Alcune persone mi hanno chiesto come avviene il processo di apprendimento durante un percorso come il master. Ecco alcune riflessioni.
Partecipare ad un Master significa essere motivati da bisogni personali e di formazione, con il proposito di realizzare un cambiamento diretto, organico, concreto.
Le domande che ci poniamo tutti, allievi e docenti, riguardano il cambiamento personale, e cioè la ricerca di una stabilità interiore e professionale, possibilmente ecologica, rispettosa di ciò che siamo e saremo alla fine del percorso.
Si comincia mobilizzando centinaia di schemi, rendendoli più consapevoli, ed è un modo per conoscersi più a fondo. Ci si specchia nei feedback degli altri e si accendono nuove vedute, nuovi punti di vista e mappe interiori che, senza fatica, esercizio dopo esercizio, ci cambieranno.
Ma non stravolgeremo le nostre vite. Le rispetteremo, con i nostri ritmi e tempi.
Quello che siamo va bene. Il nostro equilibrio, per come lo conosciamo, ha già un proprio assetto.
Svolgiamo attività complesse ogni giorno. Alla bisogna incalziamo il nostro potenziale genetico. Spingiamo le nostre forze per raggiungere dei traguardi e ne teniamo traccia attraverso la nostra memoria e sensibilità. Tutto questo è già tanto e ne dobbiamo essere orgogliosi.
Purtroppo, e tutto ciò è normale, l’abitudine alla nostra vita e alle sue meravigliose forze, rende invisibili molti processi alla nostra consapevolezza.
Quello che dovremo fare, allora, sarà di svelare, rendere esplicite ed evidenti, le forze e le abitudini che modellano i nostri comportamenti.
Piano piano, giorno dopo giorno, colloquio dopo colloquio, lettura dopo lettura, ostacolo dopo ostacolo, sarà nostra cura affrontare una resistenza proporzionata alle dimensioni e alla velocità di un cambiamento sostenibile. Ma soprattutto ottimale. Rispettoso dei piccoli miglioramenti.
L’obiettivo non sarà sconvolgere la vita, che spesso ritorna indietro con uguale forza, ma spingere in avanti l’equilibrio e fare un passo dopo l’altro.
Creare un equilibrio sostenibile e che duri nel tempo: questo è quello che ci cambierà davvero.
Come realizzarlo?
Dovremo collaborare con le forze fondamentali della nostra vita, senza combatterle, progredendo ogni giorno, con piccole vittorie.
Questa è la grande conquista del Master: concentrarsi sui piccoli cambiamenti di ogni giorno e scoprire, come effetto collaterale, la magia di una vita che cambia.
Partecipare ad un Master significa essere motivati da bisogni personali e di formazione, con il proposito di realizzare un cambiamento diretto, organico, concreto.
Le domande che ci poniamo tutti, allievi e docenti, riguardano il cambiamento personale, e cioè la ricerca di una stabilità interiore e professionale, possibilmente ecologica, rispettosa di ciò che siamo e saremo alla fine del percorso.
Si comincia mobilizzando centinaia di schemi, rendendoli più consapevoli, ed è un modo per conoscersi più a fondo. Ci si specchia nei feedback degli altri e si accendono nuove vedute, nuovi punti di vista e mappe interiori che, senza fatica, esercizio dopo esercizio, ci cambieranno.
Ma non stravolgeremo le nostre vite. Le rispetteremo, con i nostri ritmi e tempi.
Quello che siamo va bene. Il nostro equilibrio, per come lo conosciamo, ha già un proprio assetto.
Svolgiamo attività complesse ogni giorno. Alla bisogna incalziamo il nostro potenziale genetico. Spingiamo le nostre forze per raggiungere dei traguardi e ne teniamo traccia attraverso la nostra memoria e sensibilità. Tutto questo è già tanto e ne dobbiamo essere orgogliosi.
Purtroppo, e tutto ciò è normale, l’abitudine alla nostra vita e alle sue meravigliose forze, rende invisibili molti processi alla nostra consapevolezza.
Quello che dovremo fare, allora, sarà di svelare, rendere esplicite ed evidenti, le forze e le abitudini che modellano i nostri comportamenti.
Piano piano, giorno dopo giorno, colloquio dopo colloquio, lettura dopo lettura, ostacolo dopo ostacolo, sarà nostra cura affrontare una resistenza proporzionata alle dimensioni e alla velocità di un cambiamento sostenibile. Ma soprattutto ottimale. Rispettoso dei piccoli miglioramenti.
L’obiettivo non sarà sconvolgere la vita, che spesso ritorna indietro con uguale forza, ma spingere in avanti l’equilibrio e fare un passo dopo l’altro.
Creare un equilibrio sostenibile e che duri nel tempo: questo è quello che ci cambierà davvero.
Come realizzarlo?
Dovremo collaborare con le forze fondamentali della nostra vita, senza combatterle, progredendo ogni giorno, con piccole vittorie.
Questa è la grande conquista del Master: concentrarsi sui piccoli cambiamenti di ogni giorno e scoprire, come effetto collaterale, la magia di una vita che cambia.