“Imparare l’ottimismo” di Martin Seligman, non è una lettura che avrei scelto di fare, ma il caso vuole che tra i testi consigliati come integrazione al Master fosse l’unico disponibile nella biblioteca in cui mi trovavo. Ho sempre considerato l’ottimismo come una attitudine irrealistica ed illogica: pensare che le cose andranno bene a tutti i costi e poi ritrovarsi con un enorme delusione tra le mani non mi è mai sembrata una grande strategia. Con questo intendo, come Seligman stesso afferma, che gli ottimisti tendono a sopravvalutarsi, e a colpevolizzare gli altri/le cause esterne quando qualcosa va male, rispetto ai pessimisti che risultano in definitiva più realistici e logici (se non esagerano nel senso opposto) riguardo alle loro capacità e al giudizio delle circostanze. Quello che non sapevo è che “pensare positivo” è solo una delle componenti dell’ottimismo.
Gli studi di Seligman sono partiti dal suo interesse per l’impotenza, e cioè quello stato di mancanza di entusiasmo, energia ed intraprendenza, che deriva dall’aver subito situazioni negative (lutti, fallimenti, malattie) e che viene interiorizzato ed esteso ad ogni ambito della vita dando la sensazione di non avere possibilità di controllo e di azione. Questa estensione da un evento particolare a tutto il resto è dovuto in realtà al TIPO DI SPIEGAZIONE che ognuno impara a darsi riguardo a ciò che accade. Questo modo di ragionare, detto Stile Esplicativo, che si acquisisce o in tenera età dal modo di ragionare degli adulti più prossimi o della reazione agli eventi negativi che si subiscono, ha delle caratteristiche molto specifiche:
1. PERMANENZA: riguarda il tempo ed è collegata alle spiegazioni come: “quando vado in vacanza piove SEMPRE”, “non cambierò MAI, se nasci tondo muori quadrato”;
2. PERVASIVITA’: riguarda lo spazio ed è collegata alle spiegazioni come: “essere disoccupato sta rovinando TUTTA la mia vita”, dove una frustrazione in ambito lavorativo viene esteso anche alle relazioni, alle capacità personali, ecc. ;
3. PERSONALIZZAZIONE: riguarda il trovare cause esterne o interne che colpevolizzano per i fallimenti o attribuiscono al caso/ ai fattori esterni i successi (o il contrario per gli ottimisti). Ad esempio : “SONO uno stupido”, “SONO sfortunato”, “il merito è della squadra”, ecc.
È stata quindi sviluppata la tecnica ABCDE da Seligman e il suo team di ricerca per contrastare il pensiero negativo e mantenere una visione specifica ad obbiettiva nelle situazioni problematiche.
È stato illuminante capire che l’ottimismo non è una qualità innata ed irragionevole ma una mappa che si può acquisire, un modo di ragionare che si può imparare e può fare la differenza nell’affrontare gli ostacoli in modo costruttivo, guadagnandoci in salute.
Questo libro mette inoltre a disposizione test per valutare il proprio stato di ottimismo e tanti esempi per imparare a dialogare con la propria polarità pessimista in modo nuovo.
In conclusione, a tutti quelli che come me credono si possa nascere tondi ma morire quadrati, triangolari, romboidali e anche irregolari dico: con le tecniche acquisite dal libro applicate alla nostra straordinaria forza di volontà e intelligenza sopraffina il risultato è garantito al 200%!!;)
Gli studi di Seligman sono partiti dal suo interesse per l’impotenza, e cioè quello stato di mancanza di entusiasmo, energia ed intraprendenza, che deriva dall’aver subito situazioni negative (lutti, fallimenti, malattie) e che viene interiorizzato ed esteso ad ogni ambito della vita dando la sensazione di non avere possibilità di controllo e di azione. Questa estensione da un evento particolare a tutto il resto è dovuto in realtà al TIPO DI SPIEGAZIONE che ognuno impara a darsi riguardo a ciò che accade. Questo modo di ragionare, detto Stile Esplicativo, che si acquisisce o in tenera età dal modo di ragionare degli adulti più prossimi o della reazione agli eventi negativi che si subiscono, ha delle caratteristiche molto specifiche:
1. PERMANENZA: riguarda il tempo ed è collegata alle spiegazioni come: “quando vado in vacanza piove SEMPRE”, “non cambierò MAI, se nasci tondo muori quadrato”;
2. PERVASIVITA’: riguarda lo spazio ed è collegata alle spiegazioni come: “essere disoccupato sta rovinando TUTTA la mia vita”, dove una frustrazione in ambito lavorativo viene esteso anche alle relazioni, alle capacità personali, ecc. ;
3. PERSONALIZZAZIONE: riguarda il trovare cause esterne o interne che colpevolizzano per i fallimenti o attribuiscono al caso/ ai fattori esterni i successi (o il contrario per gli ottimisti). Ad esempio : “SONO uno stupido”, “SONO sfortunato”, “il merito è della squadra”, ecc.
È stata quindi sviluppata la tecnica ABCDE da Seligman e il suo team di ricerca per contrastare il pensiero negativo e mantenere una visione specifica ad obbiettiva nelle situazioni problematiche.
È stato illuminante capire che l’ottimismo non è una qualità innata ed irragionevole ma una mappa che si può acquisire, un modo di ragionare che si può imparare e può fare la differenza nell’affrontare gli ostacoli in modo costruttivo, guadagnandoci in salute.
Questo libro mette inoltre a disposizione test per valutare il proprio stato di ottimismo e tanti esempi per imparare a dialogare con la propria polarità pessimista in modo nuovo.
In conclusione, a tutti quelli che come me credono si possa nascere tondi ma morire quadrati, triangolari, romboidali e anche irregolari dico: con le tecniche acquisite dal libro applicate alla nostra straordinaria forza di volontà e intelligenza sopraffina il risultato è garantito al 200%!!;)