Questa è l’esclamazione che oggi non voglio più trattenere.
Da 3 anni ormai la sussurro ogni volta che rientro dal weekend di formazione.
Per chi ha letto un po’ dei miei scritti avrà compreso che per me le parole sono importanti, il loro peso conta. Scegliere una o l’altra può fare la differenza. Nella scrittura e nei rapporti verbali quotidiani.
Ad esempio, un “anche”, un “comunque” inseriti in un messaggio possono significare molte cose, molti sottintesi.
Tutto va scelto con cura… se ci si tiene ovviamente.
Oggi scelgo di scrivere con coscienza ciò che mi si presenta, che esprime tutta la forza ed il peso di ciò che ci aspetta al termine di questi incontri dove l’anima trova tutto lo spazio che solitamente non le concediamo.
PUTTANA MAIALA, si!
Perché ora viene il bello. Rientrare nella vita quotidiana, nella routine, nelle situazioni che sai dovrai affrontare, nel dover gestire priorità di altri che nulla hanno a che fare con le tue. Quelle tue nuove priorità dell’anima.
Che se ci pensiamo bene sono quelle più basilari. L’amare incondizionatamente, il cibarsi di pochissime cose, l’acquisizione di quella energia necessaria a mantenere l’integrità, il passo certo verso il destino prefissato.
Com’è possibile tornare in uno spazio urgente, dove su ogni lato della stanza vi è del grasso che cola, grasso che ostruisce la visuale, i passaggi, il respirare bene?
Com’è possibile dopo aver liberato qualsiasi poro, qualsiasi parte di sé, rientrare in un diverso campo dove la prima cosa è essere guardato con diffidenza, giudicato, valutato per la tua non conformità, dove le importantissime priorità e necessità degli altri è impossibile che siano le tue?
“Entro domani sera dovrà arrivare quella fornitura di cioccolato fondente al 80% (e se dico 80% non intendo 75) che il cliente ha chiesto per eseguire una scultura da realizzare per un vernissage di pittura vegana….
Se non arriva considera pure annullato l’ordine e comunque nessun pagamento verrà effettuato…”
E’ solo un banale esempio… Ma di cosa stiamo parlando? Parliamo di Amore? Parliamo di nascita? Parliamo di come consegnare un mondo migliore a chi verrà dopo di noi? Parliamo di integrità? Parliamo di relazioni profonde tra essere umani? Parliamo di chiedere come stai al tuo compagno di lavoro o di vita che da anni non degni neppure di un buongiorno? And so on!!
Com’è possibile tornare sul pianeta terra e fare in modo che anche gli aspetti di cui non parliamo, perché appesantiti da carichi di sovrastrutture e ostruiti da finte necessità, possano tornare a farci sussultare, a farci pensare, a farci aprire quel cuore destinato all’ascolto e all’accudire?
Con questo non mi ergo sopra ogni cosa. Sono ben conscio che esiste una realtà, esiste quel tutto che fa parte di un percorso che ognuno di noi ha scelto. E che ognuno di noi ha appunto la facoltà di decidere di cambiare. E farlo quando si concederà la possibilità di affrontare le giuste domande.
Chi prenderà questo one-way ticket dovrà essere disponibile a non tornare più alla stazione precedente. Continuerà il viaggio portando con se ricordi, nuove immagini e curiosità per la tappa successiva.
A mio avviso un viaggio spettacolare.
E quindi si, PUTTANA MAIALA. Vedo molta reticenza nell’affrontare la comprensione della vita che ognuno si è scelto, nel considerare la qualità dei rapporti, il rispetto per le priorità di ognuno, il parlarsi con sincerità e trasparenza, nell’affrontare la capacità al cambiamento, nel darsi la possibilità di diverse visioni che possono portare ad elevare la qualità personale e spirituale dell’individuo.
A volte pertanto mi sento solo, fuori luogo. Eppure sono certo che la strada è quella giusta. Quindi non si mollerà. Si guarderà avanti e si guarderà negli occhi chi si incrocerà. Occhi che molte volte richiedono aiuto anche senza che il legittimo proprietario ne sia conscio.
Quello è il momento di agire. Di prenderlo per mano, di presentarsi e di cominciare ad essere quella piccolissima pedina di cambiamento che, con l’effetto leva, potrà portare una trasformazione su più larga scala.
Voglio crederci, voglio essere quella mano, voglio farlo.
Altrimenti, PUTTANA MAIALA, cosa torno a fare?
Da 3 anni ormai la sussurro ogni volta che rientro dal weekend di formazione.
Per chi ha letto un po’ dei miei scritti avrà compreso che per me le parole sono importanti, il loro peso conta. Scegliere una o l’altra può fare la differenza. Nella scrittura e nei rapporti verbali quotidiani.
Ad esempio, un “anche”, un “comunque” inseriti in un messaggio possono significare molte cose, molti sottintesi.
Tutto va scelto con cura… se ci si tiene ovviamente.
Oggi scelgo di scrivere con coscienza ciò che mi si presenta, che esprime tutta la forza ed il peso di ciò che ci aspetta al termine di questi incontri dove l’anima trova tutto lo spazio che solitamente non le concediamo.
PUTTANA MAIALA, si!
Perché ora viene il bello. Rientrare nella vita quotidiana, nella routine, nelle situazioni che sai dovrai affrontare, nel dover gestire priorità di altri che nulla hanno a che fare con le tue. Quelle tue nuove priorità dell’anima.
Che se ci pensiamo bene sono quelle più basilari. L’amare incondizionatamente, il cibarsi di pochissime cose, l’acquisizione di quella energia necessaria a mantenere l’integrità, il passo certo verso il destino prefissato.
Com’è possibile tornare in uno spazio urgente, dove su ogni lato della stanza vi è del grasso che cola, grasso che ostruisce la visuale, i passaggi, il respirare bene?
Com’è possibile dopo aver liberato qualsiasi poro, qualsiasi parte di sé, rientrare in un diverso campo dove la prima cosa è essere guardato con diffidenza, giudicato, valutato per la tua non conformità, dove le importantissime priorità e necessità degli altri è impossibile che siano le tue?
“Entro domani sera dovrà arrivare quella fornitura di cioccolato fondente al 80% (e se dico 80% non intendo 75) che il cliente ha chiesto per eseguire una scultura da realizzare per un vernissage di pittura vegana….
Se non arriva considera pure annullato l’ordine e comunque nessun pagamento verrà effettuato…”
E’ solo un banale esempio… Ma di cosa stiamo parlando? Parliamo di Amore? Parliamo di nascita? Parliamo di come consegnare un mondo migliore a chi verrà dopo di noi? Parliamo di integrità? Parliamo di relazioni profonde tra essere umani? Parliamo di chiedere come stai al tuo compagno di lavoro o di vita che da anni non degni neppure di un buongiorno? And so on!!
Com’è possibile tornare sul pianeta terra e fare in modo che anche gli aspetti di cui non parliamo, perché appesantiti da carichi di sovrastrutture e ostruiti da finte necessità, possano tornare a farci sussultare, a farci pensare, a farci aprire quel cuore destinato all’ascolto e all’accudire?
Con questo non mi ergo sopra ogni cosa. Sono ben conscio che esiste una realtà, esiste quel tutto che fa parte di un percorso che ognuno di noi ha scelto. E che ognuno di noi ha appunto la facoltà di decidere di cambiare. E farlo quando si concederà la possibilità di affrontare le giuste domande.
Chi prenderà questo one-way ticket dovrà essere disponibile a non tornare più alla stazione precedente. Continuerà il viaggio portando con se ricordi, nuove immagini e curiosità per la tappa successiva.
A mio avviso un viaggio spettacolare.
E quindi si, PUTTANA MAIALA. Vedo molta reticenza nell’affrontare la comprensione della vita che ognuno si è scelto, nel considerare la qualità dei rapporti, il rispetto per le priorità di ognuno, il parlarsi con sincerità e trasparenza, nell’affrontare la capacità al cambiamento, nel darsi la possibilità di diverse visioni che possono portare ad elevare la qualità personale e spirituale dell’individuo.
A volte pertanto mi sento solo, fuori luogo. Eppure sono certo che la strada è quella giusta. Quindi non si mollerà. Si guarderà avanti e si guarderà negli occhi chi si incrocerà. Occhi che molte volte richiedono aiuto anche senza che il legittimo proprietario ne sia conscio.
Quello è il momento di agire. Di prenderlo per mano, di presentarsi e di cominciare ad essere quella piccolissima pedina di cambiamento che, con l’effetto leva, potrà portare una trasformazione su più larga scala.
Voglio crederci, voglio essere quella mano, voglio farlo.
Altrimenti, PUTTANA MAIALA, cosa torno a fare?