Al giorno d’oggi il multitasking è una realtà quotidiana. La società viaggia a ritmi frenetici e sempre più spesso ci viene richiesto di fare più cose in contemporanea, tutto e subito.
Il fatto di lavorare su più fronti ci trasmette la sensazione di portare a compimento tutto ed essere attivi e operativi.
Ma quanto è realmente efficace ed efficiente questo lavorare in multitasking?
Multitasking significa riuscire a fare più cose in contemporanea.
In informatica multitasking è correlato all’esecuzione simultanea di più programmi.
Questo significa che il pc esegue diversi programmi in contemporanea. Installiamo un aggiornamento, riceviamo la mail, lavoriamo su un file word, poi ne apriamo un altro, ci arriva una mail e scarichiamo il pdf allegato, apriamo un excel, lanciamo una simulazione con un programma di calcolo, apriamo una foto, etc…
Per avere una idea su quanti fronti stiamo lavorando a volte basta semplicemente vedere le varie applicazioni aperte sul nostro pc durante una normale giornata di lavoro.
In questo caso la memoria del nostro pc dedicata alle varie operazioni e calcoli dei singoli programmi viene frazionata. Spesso la velocità di calcolo è talmente elevata che non percepiamo questo fenomeno, altre volte però constatiamo e ci lamentiamo che il pc “è lento” e allora iniziamo a chiudere programmi, aspettare che gli aggiornamenti vengano installati etc..
Quando “il gioco si fa duro” questo multitasking non sembra effettivamente funzionare molto bene.
Stessa cosa succede con il nostro cervello e il nostro approccio alla gestione del quotidiano.
Fare cose semplici, balzando da una all’altra, risulta facile se una persona è abituata.
In realtà, a pensarci bene, quello che facciamo non è propriamente multi-tasking ma mono-tasking a velocità elevata.
Un vero multitasking potrebbe essere scrivere una mail mentre parliamo al telefono e casomai col piede battiamo il ritmo della nostra canzone preferita che stiamo ascoltando per radio o con gli auricolari.
Quante volte capita di parlare con una persona mentre scriviamo un messaggio sul telefono oppure conversare per telefono mentre stiamo scrivendo una mail o un documento o redando un file in excel?
Spesso questa è la normalità e spesso effettivamente ci accorgiamo che per scrivere un messaggio inevitabilmente prestiamo meno attenzione al nostro interlocutore, che mentre ascoltiamo attentamente la persona che abbiamo davanti non riusciamo a scrivere la mail o compilare il file excel.
Tutto questo accade perché per la nostra natura siamo “limitati”. Non siamo un computer quantistico.
Più ci dedichiamo ad una attività intensamente e più la nostra attenzione è focalizzata, entriamo in uno stato di flusso, uno stato produttivo, altamente performante.
Quando ci dedichiamo a più cose “in contemporanea” o meglio a fare pezzi di singole attività uno dopo l’atro velocemente notiamo che la nostra attenzione è “ballerina”, percepiamo che qualcosa non va, siamo in uno stato attivo ma sentiamo che non è ottimale.
Questo multitasking può a volte degenerare a allora ci sentiamo assorbiti dal vortice delle cose “da fare”, viviamo in una perenne corsa dietro alle cose e non riusciamo a trovare pace. Ci sentiamo schiacciati dagli eventi e non ne vediamo la via di uscita; ci capita di arrivare a fine giornata e dirci: “ho la sensazione di aver fatto 100 cose ma non aver concluso nulla”.
Come fare quindi?
Innanzi tutto, prendere consapevolezza di ciò che sta accadendo.
Questa presa di consapevolezza permette di reinquadrare il tutto in una ottica costruttiva, produttiva e sana.
Quanto tutto corre e ci sentiamo trascinati in un vortice “del fare”, quando vediamo le richieste arrivare da destra, sinistra, su, giù, fermiamoci e resettiamo il sistema un po' come facciamo con il nostro pc quando si blocca; Control+Alt+Canc oppure spegniamo tutto e lo riaccendiamo.
Per noi umani una buona tecnica per fare Ctrl+Alt+Canc è: Fermati, Respira, Pensa, Agisci.
Per quanto banale possa apparire concentrarsi sul respiro aiuta a calmare, rallentare, ritrovare equilibrio, lucidità e connessione interiore.
Fermarsi aiuta anche a fare il punto della situazione.
Ogni cosa che dobbiamo/vogliamo fare dipende da noi in una certa percentuale: ci sono cose che dobbiamo fare sulle quali abbiamo scarsissima influenza e/o potere decisionale e altre invece sulle quali abbiamo piena autonomia e libertà di iniziativa.
Ci sono cose urgenti e non urgenti, cose importanti e non importanti.
Stabilire un minimo di priorità aiuta a incanalare le cose in un flusso ordinato, prendere le redini del tutto fornisce sicurezza, il caos si trasforma in ordine, noi gestiamo gli eventi e non gli eventi gestiscono noi, l’ansia e l’angoscia lasciano spazio alla lucidità e determinazione, l’inefficienza diventa produttività.
Mano a mano che risolviamo un singolo compito dopo l’altro vediamo che dopotutto è fattibile, ogni singolo passo in avanti ci rassicura e sprona a continuare.
Focalizzarsi su una singola attività per volta richiede concentrazione e soprattutto la capacità di lasciare temporaneamente fuori tutte le altre cose che diventano fonti di distrazione.
Facendo cosi entriamo in uno stato di flusso, uno stato altamente produttivo dove siamo pieni padroni delle nostre potenzialità e riusciamo ad esplicarle al meglio.
Applicare questo processo anche più volte durante la giornata permette di inglobare di volta in volta le varie istanze che ci arrivano o che vogliamo fare e incanalarne nel flusso.
E tu sei Multitasking o Monotasking?
Questo è uno dei temi che verranno trattati in modo teorico, pratico ed esperienziale al
Master in Coaching e Mental Training
http://www.stepconsapevole.it
Copyright Lorenzo Savioli anteprima editoriale riservata
Il fatto di lavorare su più fronti ci trasmette la sensazione di portare a compimento tutto ed essere attivi e operativi.
Ma quanto è realmente efficace ed efficiente questo lavorare in multitasking?
Multitasking significa riuscire a fare più cose in contemporanea.
In informatica multitasking è correlato all’esecuzione simultanea di più programmi.
Questo significa che il pc esegue diversi programmi in contemporanea. Installiamo un aggiornamento, riceviamo la mail, lavoriamo su un file word, poi ne apriamo un altro, ci arriva una mail e scarichiamo il pdf allegato, apriamo un excel, lanciamo una simulazione con un programma di calcolo, apriamo una foto, etc…
Per avere una idea su quanti fronti stiamo lavorando a volte basta semplicemente vedere le varie applicazioni aperte sul nostro pc durante una normale giornata di lavoro.
In questo caso la memoria del nostro pc dedicata alle varie operazioni e calcoli dei singoli programmi viene frazionata. Spesso la velocità di calcolo è talmente elevata che non percepiamo questo fenomeno, altre volte però constatiamo e ci lamentiamo che il pc “è lento” e allora iniziamo a chiudere programmi, aspettare che gli aggiornamenti vengano installati etc..
Quando “il gioco si fa duro” questo multitasking non sembra effettivamente funzionare molto bene.
Stessa cosa succede con il nostro cervello e il nostro approccio alla gestione del quotidiano.
Fare cose semplici, balzando da una all’altra, risulta facile se una persona è abituata.
In realtà, a pensarci bene, quello che facciamo non è propriamente multi-tasking ma mono-tasking a velocità elevata.
Un vero multitasking potrebbe essere scrivere una mail mentre parliamo al telefono e casomai col piede battiamo il ritmo della nostra canzone preferita che stiamo ascoltando per radio o con gli auricolari.
Quante volte capita di parlare con una persona mentre scriviamo un messaggio sul telefono oppure conversare per telefono mentre stiamo scrivendo una mail o un documento o redando un file in excel?
Spesso questa è la normalità e spesso effettivamente ci accorgiamo che per scrivere un messaggio inevitabilmente prestiamo meno attenzione al nostro interlocutore, che mentre ascoltiamo attentamente la persona che abbiamo davanti non riusciamo a scrivere la mail o compilare il file excel.
Tutto questo accade perché per la nostra natura siamo “limitati”. Non siamo un computer quantistico.
Più ci dedichiamo ad una attività intensamente e più la nostra attenzione è focalizzata, entriamo in uno stato di flusso, uno stato produttivo, altamente performante.
Quando ci dedichiamo a più cose “in contemporanea” o meglio a fare pezzi di singole attività uno dopo l’atro velocemente notiamo che la nostra attenzione è “ballerina”, percepiamo che qualcosa non va, siamo in uno stato attivo ma sentiamo che non è ottimale.
Questo multitasking può a volte degenerare a allora ci sentiamo assorbiti dal vortice delle cose “da fare”, viviamo in una perenne corsa dietro alle cose e non riusciamo a trovare pace. Ci sentiamo schiacciati dagli eventi e non ne vediamo la via di uscita; ci capita di arrivare a fine giornata e dirci: “ho la sensazione di aver fatto 100 cose ma non aver concluso nulla”.
Come fare quindi?
Innanzi tutto, prendere consapevolezza di ciò che sta accadendo.
Questa presa di consapevolezza permette di reinquadrare il tutto in una ottica costruttiva, produttiva e sana.
Quanto tutto corre e ci sentiamo trascinati in un vortice “del fare”, quando vediamo le richieste arrivare da destra, sinistra, su, giù, fermiamoci e resettiamo il sistema un po' come facciamo con il nostro pc quando si blocca; Control+Alt+Canc oppure spegniamo tutto e lo riaccendiamo.
Per noi umani una buona tecnica per fare Ctrl+Alt+Canc è: Fermati, Respira, Pensa, Agisci.
Per quanto banale possa apparire concentrarsi sul respiro aiuta a calmare, rallentare, ritrovare equilibrio, lucidità e connessione interiore.
Fermarsi aiuta anche a fare il punto della situazione.
Ogni cosa che dobbiamo/vogliamo fare dipende da noi in una certa percentuale: ci sono cose che dobbiamo fare sulle quali abbiamo scarsissima influenza e/o potere decisionale e altre invece sulle quali abbiamo piena autonomia e libertà di iniziativa.
Ci sono cose urgenti e non urgenti, cose importanti e non importanti.
Stabilire un minimo di priorità aiuta a incanalare le cose in un flusso ordinato, prendere le redini del tutto fornisce sicurezza, il caos si trasforma in ordine, noi gestiamo gli eventi e non gli eventi gestiscono noi, l’ansia e l’angoscia lasciano spazio alla lucidità e determinazione, l’inefficienza diventa produttività.
Mano a mano che risolviamo un singolo compito dopo l’altro vediamo che dopotutto è fattibile, ogni singolo passo in avanti ci rassicura e sprona a continuare.
Focalizzarsi su una singola attività per volta richiede concentrazione e soprattutto la capacità di lasciare temporaneamente fuori tutte le altre cose che diventano fonti di distrazione.
Facendo cosi entriamo in uno stato di flusso, uno stato altamente produttivo dove siamo pieni padroni delle nostre potenzialità e riusciamo ad esplicarle al meglio.
Applicare questo processo anche più volte durante la giornata permette di inglobare di volta in volta le varie istanze che ci arrivano o che vogliamo fare e incanalarne nel flusso.
E tu sei Multitasking o Monotasking?
Questo è uno dei temi che verranno trattati in modo teorico, pratico ed esperienziale al
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Copyright Lorenzo Savioli anteprima editoriale riservata