E’ bello rilassarsi e ricordarsi di sé mentre la vita scorre e si cerca di dare il massimo in ogni situazione.
Così diventa motivante il continuo oscillare tra attenzione e interesse, impegno e concentrazione, riflessione e presenza.
La connessione che riusciamo a percepire con le cose che facciamo ogni giorno, anche quelle che non ci piacciono, alza il nostro il livello di vigilanza. Se riusciamo a rimanere consapevoli delle azioni che stiamo compiendo, con tutti e cinque i sensi, e anche il sesto, probabilmente aumenta la sensazione della ‘presenza’. I tentacoli attenzionali si accendono dentro e fuori di noi mentre siamo coscienti di ciò che accade, vigili, presenti a noi stessi e consapevoli.
Ma tutto ciò è motivante? E quando le cose non vanno bene, è bene rimanere presenti al dolore, alla fatica, alla frustrazione, alla rabbia e a quant'altro?
Immagino che la presenza di sé anche in situazioni difficili possa essere utile e vada modulata, comunque, non sfuggita.
Il libro dei ricordi di noi stessi, dei nostri sensi, delle nostre azioni ed esperienze, è ricco di suo e basterebbe attivarlo di tanto intanto per sperimentare una vita più piena. Ma come si fa?
Attraverso l’attenzione doppia - dice Ouspensky, in 'Frammenti di un insegnamento sconosciuto', con una parte dell’attenzione su di noi e un’altra parte all’esterno di noi, in contatto con il nostro respiro, ci ricordiamo di esserci.
In quello che sperimentiamo, ci siamo anche noi.
Quindi non si corre con la cuffia della musica, con i pensieri ballerini o con distrazione come anestetico, ma si rimane presenti a sé stessi mentre si è in scena.
E la scena è vivere bene le variabili, cavalcare le proprie energie e orientarsi tra i diari e le biografie di persone speciali. per conoscere e nuotare da Padenghe a Lazise, fino a Peschiera.
Da costa a costa, su per quelle onde e giù da quelle, e poi a sinistra se non a destra, davanti in fondo alla guida, fino al traguardo.
Da ovunque verso ovunque fino a un crocevia dove convergono attese, sforzi, dolori, propositi e nuove speranze.
Ricordarci di essere presenti a noi stessi diventa la prima motivazione.
Così diventa motivante il continuo oscillare tra attenzione e interesse, impegno e concentrazione, riflessione e presenza.
La connessione che riusciamo a percepire con le cose che facciamo ogni giorno, anche quelle che non ci piacciono, alza il nostro il livello di vigilanza. Se riusciamo a rimanere consapevoli delle azioni che stiamo compiendo, con tutti e cinque i sensi, e anche il sesto, probabilmente aumenta la sensazione della ‘presenza’. I tentacoli attenzionali si accendono dentro e fuori di noi mentre siamo coscienti di ciò che accade, vigili, presenti a noi stessi e consapevoli.
Ma tutto ciò è motivante? E quando le cose non vanno bene, è bene rimanere presenti al dolore, alla fatica, alla frustrazione, alla rabbia e a quant'altro?
Immagino che la presenza di sé anche in situazioni difficili possa essere utile e vada modulata, comunque, non sfuggita.
Il libro dei ricordi di noi stessi, dei nostri sensi, delle nostre azioni ed esperienze, è ricco di suo e basterebbe attivarlo di tanto intanto per sperimentare una vita più piena. Ma come si fa?
Attraverso l’attenzione doppia - dice Ouspensky, in 'Frammenti di un insegnamento sconosciuto', con una parte dell’attenzione su di noi e un’altra parte all’esterno di noi, in contatto con il nostro respiro, ci ricordiamo di esserci.
In quello che sperimentiamo, ci siamo anche noi.
Quindi non si corre con la cuffia della musica, con i pensieri ballerini o con distrazione come anestetico, ma si rimane presenti a sé stessi mentre si è in scena.
E la scena è vivere bene le variabili, cavalcare le proprie energie e orientarsi tra i diari e le biografie di persone speciali. per conoscere e nuotare da Padenghe a Lazise, fino a Peschiera.
Da costa a costa, su per quelle onde e giù da quelle, e poi a sinistra se non a destra, davanti in fondo alla guida, fino al traguardo.
Da ovunque verso ovunque fino a un crocevia dove convergono attese, sforzi, dolori, propositi e nuove speranze.
Ricordarci di essere presenti a noi stessi diventa la prima motivazione.