Strumenti di una nuova consapevolezza.
Oggi siamo testimoni di una trasformazione digitale, tecnologica e sociale che è diventata trasformazione umana (Human Transformation).
Lo stiamo vivendo sulla nostra pelle. E’ cambiata la nostra percezione della realtà e di conseguenza la relazione con ciò che consideriamo vero e reale.
Usiamo sempre di più la parola cambiamento in ogni ambito delle nostra vita e ci rendiamo conto che cambiare è difficile sia a livello culturale che organizzativo.
La domanda pressante che oggi tutti ci poniamo è se saremo in grado di gestire e integrare le grandi sfide che abbiamo di fronte. E quali sono queste sfide? Sono le certezze problematiche che abbiamo ereditato dal passato.
Verità problematiche: eredità del passato
Le verità che ci hanno accompagnato fino all'altro ieri e che sono scritte nel DNA della nostra cultura e dei nostri comportamenti di vita possiamo riassumerle in tre assiomi:
- la conoscenza è oggettiva (Tutto ciò che sinora abbiamo visto, letto, toccato, è stato da noi considerato vero e reale);
- I fatti sono fatti (I fatti hanno da sempre condizionato le nostre decisioni, scelte, volontà, inclinazioni e passioni);
- Il consenso è sociale (Ci siamo sentiti riconosciuti (o meno) dalla nostra comunità di riferimento).
Ne è derivata una lettura della realtà che è certezza, ripetibilità e continuità.
Oggi non è più così, ma questi tre aspetti condizionano nel profondo la nostra capacità di adattarci e cambiare: nulla è più certo, costante ed eterno.
Oggi viviamo in un altro mondo.
Il mondo che oggi condividiamo non è più la 'piazza' del paese, ma le le comunità social. Su queste nuove piattaforme viviamo in comunità immaginarie dove il fantastico, la narrazione, il racconto producono format di vita e di riferimento. I nostri profili social sono diventati i nuovi ponti di collegamento con ciò che Zygmunt Bauman ha definito ‘realtà liquida’ e dove la presentazione di noi stessi, non è più legata ai fatti, ma alla narrazione che la arricchisce.
La gestione dell’incertezza è diventata l’unica certezza.
I fatti sono sempre più lontani dai fatti concreti e la narrazione è diventata una forma di sperimentazione di nuove realtà.
La consapevolezza di abitare in una dimensione che non è più quella di prima ci invita a più pronte riflessioni e a nuove consapevolezze.
Le fiction e le spy story con cui oggi ci viene rappresentato il mondo, tutta la suspense, il mistero o la bellezza con la quale presentiamo noi stessi al mondo, si mescola alla realtà e produce nuovo valore. Valore sociale e personale, politico ed economico. Una realtà in sé, difficile da smentire.
I fatti contano sempre di meno e contano sempre di più lo storytelling e il fantastico.
Questo mondo è nuovo e le ricerche ci dicono che è difficile distinguere un contenuto normale da una pubblicità e che i like hanno impallidito, nella massa delle informazioni emotive, le fonti attendibili.
In pratica, la nostra interpretazione della realtà integra i fatti reali con narrazioni fantastiche intorno ai fatti. Alla fine è tutto un arricchimento, ma così non viviamo più nella realtà, viviamo nel realistico.
Passare da verità consolidate, frutto della nostra educazione, al potenziamento delle competenze narrative, ci può permettere di comprendere meglio il mondo che viviamo. E' una conquista evolutiva e necessaria.
Quello che oggi ci compete riguarda la verifica dei fatti, la comprensione che gli stessi sono conditi di narrazioni, che la soggettività è consensuale e che dobbiamo abituarci a percepire la realtà come una grande simulazione.
Nuovi strumenti e nuovi usi: la fantasia e l’immaginazione sono diventati asset strategici.
Mentre sviluppiamo una mente narrativa, ricordiamoci di riconoscerne i contenuti fantastici, i contesti e le loro connessioni: la loro integrazione è oggetto di una nuova consapevolezza.
Oggi siamo testimoni di una trasformazione digitale, tecnologica e sociale che è diventata trasformazione umana (Human Transformation).
Lo stiamo vivendo sulla nostra pelle. E’ cambiata la nostra percezione della realtà e di conseguenza la relazione con ciò che consideriamo vero e reale.
Usiamo sempre di più la parola cambiamento in ogni ambito delle nostra vita e ci rendiamo conto che cambiare è difficile sia a livello culturale che organizzativo.
La domanda pressante che oggi tutti ci poniamo è se saremo in grado di gestire e integrare le grandi sfide che abbiamo di fronte. E quali sono queste sfide? Sono le certezze problematiche che abbiamo ereditato dal passato.
Verità problematiche: eredità del passato
Le verità che ci hanno accompagnato fino all'altro ieri e che sono scritte nel DNA della nostra cultura e dei nostri comportamenti di vita possiamo riassumerle in tre assiomi:
- la conoscenza è oggettiva (Tutto ciò che sinora abbiamo visto, letto, toccato, è stato da noi considerato vero e reale);
- I fatti sono fatti (I fatti hanno da sempre condizionato le nostre decisioni, scelte, volontà, inclinazioni e passioni);
- Il consenso è sociale (Ci siamo sentiti riconosciuti (o meno) dalla nostra comunità di riferimento).
Ne è derivata una lettura della realtà che è certezza, ripetibilità e continuità.
Oggi non è più così, ma questi tre aspetti condizionano nel profondo la nostra capacità di adattarci e cambiare: nulla è più certo, costante ed eterno.
Oggi viviamo in un altro mondo.
Il mondo che oggi condividiamo non è più la 'piazza' del paese, ma le le comunità social. Su queste nuove piattaforme viviamo in comunità immaginarie dove il fantastico, la narrazione, il racconto producono format di vita e di riferimento. I nostri profili social sono diventati i nuovi ponti di collegamento con ciò che Zygmunt Bauman ha definito ‘realtà liquida’ e dove la presentazione di noi stessi, non è più legata ai fatti, ma alla narrazione che la arricchisce.
La gestione dell’incertezza è diventata l’unica certezza.
I fatti sono sempre più lontani dai fatti concreti e la narrazione è diventata una forma di sperimentazione di nuove realtà.
La consapevolezza di abitare in una dimensione che non è più quella di prima ci invita a più pronte riflessioni e a nuove consapevolezze.
Le fiction e le spy story con cui oggi ci viene rappresentato il mondo, tutta la suspense, il mistero o la bellezza con la quale presentiamo noi stessi al mondo, si mescola alla realtà e produce nuovo valore. Valore sociale e personale, politico ed economico. Una realtà in sé, difficile da smentire.
I fatti contano sempre di meno e contano sempre di più lo storytelling e il fantastico.
Questo mondo è nuovo e le ricerche ci dicono che è difficile distinguere un contenuto normale da una pubblicità e che i like hanno impallidito, nella massa delle informazioni emotive, le fonti attendibili.
In pratica, la nostra interpretazione della realtà integra i fatti reali con narrazioni fantastiche intorno ai fatti. Alla fine è tutto un arricchimento, ma così non viviamo più nella realtà, viviamo nel realistico.
Passare da verità consolidate, frutto della nostra educazione, al potenziamento delle competenze narrative, ci può permettere di comprendere meglio il mondo che viviamo. E' una conquista evolutiva e necessaria.
Quello che oggi ci compete riguarda la verifica dei fatti, la comprensione che gli stessi sono conditi di narrazioni, che la soggettività è consensuale e che dobbiamo abituarci a percepire la realtà come una grande simulazione.
Nuovi strumenti e nuovi usi: la fantasia e l’immaginazione sono diventati asset strategici.
Mentre sviluppiamo una mente narrativa, ricordiamoci di riconoscerne i contenuti fantastici, i contesti e le loro connessioni: la loro integrazione è oggetto di una nuova consapevolezza.