Come è andata?
“ Sono deluso” …
Quante volte lo abbiamo detto tutti? Ed il retrogusto di questa frase è sempre lo stesso, amaro, acido, salato, a volte insipido, ispira sentimenti di tristezza ed alimenta lo spettro dell’incapacità…
“Speravo di riuscire a fare quella cosa…!”
“Credevo di arrivare fino là…!”
“Ero già riuscito! Perché questa volta mi sono bloccato?”
Speravo… Credevo… sono un’po’ come i saracchi dei ghiacciai, dobbiamo fare attenzione a passarci non troppo vicino, sono attraenti come le sirene per i marinai, ma nascondono un pericolo importante, se ci cadiamo dentro rischiamo grosso e poi per uscirne serve uno sforzo grande ed a volte un aiuto esterno.
Nella vita di oggi che ci vuole tutti “Belli Forti e Vincenti” dove se hai fatto 100 una volta, devi poterlo fare sempre altrimenti sei un perdente…
Ma allora, come non cadere nella delusione?
Come passare a debita distanza da “Speravo e Credevo”?
Come evitare che la Delusione ci affossi e ci annebbi la vista?
Forse vederla da una prospettiva diversa può aiutare; e se la delusione sottendesse solo la voglia di fare bene? Se vedessimo la nostra delusione come “mi sono impegnato davvero tanto per questa cosa!” Se a questo punto l’essere un perdente potesse solo significare che sono caduto e mi devo rialzare per riprendere il cammino?
Probabilmente assumerebbe un sapore diverso, e la vista sarebbe più chiara, e di fronte a noi stessi si disegnerebbe l’immagine di qualcuno che “ci mette l’anima” per fare le cose e che pretende tanto da sé e diventerebbe più semplice accettare che quando corriamo sempre al limite non è facile tenere il cordolo della curva tutte le volte, ma mancarlo qualche volta non significa che stiamo correndo male, solo che stiamo correndo davvero con tutto l’impegno che possiamo e questo è sempre lodevole.
“ Sono deluso” …
Quante volte lo abbiamo detto tutti? Ed il retrogusto di questa frase è sempre lo stesso, amaro, acido, salato, a volte insipido, ispira sentimenti di tristezza ed alimenta lo spettro dell’incapacità…
“Speravo di riuscire a fare quella cosa…!”
“Credevo di arrivare fino là…!”
“Ero già riuscito! Perché questa volta mi sono bloccato?”
Speravo… Credevo… sono un’po’ come i saracchi dei ghiacciai, dobbiamo fare attenzione a passarci non troppo vicino, sono attraenti come le sirene per i marinai, ma nascondono un pericolo importante, se ci cadiamo dentro rischiamo grosso e poi per uscirne serve uno sforzo grande ed a volte un aiuto esterno.
Nella vita di oggi che ci vuole tutti “Belli Forti e Vincenti” dove se hai fatto 100 una volta, devi poterlo fare sempre altrimenti sei un perdente…
Ma allora, come non cadere nella delusione?
Come passare a debita distanza da “Speravo e Credevo”?
Come evitare che la Delusione ci affossi e ci annebbi la vista?
Forse vederla da una prospettiva diversa può aiutare; e se la delusione sottendesse solo la voglia di fare bene? Se vedessimo la nostra delusione come “mi sono impegnato davvero tanto per questa cosa!” Se a questo punto l’essere un perdente potesse solo significare che sono caduto e mi devo rialzare per riprendere il cammino?
Probabilmente assumerebbe un sapore diverso, e la vista sarebbe più chiara, e di fronte a noi stessi si disegnerebbe l’immagine di qualcuno che “ci mette l’anima” per fare le cose e che pretende tanto da sé e diventerebbe più semplice accettare che quando corriamo sempre al limite non è facile tenere il cordolo della curva tutte le volte, ma mancarlo qualche volta non significa che stiamo correndo male, solo che stiamo correndo davvero con tutto l’impegno che possiamo e questo è sempre lodevole.