“Troviamo comfort tra coloro che sono d’accordo con noi – crescita tra coloro che non lo sono” (Frank Clark)
Ci sono situazioni in cui con il passare del tempo ci adagiamo, sguazzando nella comodità del noto, anche quando non lo condividiamo totalmente, quando non ci rappresentano completamente, quando ci stanno un po’ strette… però le conosciamo, ci sono familiari, non ci spaventano, sappiamo che possiamo gestirle senza un particolare investimento di energia.
E così può capitare di ritrovarsi a condividere la vita con qualcuno per paura di restare soli, a fare un lavoro che non ci piace o non ci gratifica per non doversi rimettere in gioco.
In questo modo però rischiamo di accontentarci di una vita al di sotto delle nostre potenzialità, e per rassicurarci mettiamo a tacere quella vocina che ostinatamente tenta di farci aprire gli occhi, o forse le ali, quella vocina che continua a sussurrarci che dovremmo osare, sognare, valutare e poi spiccare il volo.
Quali sono le vere ragioni che ci tengono bloccati in queste situazioni eternamente insoddisfatti del presente, sempre un po’ demotivati ed annoiati e mai realmente carichi e pronti ad intraprendere una nuova via?
Perché continuiamo a crearci alibi, per giustificare agli altri situazioni che a ben vedere non accettiamo neanche noi stessi? Perché continuiamo a coltivare questa zona di confort che realmente non ci dà né soddisfazioni né gratificazioni…
Magari uscendovi potremmo iniziare uno splendido viaggio alla ricerca di noi stessi e di ciò che realmente vogliamo a prescindere da cosa gli altri si possano aspettare da noi.
Ci sono situazioni in cui con il passare del tempo ci adagiamo, sguazzando nella comodità del noto, anche quando non lo condividiamo totalmente, quando non ci rappresentano completamente, quando ci stanno un po’ strette… però le conosciamo, ci sono familiari, non ci spaventano, sappiamo che possiamo gestirle senza un particolare investimento di energia.
E così può capitare di ritrovarsi a condividere la vita con qualcuno per paura di restare soli, a fare un lavoro che non ci piace o non ci gratifica per non doversi rimettere in gioco.
In questo modo però rischiamo di accontentarci di una vita al di sotto delle nostre potenzialità, e per rassicurarci mettiamo a tacere quella vocina che ostinatamente tenta di farci aprire gli occhi, o forse le ali, quella vocina che continua a sussurrarci che dovremmo osare, sognare, valutare e poi spiccare il volo.
Quali sono le vere ragioni che ci tengono bloccati in queste situazioni eternamente insoddisfatti del presente, sempre un po’ demotivati ed annoiati e mai realmente carichi e pronti ad intraprendere una nuova via?
Perché continuiamo a crearci alibi, per giustificare agli altri situazioni che a ben vedere non accettiamo neanche noi stessi? Perché continuiamo a coltivare questa zona di confort che realmente non ci dà né soddisfazioni né gratificazioni…
Magari uscendovi potremmo iniziare uno splendido viaggio alla ricerca di noi stessi e di ciò che realmente vogliamo a prescindere da cosa gli altri si possano aspettare da noi.