Ho sempre sentito, studiato e provato che la mente può tutto. Tanti sono gli slogan che trovi nelle pubblicità, sui libri, nei film, negli ambienti di lavoro e sportivi: la forza della mente, con la mente puoi arrivare dove vuoi, come superare il dolore con la mente, ecc..
Insomma tutto si può fare e si può raggiungere grazie ad essa. Ma quando invece è il corpo a dare segnali di debolezza che la mente non vuole ascoltare??
Raramente, ma purtroppo accade, soprattutto a noi sportivi succede che gli allenamenti si intensificano, aumentano di carico e concentrazione. Abbiamo ben in mente il nostro obiettivo e stiamo facendo di tutto per raggiungerlo. La nostra mente è concentrata, focalizzata solo ed esclusivamente sull'obiettivo. Tutto è programmato con accurata precisione, dall'alimentazione agli allenamenti ma qualcosa sembra non andare. Nonostante gli allenamenti e il supporto dell'allenatore e della mente il tuo corpo non va avanti. Le gambe non rispondono più ai comandi. La tua mente dice di andare da A a B in tot tempo ma le gambe non ci arrivano o vanno alla loro velocità. Allora provi a modificare qualcosa. Provi a capire quale potrebbe essere lo schema mentale che ti sta fregando.
Tutte queste domande senza mai essersi soffermati a chiedere al corpo: "stai bene?", "ce la puoi fare?". Ebbene si, ho conosciuto personalmente il famoso Overtraining. Il mio corpo ad un certo punto ha ceduto, nonostante tutti i supporti esterni non è più riuscito a sostenermi, ad accontentarmi. Non aveva più le energie per continuare. A quel punto ho dovuto confrontarmi con la mente e chiederle di pazientare, adeguarmi e rassegnarmi al dover "riposare" e dare al mio corpo il tempo di guarire, di ricaricarsi al meglio. Non è stato facile accettare di dover far un passo indietro, di dover saltare qualche gara o di farle con obiettivi nettamente più reali e bassi.
Accettare di vedere le compagne gioire per le proprie prestazioni mentre io rimanevo in disparte e peggioravo. Il segreto è darsi tempo, e trovare una nuova motivazione, cercare di prendersi quella pausa e di assaporare quei momenti di pace senza frenesia. Riscoprire la bellezza di fare il proprio sport senza dover guardare l'orologio con i tempi e le andature ma semplicemente godersi il momento. Ora che pian piano il mio corpo è guarito devo ammettere che mi mancano le giornate senza controlli, senza scadenze, senza orologi e tempi. Ma sono grata al mio corpo per avermi dato il tempo, per avermi insegnato la pazienza e il sentire. Ancora oggi ho tenuto un giorno per me, per godermi lo sport solo per me e per la natura, senza pensieri...e lo consiglio vivamente come medicina.
Insomma tutto si può fare e si può raggiungere grazie ad essa. Ma quando invece è il corpo a dare segnali di debolezza che la mente non vuole ascoltare??
Raramente, ma purtroppo accade, soprattutto a noi sportivi succede che gli allenamenti si intensificano, aumentano di carico e concentrazione. Abbiamo ben in mente il nostro obiettivo e stiamo facendo di tutto per raggiungerlo. La nostra mente è concentrata, focalizzata solo ed esclusivamente sull'obiettivo. Tutto è programmato con accurata precisione, dall'alimentazione agli allenamenti ma qualcosa sembra non andare. Nonostante gli allenamenti e il supporto dell'allenatore e della mente il tuo corpo non va avanti. Le gambe non rispondono più ai comandi. La tua mente dice di andare da A a B in tot tempo ma le gambe non ci arrivano o vanno alla loro velocità. Allora provi a modificare qualcosa. Provi a capire quale potrebbe essere lo schema mentale che ti sta fregando.
Tutte queste domande senza mai essersi soffermati a chiedere al corpo: "stai bene?", "ce la puoi fare?". Ebbene si, ho conosciuto personalmente il famoso Overtraining. Il mio corpo ad un certo punto ha ceduto, nonostante tutti i supporti esterni non è più riuscito a sostenermi, ad accontentarmi. Non aveva più le energie per continuare. A quel punto ho dovuto confrontarmi con la mente e chiederle di pazientare, adeguarmi e rassegnarmi al dover "riposare" e dare al mio corpo il tempo di guarire, di ricaricarsi al meglio. Non è stato facile accettare di dover far un passo indietro, di dover saltare qualche gara o di farle con obiettivi nettamente più reali e bassi.
Accettare di vedere le compagne gioire per le proprie prestazioni mentre io rimanevo in disparte e peggioravo. Il segreto è darsi tempo, e trovare una nuova motivazione, cercare di prendersi quella pausa e di assaporare quei momenti di pace senza frenesia. Riscoprire la bellezza di fare il proprio sport senza dover guardare l'orologio con i tempi e le andature ma semplicemente godersi il momento. Ora che pian piano il mio corpo è guarito devo ammettere che mi mancano le giornate senza controlli, senza scadenze, senza orologi e tempi. Ma sono grata al mio corpo per avermi dato il tempo, per avermi insegnato la pazienza e il sentire. Ancora oggi ho tenuto un giorno per me, per godermi lo sport solo per me e per la natura, senza pensieri...e lo consiglio vivamente come medicina.