Per valorizzare l’arte della performance e apprendere in base al proprio livello di coscienza, rispettoso delle proprie peculiarità fisiche, è necessario ‘accordare lo strumento’. E lo strumento è il corpo e i suoi movimenti.
In certi allenamenti e gare, la determinazione dell’atleta la si riscontra nella qualità del movimento, nella spontaneità dei gesti, nella liturgia delle animazioni, e, anche, nelle noiose azioni ripetute.
L’atleta, quando è curioso dei propri movimenti ha modo di scoprire i molteplici significati e motivazioni che ne stanno alla base. Questo avviene se studia e regola i movimenti stessi, con lo scopo di scoprire risorse tecniche e fisiche, sia nei movimenti appropriati che nei non-movimenti.
E cosa scopre? Che ogni sforzo ha la qualità di combinare il peso corporeo con il trasferimento del corpo nello spazio, di modulare il tempo di esecuzione con il flusso della relazione, sia con l’avversario che con gli elementi dominanti dell’ambiente.
Il movimento ha una sua efficacia intrinseca. Parte da un impulso nervoso, agisce come spinta e raggiunge uno scopo. Il movimento per l’atleta è il suo linguaggio. Detta i singoli atti, parla attraverso i gesti, microfona attraverso intere sequenze di movimento.
La qualità dei gesti poi permette di comprendere come sta davvero l’atleta, non solo nel corpo, ma emotivamente e psicologicamente.
Se l’atleta è attento, riesce a distinguere il semplice atto ordinario dal movimento consapevole e qualificato. E questo avviene se ha la possibilità di cogliere l’e-motion, la dimensione emozionale dell’azione.
La ricerca del movimento efficace, pertanto, è la ricerca incessante di un equilibrio tra movimento spontaneo, immediato, impulsivo, ma anche rinfrescante e generativo, e movimenti più controllati tecnicamente e mentalmente. Il tutto si somma all'ascolto, in tempo reale, delle proprie condizioni psicofisiche compresi i sintomi, le tensioni, il nervosismo, le preoccupazioni.
Quello che si genera diventa arte dell’esperienza e bellezza dell’azione e si esprime in spontaneità (e-motion, appunto) e controllo flessibile (e-organization).
E’ questo che rende piacevole ed efficace l’azione sportiva, soprattutto quando il movimento sostiene l’intenzionalità delle proprie motivazioni.
Se il movimento potesse parlare direbbe: ‘avanti tutta’, ‘mettici l’anima’, ‘reagisci’, ‘io sono partito’. Si tratta di assecondarlo, seguirlo, accompagnarlo. Ma dice anche: ‘attento, osserva, analizza, hai l’opportunità di sperimentare l’essenziale in ogni secondo/minuto. Permettiti di conoscerti meglio e di connetterti con i desideri che intendi realizzare’.
Questa è la danza del movimento. Questa è la tua danza.
In certi allenamenti e gare, la determinazione dell’atleta la si riscontra nella qualità del movimento, nella spontaneità dei gesti, nella liturgia delle animazioni, e, anche, nelle noiose azioni ripetute.
L’atleta, quando è curioso dei propri movimenti ha modo di scoprire i molteplici significati e motivazioni che ne stanno alla base. Questo avviene se studia e regola i movimenti stessi, con lo scopo di scoprire risorse tecniche e fisiche, sia nei movimenti appropriati che nei non-movimenti.
E cosa scopre? Che ogni sforzo ha la qualità di combinare il peso corporeo con il trasferimento del corpo nello spazio, di modulare il tempo di esecuzione con il flusso della relazione, sia con l’avversario che con gli elementi dominanti dell’ambiente.
Il movimento ha una sua efficacia intrinseca. Parte da un impulso nervoso, agisce come spinta e raggiunge uno scopo. Il movimento per l’atleta è il suo linguaggio. Detta i singoli atti, parla attraverso i gesti, microfona attraverso intere sequenze di movimento.
La qualità dei gesti poi permette di comprendere come sta davvero l’atleta, non solo nel corpo, ma emotivamente e psicologicamente.
Se l’atleta è attento, riesce a distinguere il semplice atto ordinario dal movimento consapevole e qualificato. E questo avviene se ha la possibilità di cogliere l’e-motion, la dimensione emozionale dell’azione.
La ricerca del movimento efficace, pertanto, è la ricerca incessante di un equilibrio tra movimento spontaneo, immediato, impulsivo, ma anche rinfrescante e generativo, e movimenti più controllati tecnicamente e mentalmente. Il tutto si somma all'ascolto, in tempo reale, delle proprie condizioni psicofisiche compresi i sintomi, le tensioni, il nervosismo, le preoccupazioni.
Quello che si genera diventa arte dell’esperienza e bellezza dell’azione e si esprime in spontaneità (e-motion, appunto) e controllo flessibile (e-organization).
E’ questo che rende piacevole ed efficace l’azione sportiva, soprattutto quando il movimento sostiene l’intenzionalità delle proprie motivazioni.
Se il movimento potesse parlare direbbe: ‘avanti tutta’, ‘mettici l’anima’, ‘reagisci’, ‘io sono partito’. Si tratta di assecondarlo, seguirlo, accompagnarlo. Ma dice anche: ‘attento, osserva, analizza, hai l’opportunità di sperimentare l’essenziale in ogni secondo/minuto. Permettiti di conoscerti meglio e di connetterti con i desideri che intendi realizzare’.
Questa è la danza del movimento. Questa è la tua danza.