Ci hanno insegnato da piccoli a ringraziare per educazione. Abbiamo sentito pronunciare il grazie per la prima volta dalla mamma:” Come si dice? Si dice grazie signora!” quando ricevevi una caramella o un regalo. Non è di questo grazie che voglio parlare ma di UN grazie “più adulto” che va al di là dell’educazione. Sgorga dal cuore e nasce come sentimento, sentimento di profonda gratitudine. Contattarlo anche per un solo attimo può rendere la giornata più leggera e più ricca nello stesso tempo. Ormai anche la scienza è riuscita a dimostrare l’effetto benefico della gratitudine su tutto l’organismo.
Ho provato a sperimentare. Subito al mattino guardandomi intorno ho compreso quante potevano essere le persone, le situazioni e le bellezze per cui ringraziare. I primi giorni ho fatto forse un po’ fatica ad individuare di che cosa essere grata poiché molte sono le cose che diamo per scontato o per diritto. La vita stessa non la consideriamo un dono? Ora, giorno per giorno, l’elenco si fa lunghissimo e un sorriso spontaneo di gioia mi fa vivere la giornata con energia. E’ un esperimento a cui poi non si rinuncia più, bisogna fermarsi e ascoltare, osservare e sentire come tutto fosse lì per la prima volta, in dono.
Mi è capitato addirittura di ringraziare, in silenzio, una persona che stava alzando la voce. Abitualmente questa situazione mi avrebbe bloccata, tanto da reagire in malo modo. Questa volta è stato diverso, ho ascoltato la persona e me che ascoltavo, e nel contempo contattavo la mia gratitudine: quella persona mi stava facendo vedere quanto dovevo ancora lavorare su di me per non subire l’aggressività e anche quanto avevo già lavorato poiché la situazione non mi destabilizzava tanto. Infine, la cosa più straordinaria è che il sentimento di gratitudine che stavo provando mi aveva spostato dalla reazione.
Ho compreso che il dono del grazie adulto, legato al sentimento di gratitudine è un grande toccasana per me e di conseguenza anche per gli altri con cui mi relaziono e va coltivato ogni giorno, ogni istante.
Incominciamo a contagiare e a insegnarlo ai figli che il grazie non è solo educazione ma è medicina per la psiche e per il corpo.
Ho provato a sperimentare. Subito al mattino guardandomi intorno ho compreso quante potevano essere le persone, le situazioni e le bellezze per cui ringraziare. I primi giorni ho fatto forse un po’ fatica ad individuare di che cosa essere grata poiché molte sono le cose che diamo per scontato o per diritto. La vita stessa non la consideriamo un dono? Ora, giorno per giorno, l’elenco si fa lunghissimo e un sorriso spontaneo di gioia mi fa vivere la giornata con energia. E’ un esperimento a cui poi non si rinuncia più, bisogna fermarsi e ascoltare, osservare e sentire come tutto fosse lì per la prima volta, in dono.
Mi è capitato addirittura di ringraziare, in silenzio, una persona che stava alzando la voce. Abitualmente questa situazione mi avrebbe bloccata, tanto da reagire in malo modo. Questa volta è stato diverso, ho ascoltato la persona e me che ascoltavo, e nel contempo contattavo la mia gratitudine: quella persona mi stava facendo vedere quanto dovevo ancora lavorare su di me per non subire l’aggressività e anche quanto avevo già lavorato poiché la situazione non mi destabilizzava tanto. Infine, la cosa più straordinaria è che il sentimento di gratitudine che stavo provando mi aveva spostato dalla reazione.
Ho compreso che il dono del grazie adulto, legato al sentimento di gratitudine è un grande toccasana per me e di conseguenza anche per gli altri con cui mi relaziono e va coltivato ogni giorno, ogni istante.
Incominciamo a contagiare e a insegnarlo ai figli che il grazie non è solo educazione ma è medicina per la psiche e per il corpo.