"Esiste un curioso paradosso: quando mi accetto così come sono, allora posso cambiare" diceva Carl Rogers.
In questo tempo di crisi, solitudine e incertezza ci siamo ritrovati a riflettere su noi stessi e con noi stessi. Siamo sempre stati immersi nella "cultura del fare" piuttosto che nella "cultura dell'essere".
Abbiamo scoperto, esplorato e sondato la nostra realtà interiore, acquisendo più consapevolezza. Ognuno a modo suo “è stato” invece che “ha fatto”.
La condivisione di idee è un booster potentissimo, aiuta a stimolare e crescere. A volte una semplice parola detta da un amico, una frase, un nuovo concetto o una idea possono cambiare la vita di ciascuno di noi e/o portare nuova spinta propulsiva.
Parlando con amici di quali sono stati gli aspetti positivi di questa esperienza sono emerse delle considerazioni ricche di significato che voglio condividere; poche parole che racchiudono un vissuto personale e profondo ma al tempo stesso collettivo, in cui ognuno di noi può in parte riconoscersi.
E’ emerso il tema dello Spazio:
“La sorpresa del contatto (vero) con l'ambiente in cui vivo”
Siamo spesso abituati a vivere “fuori” e poco “dentro”. In queste settimane siamo invece stati molto dentro e poco fuori. Un dentro e un fuori che diventano metafora del nostro spazio fisico e psicologico. Siamo stati poco fuori ma credo tanto dentro di noi e abbiamo avuto l’opportunità di esplorare i nostri confini psicologici e oltrepassarli.
Abbiamo ritrovato il valore del Tempo:
“Tempo per ascoltare quello che faccio, tempo per godermi la mia famiglia, tempo per guardarci, tempo per innamorarmi ancora più dei miei figli se mai sia possibile... svincolata dalla pressione di dover essere continuamente in un altro posto con il corpo e con la mente”
Il tempo fisico scandito dal ritmo delle lancette dell’orologio ha lasciato spazio ad un tempo fisico-psicologico scandito dai ritmi. Il tempo acquisisce forma, sentimento, ricchezza, diventa un vivere pienamente nel tempo.
Abbiamo sentito l’Energia
“Io ho imparato a fermarmi. Sono sempre stata una persona che corre senza fermarsi mai. Ora sono ferma e analizzo gli ostacoli, ed è come essere tornata bambina quando mia madre mi insegnava a giocare a Dama. Guardo le pedine e penso alle mosse di attacco e di difesa. Lo trovo anche un po' snervante, ma ci sto lavorando”
Fermarsi diventa il preludio per l’azione, pone le basi della progettualità e del cambiamento.
Fermandoci percepiamo la potenza della nostra energia che cerca uno sfogo fisico e mentale, che ci fa stare svegli la notte o incapaci di stare seduti per troppo tempo; energia che incanalata in modo opportuno diventa la nostra più grande risorsa.
La percezione di quello che siamo, Spazio, Tempo, Energia riporta la Persona alla sua centralità a livello personale e relazionale.
“Ho ritrovato il tempo per me, per meditare, fare yoga quotidianamente, riprendere alcune passioni... nonostante lavori le stesse ore che in ufficio ma meno stressata e più produttiva!”
“Ho capito chi c’è davvero perché REALE e chi, invece, c’era solo per tornaconto e facciata. Ha reso più prezioso che mai il concetto di AMICIZIA”
Abbiamo compreso la differenza tra necessario e superficiale, non solo a livello materiale ma anche relazionale. Abbiamo ritrovato il piacere di stare con noi stessi e in noi stessi. Ci siamo sentiti più “Persona” piuttosto che quello che siamo in base al nostro “ruolo” sociale e lavorativo.
Abbiamo riscoperto l’importanza delle relazioni e dei rapporti sani, costruttivi e ci siamo resi conto che la qualità di questi conta più che la quantità. Incontriamo spesso centinaia di persone ogni giorno ma poi a sera ci sentiamo un po' soli. Mentre prima eravamo scelti dalle persone per l’utilità cora abbiamo riscoperto l’importanza dello scegliere a chi dedicare il nostro tempo.
Accettando consapevolmente tutto quello che di positivo e negativo abbiamo vissuto, scoperto e ritrovato allora possiamo davvero cambiare.
A volte cambiare è più facile di quello che pensiamo; il cambiamento è spesso a portata di mano e molto più spesso è già dentro noi stessi.
Copyright Lorenzo Savioli anteprima editoriale riservata
In questo tempo di crisi, solitudine e incertezza ci siamo ritrovati a riflettere su noi stessi e con noi stessi. Siamo sempre stati immersi nella "cultura del fare" piuttosto che nella "cultura dell'essere".
Abbiamo scoperto, esplorato e sondato la nostra realtà interiore, acquisendo più consapevolezza. Ognuno a modo suo “è stato” invece che “ha fatto”.
La condivisione di idee è un booster potentissimo, aiuta a stimolare e crescere. A volte una semplice parola detta da un amico, una frase, un nuovo concetto o una idea possono cambiare la vita di ciascuno di noi e/o portare nuova spinta propulsiva.
Parlando con amici di quali sono stati gli aspetti positivi di questa esperienza sono emerse delle considerazioni ricche di significato che voglio condividere; poche parole che racchiudono un vissuto personale e profondo ma al tempo stesso collettivo, in cui ognuno di noi può in parte riconoscersi.
E’ emerso il tema dello Spazio:
“La sorpresa del contatto (vero) con l'ambiente in cui vivo”
Siamo spesso abituati a vivere “fuori” e poco “dentro”. In queste settimane siamo invece stati molto dentro e poco fuori. Un dentro e un fuori che diventano metafora del nostro spazio fisico e psicologico. Siamo stati poco fuori ma credo tanto dentro di noi e abbiamo avuto l’opportunità di esplorare i nostri confini psicologici e oltrepassarli.
Abbiamo ritrovato il valore del Tempo:
“Tempo per ascoltare quello che faccio, tempo per godermi la mia famiglia, tempo per guardarci, tempo per innamorarmi ancora più dei miei figli se mai sia possibile... svincolata dalla pressione di dover essere continuamente in un altro posto con il corpo e con la mente”
Il tempo fisico scandito dal ritmo delle lancette dell’orologio ha lasciato spazio ad un tempo fisico-psicologico scandito dai ritmi. Il tempo acquisisce forma, sentimento, ricchezza, diventa un vivere pienamente nel tempo.
Abbiamo sentito l’Energia
“Io ho imparato a fermarmi. Sono sempre stata una persona che corre senza fermarsi mai. Ora sono ferma e analizzo gli ostacoli, ed è come essere tornata bambina quando mia madre mi insegnava a giocare a Dama. Guardo le pedine e penso alle mosse di attacco e di difesa. Lo trovo anche un po' snervante, ma ci sto lavorando”
Fermarsi diventa il preludio per l’azione, pone le basi della progettualità e del cambiamento.
Fermandoci percepiamo la potenza della nostra energia che cerca uno sfogo fisico e mentale, che ci fa stare svegli la notte o incapaci di stare seduti per troppo tempo; energia che incanalata in modo opportuno diventa la nostra più grande risorsa.
La percezione di quello che siamo, Spazio, Tempo, Energia riporta la Persona alla sua centralità a livello personale e relazionale.
“Ho ritrovato il tempo per me, per meditare, fare yoga quotidianamente, riprendere alcune passioni... nonostante lavori le stesse ore che in ufficio ma meno stressata e più produttiva!”
“Ho capito chi c’è davvero perché REALE e chi, invece, c’era solo per tornaconto e facciata. Ha reso più prezioso che mai il concetto di AMICIZIA”
Abbiamo compreso la differenza tra necessario e superficiale, non solo a livello materiale ma anche relazionale. Abbiamo ritrovato il piacere di stare con noi stessi e in noi stessi. Ci siamo sentiti più “Persona” piuttosto che quello che siamo in base al nostro “ruolo” sociale e lavorativo.
Abbiamo riscoperto l’importanza delle relazioni e dei rapporti sani, costruttivi e ci siamo resi conto che la qualità di questi conta più che la quantità. Incontriamo spesso centinaia di persone ogni giorno ma poi a sera ci sentiamo un po' soli. Mentre prima eravamo scelti dalle persone per l’utilità cora abbiamo riscoperto l’importanza dello scegliere a chi dedicare il nostro tempo.
Accettando consapevolmente tutto quello che di positivo e negativo abbiamo vissuto, scoperto e ritrovato allora possiamo davvero cambiare.
A volte cambiare è più facile di quello che pensiamo; il cambiamento è spesso a portata di mano e molto più spesso è già dentro noi stessi.
Copyright Lorenzo Savioli anteprima editoriale riservata