Nei giorni scorsi ho ricevuto un invito a partecipare al programma Story Time di Canale Italia per raccontarmi e raccontare cos'è MYA Studio ed i servizi offerti.
Arrivo all'appuntamento con un buon anticipo, amo la puntualità.
Lungo tutto il tragitto da casa a Padova penso a ciò che voglio dire, al profilo che voglio dare alla presentazione ed al modo in cui pormi, mentre nella testa mi risuonano i consigli sul public speaking e la postura di Daniele Trevisani. Non voglio farmi sopraffare dall’ansia.
Il fatto è che non mi piace essere al centro dell'attenzione e preferisco osservare silenziosamente, però è una bella opportunità e sono onorata che mi abbiano scelto per questa intervista, quindi mi predispongo senza alcuna aspettativa, la mente aperta e il cuore leggero. Decido che respirerò e lascerò semplicemente accadere.
Vengo subito accolta con entusiasmo ed accompagnata in una saletta per il disbrigo delle formalità, respiro l’euforia del momento e mi lascio fluire.
Oggi mi guardo nella foto scattata qualche attimo prima della registrazione ed il mio giudice interiore inizia l'intervista.
Giudice: Ti sei pettinata prima di uscire di casa?
IO: Ehm....si, ho messo anche il super balsamo per ammorbidire i capelli e mi sembra di sentire parlare mia mamma.
Giudice: Hai scelto il colore della giacca per essere in tinta con il logo del programma?
IO: Beh...il verde è il colore del chakra del cuore, sentivo che avevo bisogno di accoglienza e integrità per avere presenza. Ho messo anche la collana con l'agata verde, che infonde sicurezza e allontana la sfortuna. L'armonia dei colori è sempre piacevole.
Giudice: Spiegami una cosa: tutti i professionisti olistici indossano colori chiari perché ricordano l’anima e la purezza. Tu perché indossi un abito nero?
IO: Il nero sta bene con il verde (vedi sopra), ma in una chiave di lettura spirituale il nero riporta al buio ed è solo nell’ombra che puoi vedere la tua anima e quindi espandere la tua luce.
Giudice: Dici che sei un consulente e che sei un professionista olistico. Come definiresti l’attività di MYA Studio e la tua professione?
IO: Preferirei non rispondere, non amo le etichette perché ti imprigionano dentro un ruolo che in questi tempi mutevoli muta continuamente.
Il mio giudice interiore è severo, polemico ed esigente, talvolta irritante (ma va….?).
Come in tutte le prime volte, ho trascorso tutto il viaggio di ritorno chiedendomi se avevo detto questa o quella cosa, pensando che avrei potuto spiegare meglio, che avrei dovuto dire di più, che avrei potuto essere più incisiva con il tono della voce o la postura.
Ora penso che è andata esattamente così come doveva andare.
Se i miei capelli sono ribelli, se mi piace andare contro corrente e non darmi etichette, è solo perchè sono uno spirito libero e una donna "selvaggia".
E va bene così, accolgo la persona che sono e abbraccio l’opportunità di essere autenticamente vera con tutte le qualità che porto e la curiosità di esprimere quelle che ancora non so di avere.
Arrivo all'appuntamento con un buon anticipo, amo la puntualità.
Lungo tutto il tragitto da casa a Padova penso a ciò che voglio dire, al profilo che voglio dare alla presentazione ed al modo in cui pormi, mentre nella testa mi risuonano i consigli sul public speaking e la postura di Daniele Trevisani. Non voglio farmi sopraffare dall’ansia.
Il fatto è che non mi piace essere al centro dell'attenzione e preferisco osservare silenziosamente, però è una bella opportunità e sono onorata che mi abbiano scelto per questa intervista, quindi mi predispongo senza alcuna aspettativa, la mente aperta e il cuore leggero. Decido che respirerò e lascerò semplicemente accadere.
Vengo subito accolta con entusiasmo ed accompagnata in una saletta per il disbrigo delle formalità, respiro l’euforia del momento e mi lascio fluire.
Oggi mi guardo nella foto scattata qualche attimo prima della registrazione ed il mio giudice interiore inizia l'intervista.
Giudice: Ti sei pettinata prima di uscire di casa?
IO: Ehm....si, ho messo anche il super balsamo per ammorbidire i capelli e mi sembra di sentire parlare mia mamma.
Giudice: Hai scelto il colore della giacca per essere in tinta con il logo del programma?
IO: Beh...il verde è il colore del chakra del cuore, sentivo che avevo bisogno di accoglienza e integrità per avere presenza. Ho messo anche la collana con l'agata verde, che infonde sicurezza e allontana la sfortuna. L'armonia dei colori è sempre piacevole.
Giudice: Spiegami una cosa: tutti i professionisti olistici indossano colori chiari perché ricordano l’anima e la purezza. Tu perché indossi un abito nero?
IO: Il nero sta bene con il verde (vedi sopra), ma in una chiave di lettura spirituale il nero riporta al buio ed è solo nell’ombra che puoi vedere la tua anima e quindi espandere la tua luce.
Giudice: Dici che sei un consulente e che sei un professionista olistico. Come definiresti l’attività di MYA Studio e la tua professione?
IO: Preferirei non rispondere, non amo le etichette perché ti imprigionano dentro un ruolo che in questi tempi mutevoli muta continuamente.
Il mio giudice interiore è severo, polemico ed esigente, talvolta irritante (ma va….?).
Come in tutte le prime volte, ho trascorso tutto il viaggio di ritorno chiedendomi se avevo detto questa o quella cosa, pensando che avrei potuto spiegare meglio, che avrei dovuto dire di più, che avrei potuto essere più incisiva con il tono della voce o la postura.
Ora penso che è andata esattamente così come doveva andare.
Se i miei capelli sono ribelli, se mi piace andare contro corrente e non darmi etichette, è solo perchè sono uno spirito libero e una donna "selvaggia".
E va bene così, accolgo la persona che sono e abbraccio l’opportunità di essere autenticamente vera con tutte le qualità che porto e la curiosità di esprimere quelle che ancora non so di avere.