La domenica è il momento peggiore. Le ore di quei pomeriggi sono interminabili. Sono quelle giornate dove si sente la mancanza di qualcuno con cui condividere la gita, il sole, le coccole.
Durante la settimana non si sente la mancanza di nulla. C’è un’organizzazione molto accurata del tempo: lavoro, amici, palestra, impegni vari. Ma la domenica, no! A volte, si sente la tristezza con destinazione divano, altre volte la rabbia con il desiderio di strafare e altre ancora il dispiacere del non vivere.
Insomma, ansia della domenica. Ansia del giorno dopo. Ansia del futuro.
Avere o non avere un fidanzato assume le facce di un desiderio legittimo, di un problema di organizzazione del tempo e, più profondamente, di una migliore gestione dei propri bisogni e sogni di libertà.
Ma vediamo le sfide preganti che si incrociano la domenica:
- vivere meglio l’accelerazione delle emozioni;
- stare bene con se stesse a casa;
- non dipendere dagli altri;
- gestire gli stati interni di tristezza, rabbia, delusione;
- accettare la complessità delle proprie consapevolezze, azioni e reazioni.
Sperimentare con leggerezza i giudizi che non portano allegria; accettare e convivere con i propri sbalzi d’umore, sia che si esca, sia che si rimanga a casa; sperimentare il potere delle proprie emozioni in un modo da zittire il brusio di amici e conoscenti che, nel sottobosco, parlano e giudicano.
Ma soprattutto, si può tollerare tutto questo? E a cosa può essere utile?
Si possono gestire le proprie reazioni e diventare simpatici alle possibili relazioni? Magari togliendo le cuffie in palestra, scambiando due chiacchiere, chiedendo alla vita una seconda possibilità?
Probabilmente, sì!
Si parla spesso di come migliorare e crescere, di avere più autostima, ma allora l’obiettivo non è riempire la domenica, ma ridurre l’impulsività o il giudizio su di sé - piacerò/non piacerò; limitare la paura di dipendere dall’altro e di sbagliare, rendere piacevoli i propri programmi e cercare, con decisione, tutte quelle cose che sono appena oltre le nostre zone di comfort.
Ci riusciremo? Me lo auguro!
Durante la settimana non si sente la mancanza di nulla. C’è un’organizzazione molto accurata del tempo: lavoro, amici, palestra, impegni vari. Ma la domenica, no! A volte, si sente la tristezza con destinazione divano, altre volte la rabbia con il desiderio di strafare e altre ancora il dispiacere del non vivere.
Insomma, ansia della domenica. Ansia del giorno dopo. Ansia del futuro.
Avere o non avere un fidanzato assume le facce di un desiderio legittimo, di un problema di organizzazione del tempo e, più profondamente, di una migliore gestione dei propri bisogni e sogni di libertà.
Ma vediamo le sfide preganti che si incrociano la domenica:
- vivere meglio l’accelerazione delle emozioni;
- stare bene con se stesse a casa;
- non dipendere dagli altri;
- gestire gli stati interni di tristezza, rabbia, delusione;
- accettare la complessità delle proprie consapevolezze, azioni e reazioni.
Sperimentare con leggerezza i giudizi che non portano allegria; accettare e convivere con i propri sbalzi d’umore, sia che si esca, sia che si rimanga a casa; sperimentare il potere delle proprie emozioni in un modo da zittire il brusio di amici e conoscenti che, nel sottobosco, parlano e giudicano.
Ma soprattutto, si può tollerare tutto questo? E a cosa può essere utile?
Si possono gestire le proprie reazioni e diventare simpatici alle possibili relazioni? Magari togliendo le cuffie in palestra, scambiando due chiacchiere, chiedendo alla vita una seconda possibilità?
Probabilmente, sì!
Si parla spesso di come migliorare e crescere, di avere più autostima, ma allora l’obiettivo non è riempire la domenica, ma ridurre l’impulsività o il giudizio su di sé - piacerò/non piacerò; limitare la paura di dipendere dall’altro e di sbagliare, rendere piacevoli i propri programmi e cercare, con decisione, tutte quelle cose che sono appena oltre le nostre zone di comfort.
Ci riusciremo? Me lo auguro!