"Procurati momenti di calma interiore e in questi momenti impara a distinguere l'essenziale dal non essenziale..."
Rudolf Steiner
Momenti di silenzio, riflessioni, pensieri, stasi.
Momenti che ci servono per fermarci, pena la nostra incolumità psico-fisica, tirare il freno a mano per non arrivare ad esaurire le poche energie rimaste...qualcosa non funziona più, qualcosa forse è da rivedere e ricalibrare.
"Accontentati, non si può fare altrimenti. La vita è sacrificio per poca felicità."
Riecheggiano parole lontane ma impresse indelebilmente sulla pelle dell'anima.
Oggigiorno si vedono persone piene di tatuaggi simbolici, ma se potessimo vedere l'anima di ognuno di noi penso non sarebbe tanto diversa.
La voglia di fare si accascia stremata, le speranze vacillano, le luci si spengono...non può essere, forse mi devo "accontentare" di avere una vita che mi è stata data e non inseguire ciò che vorrei ma ora non posso..."accontentati" mi dico, mi dicevano, mi ripeto...e sto male.
Allora faccio così: cerco di essere felice alla giornata ed apprezzare tutte le cose belle giorno per giorno...bene, affare fatto e non mi preoccupo più del futuro.
La mente razionalizza, prende accordi con se stessa ed un bel giorno: blocco totale, il corpo si ribella, non ci sta al gioco della mente, lui è l'espressione dell'interno, della parte genuina che non vuole rassegnarsi, non conosce linguaggio migliore di quello espressivo, che la mente non vede, ma che poi è costretta a constatare...ed ecco la frattura!
Essere pienamente o a metà? Accontentarsi o provare ancora?
Le motivazioni, gli allenamenti, i trainer, lo studio, la positività...ok mi ricordo tutto, ma perché ora non funzionano più?
Sprofondare nel baratro dell'incertezza e dei dubbi, provare la sofferenza del buio esistenziale, il dolore del fisico che non vuole più sorreggere i pesi, osservarsi mentre si striscia anziché correre a destra e sinistra, increduli ma costretti a stare li ad ascoltarsi, nel silenzio della propria vita.
Il corpo è meraviglioso, sa come farsi ascoltare, grida con il dolore e la sofferenza, non concede l'indifferenza.
Anche questi sono momenti da accettare, da comunicare e condividere, consapevoli che verrà il momento della chiarezza, della ripresa delle forze, ma questa volta con delle certezze diverse, più solide ed organizzate, qualcosa dovrà essere abbandonato e qualcos'altro coltivato, la vita ora deve essere rigenerata.
Mi riecheggiano nella mente le ultime frasi impresse nel week del Master di Mental Training: "puoi aiutare la persona fino a dove sei arrivato tu", queste parole hanno immediatamente aperto in me il desiderio di arrivare più lontano possibile, di crescere ed imparare.
Anche questo è diventare coach e counselor, provare, imparare, gioire e soffrire, sperimentare sulla propria pelle, tatuare le sensazioni ed emozioni, farle proprie, senza paura, fiduciosi che domani saranno dentro di noi e ci aiuteranno a riconoscere quello che ci diranno le persone in difficoltà, ed allora sarà empatia pura, connessione, aiuto sincero ed efficace.
Rudolf Steiner
Momenti di silenzio, riflessioni, pensieri, stasi.
Momenti che ci servono per fermarci, pena la nostra incolumità psico-fisica, tirare il freno a mano per non arrivare ad esaurire le poche energie rimaste...qualcosa non funziona più, qualcosa forse è da rivedere e ricalibrare.
"Accontentati, non si può fare altrimenti. La vita è sacrificio per poca felicità."
Riecheggiano parole lontane ma impresse indelebilmente sulla pelle dell'anima.
Oggigiorno si vedono persone piene di tatuaggi simbolici, ma se potessimo vedere l'anima di ognuno di noi penso non sarebbe tanto diversa.
La voglia di fare si accascia stremata, le speranze vacillano, le luci si spengono...non può essere, forse mi devo "accontentare" di avere una vita che mi è stata data e non inseguire ciò che vorrei ma ora non posso..."accontentati" mi dico, mi dicevano, mi ripeto...e sto male.
Allora faccio così: cerco di essere felice alla giornata ed apprezzare tutte le cose belle giorno per giorno...bene, affare fatto e non mi preoccupo più del futuro.
La mente razionalizza, prende accordi con se stessa ed un bel giorno: blocco totale, il corpo si ribella, non ci sta al gioco della mente, lui è l'espressione dell'interno, della parte genuina che non vuole rassegnarsi, non conosce linguaggio migliore di quello espressivo, che la mente non vede, ma che poi è costretta a constatare...ed ecco la frattura!
Essere pienamente o a metà? Accontentarsi o provare ancora?
Le motivazioni, gli allenamenti, i trainer, lo studio, la positività...ok mi ricordo tutto, ma perché ora non funzionano più?
Sprofondare nel baratro dell'incertezza e dei dubbi, provare la sofferenza del buio esistenziale, il dolore del fisico che non vuole più sorreggere i pesi, osservarsi mentre si striscia anziché correre a destra e sinistra, increduli ma costretti a stare li ad ascoltarsi, nel silenzio della propria vita.
Il corpo è meraviglioso, sa come farsi ascoltare, grida con il dolore e la sofferenza, non concede l'indifferenza.
Anche questi sono momenti da accettare, da comunicare e condividere, consapevoli che verrà il momento della chiarezza, della ripresa delle forze, ma questa volta con delle certezze diverse, più solide ed organizzate, qualcosa dovrà essere abbandonato e qualcos'altro coltivato, la vita ora deve essere rigenerata.
Mi riecheggiano nella mente le ultime frasi impresse nel week del Master di Mental Training: "puoi aiutare la persona fino a dove sei arrivato tu", queste parole hanno immediatamente aperto in me il desiderio di arrivare più lontano possibile, di crescere ed imparare.
Anche questo è diventare coach e counselor, provare, imparare, gioire e soffrire, sperimentare sulla propria pelle, tatuare le sensazioni ed emozioni, farle proprie, senza paura, fiduciosi che domani saranno dentro di noi e ci aiuteranno a riconoscere quello che ci diranno le persone in difficoltà, ed allora sarà empatia pura, connessione, aiuto sincero ed efficace.