Con lo scorso weekend, ho preso parte all’ultimo dei tre matrimoni 2022 ai quali ero stata invitata.
Sono stati tre matrimoni diversissimi tra loro.
Il primo super colorato, molto caotico e nel corso del quale la parola libertà, di essere e di esprimersi, ha assunto un ruolo da protagonista.
Il secondo matrimonio è stato molto romantico, elegante, intenso: sposo italiano, sposa filippina, è stato un’unione di mondi e culture davvero molto diversi tra loro.
L’ultimo invece voleva riportare in un’ambientazione anni ’50 gli invitati: molto originale la scelta del tema!
Mai come in questi ultimi mesi ho sentito parlare di amore, dell’amore nelle sue infinite sfaccettature e del tema così complesso…amore e comunicazione.
Mi ha molto colpito il discorso tenuto dalla sorella della sposa nel corso dell’ultimo matrimonio al quale ho partecipato. Arrivato in coda a mille belle parole di augurio dedicate alla coppia da amici e parenti che citavano….”ho subito capito foste fatti l’uno per l’altra…” “continuate a vivere con la luce che avete oggi negli occhi”, il discorso della sorella, più pragmatico e meno sognatore, riportava un po' con i piedi per terra. “Coraggiosa!”, ho pensato, quanta schiettezza nelle sue parole.
Iniziava così: “Inutile negare che la vita in una coppia non sia sempre rose e fiori, idilliaca così come nei primi mesi…anni”, temerario il volerlo ricordare agli sposi e ai presenti in una giornata così importante.
Sottolineava in particolar modo la facilità dello stare insieme all’inizio di una relazione, la predominanza dei pregi e la gioia nella condivisione in ogni situazione. E in maniera ironica portava alla luce le mancanze che sopraggiungevano nel corso del viversi e quegli insopportabili difetti con i quali ci si sarebbe sentiti poi costretti a convivere: il rumore nel masticare le patatine, la fatica del dormire accanto ad una persona che russa, che si muove continuamente nel corso della notte, etc...
Il tema centrale del suo racconto interessava la difficoltà esistente nella comunicazione verbale per le stragrande maggioranza delle coppie, e parlava di come fraintendimenti e incomprensioni potessero alla lunga portare ad allontanamenti e quindi invitava gli sposi a riflettere sull’importanza dell’aprirsi con l’altro e dell’ascoltare. “Bisognerebbe parlare molto ed ascoltare il doppio”, quanta verità nelle sue parole!
Ripensavo in questi giorni alla complessità del comunicare e al 1° assioma della comunicazione, che afferma: “non si può NON comunicare”. Il fatto di non parlare, non basta per non comunicare: i gesti, le espressioni esprimono molto. E la non risposta è comunque una risposta e una forma di comunicazione, così come lo è l’assenza.
In tutti e 3 i matrimoni sono stati portati alla luce problemi nella comunicazione: nel primo lo sposo è una persona molto riservata e taciturna (un mimo praticamente!) e la sposa un’esplosione di parole: ognuno lamentava gli eccessi dell’altro; nel secondo matrimonio, sposa filippina e sposo italiano hanno raccontato delle loro difficoltà nel comprendersi proprio per l’appartenenza a due culture molto diverse e a causa dell’esprimersi in due lingue madri differenti; nel terzo matrimonio, l’ermeticità dello sposo nella vita di coppia è stata motivo ricorrente di scontro tra i due.
Chissà poi se esiste la ricetta della comunicazione perfetta! Ogni coppia mette in pratica “strategie” proprie, ma quanto è difficile raggiungere e mantenere un equilibrio!
E voi, quanto soddisfatti siete della comunicazione esistente all’interno della vostra relazione di coppia? Avreste bisogno di qualcosa di diverso da parte dell’altro? Potreste gestire voi meglio qualche dinamica?
Sono stati tre matrimoni diversissimi tra loro.
Il primo super colorato, molto caotico e nel corso del quale la parola libertà, di essere e di esprimersi, ha assunto un ruolo da protagonista.
Il secondo matrimonio è stato molto romantico, elegante, intenso: sposo italiano, sposa filippina, è stato un’unione di mondi e culture davvero molto diversi tra loro.
L’ultimo invece voleva riportare in un’ambientazione anni ’50 gli invitati: molto originale la scelta del tema!
Mai come in questi ultimi mesi ho sentito parlare di amore, dell’amore nelle sue infinite sfaccettature e del tema così complesso…amore e comunicazione.
Mi ha molto colpito il discorso tenuto dalla sorella della sposa nel corso dell’ultimo matrimonio al quale ho partecipato. Arrivato in coda a mille belle parole di augurio dedicate alla coppia da amici e parenti che citavano….”ho subito capito foste fatti l’uno per l’altra…” “continuate a vivere con la luce che avete oggi negli occhi”, il discorso della sorella, più pragmatico e meno sognatore, riportava un po' con i piedi per terra. “Coraggiosa!”, ho pensato, quanta schiettezza nelle sue parole.
Iniziava così: “Inutile negare che la vita in una coppia non sia sempre rose e fiori, idilliaca così come nei primi mesi…anni”, temerario il volerlo ricordare agli sposi e ai presenti in una giornata così importante.
Sottolineava in particolar modo la facilità dello stare insieme all’inizio di una relazione, la predominanza dei pregi e la gioia nella condivisione in ogni situazione. E in maniera ironica portava alla luce le mancanze che sopraggiungevano nel corso del viversi e quegli insopportabili difetti con i quali ci si sarebbe sentiti poi costretti a convivere: il rumore nel masticare le patatine, la fatica del dormire accanto ad una persona che russa, che si muove continuamente nel corso della notte, etc...
Il tema centrale del suo racconto interessava la difficoltà esistente nella comunicazione verbale per le stragrande maggioranza delle coppie, e parlava di come fraintendimenti e incomprensioni potessero alla lunga portare ad allontanamenti e quindi invitava gli sposi a riflettere sull’importanza dell’aprirsi con l’altro e dell’ascoltare. “Bisognerebbe parlare molto ed ascoltare il doppio”, quanta verità nelle sue parole!
Ripensavo in questi giorni alla complessità del comunicare e al 1° assioma della comunicazione, che afferma: “non si può NON comunicare”. Il fatto di non parlare, non basta per non comunicare: i gesti, le espressioni esprimono molto. E la non risposta è comunque una risposta e una forma di comunicazione, così come lo è l’assenza.
In tutti e 3 i matrimoni sono stati portati alla luce problemi nella comunicazione: nel primo lo sposo è una persona molto riservata e taciturna (un mimo praticamente!) e la sposa un’esplosione di parole: ognuno lamentava gli eccessi dell’altro; nel secondo matrimonio, sposa filippina e sposo italiano hanno raccontato delle loro difficoltà nel comprendersi proprio per l’appartenenza a due culture molto diverse e a causa dell’esprimersi in due lingue madri differenti; nel terzo matrimonio, l’ermeticità dello sposo nella vita di coppia è stata motivo ricorrente di scontro tra i due.
Chissà poi se esiste la ricetta della comunicazione perfetta! Ogni coppia mette in pratica “strategie” proprie, ma quanto è difficile raggiungere e mantenere un equilibrio!
E voi, quanto soddisfatti siete della comunicazione esistente all’interno della vostra relazione di coppia? Avreste bisogno di qualcosa di diverso da parte dell’altro? Potreste gestire voi meglio qualche dinamica?