrato sulla sua attività.
Infine, quando l’attivazione sale ulteriormente, la prestazione comincia a scadere: il tono muscolare è salito eccessivamente (tensione e rigidità muscolare) e interferisce con il gesto, provocando perdita delle coordinazioni fini e diminuzione della fluidità del movimento. L’atleta può presentare tachicardia, sudorazione, innalzamento della pressione arteriosa, affaticamento precoce. Sul piano emotivo sperimenta elevati livelli di ansia e stress e scarso controllo delle reazioni emotive (scatti di rabbia). A livello cognitivo, infine, può mostrare una diminuzione dell’attenzione e della concentrazione e invasione di pensieri interferenti, catastrofici e di fallimento.
L'esecuzione migliore pertanto si realizzerebbe ad un livello intermedio di arousal che può essere identificato con quella parte utile di ansia e stress che consente una preparazione ottimale dell'azione.
Di conseguenza, se un atleta prima della gara è già in una condizione di forte eccitazione emotiva (livello elevato di ansia e stress), con intensa attivazione, anche un moderato aumento dell'arousal risulta eccessivo.
Se, viceversa, l'atleta è più tranquillo e meno emozionato, sarà in grado di tollerare un più alto livello di arousal senza ricadute negative sulla prestazione.
Fattori situazionali e personali possono influire sul livello di arousal. Questi fattori sono denominati stressor e sono i più vari: un cattivo andamento dei risultati, una cattiva prestazione durante la gara, un cattivo rapporto con l'ambiente (circolo, allenatore, genitori, pubblico), un mancato ambientamento nei luoghi di svolgimento della gara, condizioni climatiche (freddo, caldo, umidità…), una partita importante, un rapporto non adeguato tra abilità ed obiettivo (l’atleta valuta se stesso non sufficientemente capace di raggiungere l'obiettivo), pressioni esterne (allenatore, genitori), infortuni, eccessive aspettative, pensieri disturbanti (errori, preoccupazioni, sensazioni di impotenza), e così via.
Quando questi stimoli stressanti provocano un innalzamento dell’arousal al di sopra dei livelli normali, facilmente viene suscitato uno stato di ansia che interferisce con la prestazione.
E' importante, a questo punto, puntualizzare che il livello di arousal ottimale è diverso per ognuno di noi. Per ogni singolo atleta è fondamentale conoscere il proprio livello di attivazione associato al rendimento ottimale e le sue fluttuazioni durante la prestazione.
La psicologia dello sport aiuta l'atleta a divenire consapevole e riprodurre tutte quelle condizioni che rendono più probabile il verificarsi di uno stato di flow.