Nel nome del padre, ho deciso di smettere.
Ho smesso di sentirti e di sentire; ho smesso di comprendere.
Nel nome del padre! Faccio tutto quello che bisogna. Cerco dove non serve; tiro, piego, stringo e catturo.
Controllo ogni movimento. Perdo il giudizio e la comprensione. Di me e degli altri.
Perdo l'amore e lo sostituisco con l'urgenza e il bisogno cieco.
Sento la sete e una fame assassina che mi fa mangiare pietre di sentimento. Ne ho inghiottite così tante che adesso sono un muro e me ne vado a pezzi!
Nel nome del padre ho decapitato la coscienza e le lacrime pure. Mi tengo un singhiozzo di risentimento misto all'invidia.
Destino i miei pensieri ad altri nella recriminazione costante dello scambio. Che non è mai abbastanza!
Archivio l'odio e il rancore ingiusti come una fabbrica di conserve; sotto vuoto (il mio).
Li classifico. Più ira, meno amaro, denso, corposo, violento!!!
Decido per l'ammirazione, per la ricerca di un contesto che mi spinga in avanti a calci di disapprovazione. Ma in contrasto; il “no” è il guardiano del mio faro.
Pago pegno di piacere e di gioia negati. Per non parlare del senso del movimento e della libertà.
Il pianto lo serbo solo per la rabbia in tensione che sacrifico sempre. Senza parole!
Nel nome del padre ho imparato a farti a pezzi ma silenziosamente!
Io vorrei, ma non lo posso neanche dire. Non posso chiedere!
Mi accontento dell'assalto all'amore in qualsiasi forma, se di amore si tratta.
Ti temo e non capisco, ti odio e non affronto. Mi lancerei dal pendio delle circostanze ma sono senza coraggio.
Sarei persino quello che non sono.
Ti strapperei le costole per infilarmele nelle tasche e tenermi un po' di te: ne farei una capanna sotto la quale poter ascoltare i miei preziosi ricordi.
Ti pianterei un picchetto nel petto per ancorarmi al tuo tempo, per vivere gli istanti perduti.
Ma gli istanti sono adesso.
Questo è il tempo per amarti. L'ho trovato a meno trenta metri, sotto il mare.
Ancora avrei scavato per te, se avessi potuto. Ancora avrei mollato là sotto, tutta la mia anima incompleta.
Così come sono, posso amarti ancora. Per tutto il tempo perduto.
Nel nome del padre, adesso è senza sacrificio.
Ho smesso di sentirti e di sentire; ho smesso di comprendere.
Nel nome del padre! Faccio tutto quello che bisogna. Cerco dove non serve; tiro, piego, stringo e catturo.
Controllo ogni movimento. Perdo il giudizio e la comprensione. Di me e degli altri.
Perdo l'amore e lo sostituisco con l'urgenza e il bisogno cieco.
Sento la sete e una fame assassina che mi fa mangiare pietre di sentimento. Ne ho inghiottite così tante che adesso sono un muro e me ne vado a pezzi!
Nel nome del padre ho decapitato la coscienza e le lacrime pure. Mi tengo un singhiozzo di risentimento misto all'invidia.
Destino i miei pensieri ad altri nella recriminazione costante dello scambio. Che non è mai abbastanza!
Archivio l'odio e il rancore ingiusti come una fabbrica di conserve; sotto vuoto (il mio).
Li classifico. Più ira, meno amaro, denso, corposo, violento!!!
Decido per l'ammirazione, per la ricerca di un contesto che mi spinga in avanti a calci di disapprovazione. Ma in contrasto; il “no” è il guardiano del mio faro.
Pago pegno di piacere e di gioia negati. Per non parlare del senso del movimento e della libertà.
Il pianto lo serbo solo per la rabbia in tensione che sacrifico sempre. Senza parole!
Nel nome del padre ho imparato a farti a pezzi ma silenziosamente!
Io vorrei, ma non lo posso neanche dire. Non posso chiedere!
Mi accontento dell'assalto all'amore in qualsiasi forma, se di amore si tratta.
Ti temo e non capisco, ti odio e non affronto. Mi lancerei dal pendio delle circostanze ma sono senza coraggio.
Sarei persino quello che non sono.
Ti strapperei le costole per infilarmele nelle tasche e tenermi un po' di te: ne farei una capanna sotto la quale poter ascoltare i miei preziosi ricordi.
Ti pianterei un picchetto nel petto per ancorarmi al tuo tempo, per vivere gli istanti perduti.
Ma gli istanti sono adesso.
Questo è il tempo per amarti. L'ho trovato a meno trenta metri, sotto il mare.
Ancora avrei scavato per te, se avessi potuto. Ancora avrei mollato là sotto, tutta la mia anima incompleta.
Così come sono, posso amarti ancora. Per tutto il tempo perduto.
Nel nome del padre, adesso è senza sacrificio.