La mia vita non è come quella che ho immaginato.
Se avessi fatto quel percorso di studio...
Se avessi accettato quell'offerta di lavoro...
Se avessi seguito quella ragazza ad Oslo...
Se avessi deciso di rimanere solo...
Se avessi deciso di sposarmi e fare figli...
Se avessi deciso di essere più intraprendente...
Se avessi avuto la forza di non avere paura...
Se,se,se...
E' molto facile cadere nel tranello di incolparci per scelte mai fatte dimenticando che a fronte di queste vi sono invece decisioni alternative che abbiamo avuto la forza e capacità di sostenere.
Da qui occorre partire per ricordare le sensazioni conscie od inconscie che ci hanno spinto, le emozioni che abbiamo provato, i pensieri che ci hanno assalito subito dopo e la rielaborazione del passo appena compiuto.
Si dice "mai piangere sul latte versato"... Vero, ma ciò può valere solo quando si decide con consapevolezza di versare il latte.
Senza spinte o sollecitazioni provenienti dall'esterno o legate a visioni altrui del nostro essere ma solo andando nella direzione proposta dal proprio corpo e dalla propria mente.
Ecco quindi che è opportuno cambiare accento e non cadere nel gioco dei "se" ma ritrovare in pieno il proprio "Sè"!
Capire e sentire il proprio corpo, il proprio spazio, ci permette di trovare quell'equilibrio necessario per gestire scelte in modo consapevole così da non trovarsi mai e poi mai nel loop mentale di quelle domande alla "Sliding Doors".
Accogliere il nuovo, il cambiamento che ogni decisione consapevole ci porta è il modo per poterlo vivere con positività e propositività.
Essere in ascolto di tutte le sensazioni, emozioni che hanno portato al movimento di modifica dello status quo ci permette di non abbandonarci a recriminazioni, pensieri negativi, rimpianti e a tutto ciò che, immaginando una nostra postura, ci rende chiusi, con spalle abbassate e strette e sguardo perso nel vuoto.
Al contrario, se il nostro percorso è stato ben interiorizzato ci porremo di fronte a noi e agli altri con sguardo curioso, aperto ma deciso e con una posizione eretta, di accoglimento ma non di sfida. Così da permettere facilmente l'ingresso ad altri, ad altre esperienze che arricchiranno le nostre domande e ad ulteriori momenti di cambiamento che ci porranno sempre più in contatto con il nostro nucleo.
Agiamo quindi!! Utilizziamo il movimento fisico e mentale per trasformare i nostri "se" in percorsi di crescita, di scoperta ed arricchimento del nostro "Sè".
Un piccolo sforzo, dai...Solo una questione di accento....
Se avessi fatto quel percorso di studio...
Se avessi accettato quell'offerta di lavoro...
Se avessi seguito quella ragazza ad Oslo...
Se avessi deciso di rimanere solo...
Se avessi deciso di sposarmi e fare figli...
Se avessi deciso di essere più intraprendente...
Se avessi avuto la forza di non avere paura...
Se,se,se...
E' molto facile cadere nel tranello di incolparci per scelte mai fatte dimenticando che a fronte di queste vi sono invece decisioni alternative che abbiamo avuto la forza e capacità di sostenere.
Da qui occorre partire per ricordare le sensazioni conscie od inconscie che ci hanno spinto, le emozioni che abbiamo provato, i pensieri che ci hanno assalito subito dopo e la rielaborazione del passo appena compiuto.
Si dice "mai piangere sul latte versato"... Vero, ma ciò può valere solo quando si decide con consapevolezza di versare il latte.
Senza spinte o sollecitazioni provenienti dall'esterno o legate a visioni altrui del nostro essere ma solo andando nella direzione proposta dal proprio corpo e dalla propria mente.
Ecco quindi che è opportuno cambiare accento e non cadere nel gioco dei "se" ma ritrovare in pieno il proprio "Sè"!
Capire e sentire il proprio corpo, il proprio spazio, ci permette di trovare quell'equilibrio necessario per gestire scelte in modo consapevole così da non trovarsi mai e poi mai nel loop mentale di quelle domande alla "Sliding Doors".
Accogliere il nuovo, il cambiamento che ogni decisione consapevole ci porta è il modo per poterlo vivere con positività e propositività.
Essere in ascolto di tutte le sensazioni, emozioni che hanno portato al movimento di modifica dello status quo ci permette di non abbandonarci a recriminazioni, pensieri negativi, rimpianti e a tutto ciò che, immaginando una nostra postura, ci rende chiusi, con spalle abbassate e strette e sguardo perso nel vuoto.
Al contrario, se il nostro percorso è stato ben interiorizzato ci porremo di fronte a noi e agli altri con sguardo curioso, aperto ma deciso e con una posizione eretta, di accoglimento ma non di sfida. Così da permettere facilmente l'ingresso ad altri, ad altre esperienze che arricchiranno le nostre domande e ad ulteriori momenti di cambiamento che ci porranno sempre più in contatto con il nostro nucleo.
Agiamo quindi!! Utilizziamo il movimento fisico e mentale per trasformare i nostri "se" in percorsi di crescita, di scoperta ed arricchimento del nostro "Sè".
Un piccolo sforzo, dai...Solo una questione di accento....