Certe cose mi hanno sempre ispirato.
Fin da bambina, uno specchio di mare apriva mille scenari e fantasie dilaganti; come ballerine si mescolavano alla mia vita e diventavano reali e vissute. Così per anni ho nuotato con una balena rosa che mi conduceva nell'avventura dei fondali e dei mostri marini!
In un mondo in bianco e nero aggiungevano screziature di colore e il tempo e lo spazio si espandevano, liquidi come gocce di pittura.
Una vacanza può essere soltanto un momento di tranquillità e di divertimento spensierato; ma può avere molti altri significati a seconda che si guardi il mare dalla riva...oppure che si guardi la riva dal mare! Dipende da dove cade la nostra attenzione e da cosa stiamo cercando.
Quando sto seduta su un'isola sperduta come Alicudi (Eolie), il tempo mi sembra lontano.
In questi giorni di bonaccia tutto è immobile e greve, avvolto da un'atmosfera strana, come una lieve opacità delle cose.
Qui in questo luogo lontano da chi parla e da chi ascolta, la magia è unica e inquietante (nel bene e nel male); il torpore della calura e della “magia” di questo posto, mi conducono nel sogno e come da bambina, mi riesce di nuovo di vedere oltre, dentro la mia fantasia ma anche dentro alla mia anima; là dove dimorano i miei desideri e le inquietudini più severe.
Di solito il mare con le sue pareti blu ceruleo che si tuffano nel crepaccio aperto dell'abisso, di solito tanta bellezza e tanta potenza mi lasciano sgomenta, senza fiato, irrequieta e attivata con una sensazione di gioiosa incapacità a contenere tanta meraviglia. Una natura così dominante e a portata di tuffo (in apnea) da poterla sentire invaderti l'anima e catturarti come una piccola medusa in balia della corrente.
Invece qui, qui mi sento perduta! Anzi sperduta e sola!
Sono così distante dalla terraferma che mi sento con i piedi distanti anche dalle mie piccole certezze quotidiane!
Faccio i conti con il tempo, quello incalzante, quello che mi ha fatto correre e rincorrere per così tanto tempo da lasciarmi sfinita e senza fiato e adesso che mi sono fermata nella mia testa si scatena “la scimmia urlatrice”.
Come una macchina che gira sulla pista del circuito alla ricerca del massimo, del giro migliore e a un certo punto si bloccano i freni. Un arresto improvviso che mi fa carambolare alzando una nuvola di pensieri polverosi.
Diventare consapevoli significa avere la forza di guardare in quel crepaccio aperto nell'abisso e sentire che qualche volta è lui a guardare dentro di noi.
Mentre mi tuffo con la mia muta, non riesco a guardare il mare senza vedere il totano gigante che risale dal fondale per avvolgermi con i suoi tentacoli spugnosi in un abbraccio tropicale; mi fa accapponare la pelle e penso di aver esagerato con le sarde alla beccafico della sera prima, quindi di meritarmi di far da preda al temibile mostro!
Sorrido, ho imparato anche a sorridere quasi a tutto.
Sorrido, piango e osservo. Ascolto la potente natura fuori e ascolto la potente natura dentro. Cerco di non giudicare; ho imparato con cautela che siamo complicati e semplici allo stesso tempo!
Maria, arcudara dalla nascita mi dice con limpida semplicità ”...cosa vuoi, ogni testa è un tribunale...” e questa frase mi colpisce perchè a volte viviamo nella caotica burocrazia di ragionamenti e pensieri soffocanti ma soprattutto siamo pieni di giudizio e poco inclini all'ascolto aperto, verso gli altri e verso noi stessi.
A volte è sufficiente star seduti su uno scoglio di vita in mezzo al mare, immersi nella noia della sosta, aspettando il tempo necessario per fissare degli obiettivi, degli orizzonti che abbiano senso per le nostre vele. Poi, qui il mare è placido e silenzioso ma la fuori, dove non si intravvede nessun approdo, ce la dobbiamo cavare fra onde di tormento, a volte senza vele e con solo i remi della responsabilità nelle nostre mani. Accettare tutti i mari, non è facile, qualche volta fa voglia di tornare indietro!
Questa ultima notte ad Alicudi è splendida e silenziosa. La luna illumina una distesa di acqua immobile e screziata dal riverbero delle stelle.
Piccole imbarcazioni, come desideri nascosti, si muovono come ombre appese per un filo al fondale. Appare tutto perfetto, una cartolina; una specie di bolla di equilibrio tra i profumi della terra mescolati allo scirocco denso di umidità. Ma sotto il pelo dell'acqua, appena sotto a quel filo che divide i mondi, domina l'oscurità e una vita sommersa dove si caccia, si vive e si muore.
Io laggiù posso scorgere la mia balena rosa! Domani prendo il mare verso la mia nuova isola.
Fin da bambina, uno specchio di mare apriva mille scenari e fantasie dilaganti; come ballerine si mescolavano alla mia vita e diventavano reali e vissute. Così per anni ho nuotato con una balena rosa che mi conduceva nell'avventura dei fondali e dei mostri marini!
In un mondo in bianco e nero aggiungevano screziature di colore e il tempo e lo spazio si espandevano, liquidi come gocce di pittura.
Una vacanza può essere soltanto un momento di tranquillità e di divertimento spensierato; ma può avere molti altri significati a seconda che si guardi il mare dalla riva...oppure che si guardi la riva dal mare! Dipende da dove cade la nostra attenzione e da cosa stiamo cercando.
Quando sto seduta su un'isola sperduta come Alicudi (Eolie), il tempo mi sembra lontano.
In questi giorni di bonaccia tutto è immobile e greve, avvolto da un'atmosfera strana, come una lieve opacità delle cose.
Qui in questo luogo lontano da chi parla e da chi ascolta, la magia è unica e inquietante (nel bene e nel male); il torpore della calura e della “magia” di questo posto, mi conducono nel sogno e come da bambina, mi riesce di nuovo di vedere oltre, dentro la mia fantasia ma anche dentro alla mia anima; là dove dimorano i miei desideri e le inquietudini più severe.
Di solito il mare con le sue pareti blu ceruleo che si tuffano nel crepaccio aperto dell'abisso, di solito tanta bellezza e tanta potenza mi lasciano sgomenta, senza fiato, irrequieta e attivata con una sensazione di gioiosa incapacità a contenere tanta meraviglia. Una natura così dominante e a portata di tuffo (in apnea) da poterla sentire invaderti l'anima e catturarti come una piccola medusa in balia della corrente.
Invece qui, qui mi sento perduta! Anzi sperduta e sola!
Sono così distante dalla terraferma che mi sento con i piedi distanti anche dalle mie piccole certezze quotidiane!
Faccio i conti con il tempo, quello incalzante, quello che mi ha fatto correre e rincorrere per così tanto tempo da lasciarmi sfinita e senza fiato e adesso che mi sono fermata nella mia testa si scatena “la scimmia urlatrice”.
Come una macchina che gira sulla pista del circuito alla ricerca del massimo, del giro migliore e a un certo punto si bloccano i freni. Un arresto improvviso che mi fa carambolare alzando una nuvola di pensieri polverosi.
Diventare consapevoli significa avere la forza di guardare in quel crepaccio aperto nell'abisso e sentire che qualche volta è lui a guardare dentro di noi.
Mentre mi tuffo con la mia muta, non riesco a guardare il mare senza vedere il totano gigante che risale dal fondale per avvolgermi con i suoi tentacoli spugnosi in un abbraccio tropicale; mi fa accapponare la pelle e penso di aver esagerato con le sarde alla beccafico della sera prima, quindi di meritarmi di far da preda al temibile mostro!
Sorrido, ho imparato anche a sorridere quasi a tutto.
Sorrido, piango e osservo. Ascolto la potente natura fuori e ascolto la potente natura dentro. Cerco di non giudicare; ho imparato con cautela che siamo complicati e semplici allo stesso tempo!
Maria, arcudara dalla nascita mi dice con limpida semplicità ”...cosa vuoi, ogni testa è un tribunale...” e questa frase mi colpisce perchè a volte viviamo nella caotica burocrazia di ragionamenti e pensieri soffocanti ma soprattutto siamo pieni di giudizio e poco inclini all'ascolto aperto, verso gli altri e verso noi stessi.
A volte è sufficiente star seduti su uno scoglio di vita in mezzo al mare, immersi nella noia della sosta, aspettando il tempo necessario per fissare degli obiettivi, degli orizzonti che abbiano senso per le nostre vele. Poi, qui il mare è placido e silenzioso ma la fuori, dove non si intravvede nessun approdo, ce la dobbiamo cavare fra onde di tormento, a volte senza vele e con solo i remi della responsabilità nelle nostre mani. Accettare tutti i mari, non è facile, qualche volta fa voglia di tornare indietro!
Questa ultima notte ad Alicudi è splendida e silenziosa. La luna illumina una distesa di acqua immobile e screziata dal riverbero delle stelle.
Piccole imbarcazioni, come desideri nascosti, si muovono come ombre appese per un filo al fondale. Appare tutto perfetto, una cartolina; una specie di bolla di equilibrio tra i profumi della terra mescolati allo scirocco denso di umidità. Ma sotto il pelo dell'acqua, appena sotto a quel filo che divide i mondi, domina l'oscurità e una vita sommersa dove si caccia, si vive e si muore.
Io laggiù posso scorgere la mia balena rosa! Domani prendo il mare verso la mia nuova isola.