Non sempre è facile rendersi conto di quanto veloce scorra il tempo quando siamo impegnati nelle faccende quotidiane.
Svegliarsi all'alba, correre al lavoro, tenere un'attenzione alta su decine di cose contemporaneamente; lavorare, produrre, interfacciarsi sempre con le stesse persone, sfrecciare nel traffico...A fine giornata spesso mi capita di chiedermi se ho fatto qualcosa di nuovo, anche di piccolissimo, qualcosa di stimolante solo per me. Fosse anche soltanto leggere qualcosa che mi colpisca!
Per lunghi e lunghi periodi mi rendo conto di cadere nella trappola del criceto nella sua ruota e le idee e i sogni si spengono.
Anche solo il saper cogliere un'occasione (quella di sentir parlare uno scienziato che arriva al cuore come ai neuroni), diventa un piccolo atto di coraggio e di evasione.
A volte basta uno spunto e la macchina si accende.
Sotto al cofano impolverato scopriamo che ancora può girare il motore della vita e al solo pensiero mi viene l'entusiasmo e la voglia di guidare.
Dalle parole, dagli incontri, dall'ascolto nasce una possibilità e la sensazione di poter chiedere qualcosa di più. Qualcosa che potrei meritare.
L'impatto con il gruppo per me è sempre una prova e come sempre parto lenta. Anzi non parto proprio.
Riaffiora il vecchio ricordo di una me paralizzata e chiusa, di un percorso iniziato un po' di tempo fa dentro a questa stessa aula dove però facevo parte dell'arredamento. Come una sedia, come uno di quei quadri tinta pastello appesi nelle sale d'attesa! Una carta da parati vivente, insomma!
Se ci penso non mi viene nessuna voglia di cambiare, tanto meno di provarci.
Ma gli incontri e le relazioni a volte sanno essere unici. Se guardo con attenzione vedo al mio fianco e di fronte a me persone speciali, tutte con le loro peculiarità. A volte basta guardare oltre, oltre alle nostre piccole scarpe per trovare nuovi passi da fare.
Mentre sono seduta in quest'aula in ascolto mi rendo conto che ognuno di noi ha il suo “motore” personale.
Nella meccanica si definiscono motori “superquadri” quei motori il cui diametro dei pistoni è maggiore rispetto alla loro corsa e quindi hanno la caratteristica di essere performanti e di esprimere la loro potenza a regimi molto elevati; i motori sottoquadri invece, hanno una corsa più lunga ma hanno consumi più contenuti e maggiore coppia pur lavorando in maniera completamente diversa dai primi. Ci sono alcune macchine che ci appaiono subito strabilianti, altre sono più moderate ma esprimono comunque una loro dinamica viva. Io non so cosa si nasconde fra le bielle e i pistoni della mia vita: quello che sento è che il Master mi ha messo un po' di benzina.
Ora devo solo girare la chiave e dare gas!
Svegliarsi all'alba, correre al lavoro, tenere un'attenzione alta su decine di cose contemporaneamente; lavorare, produrre, interfacciarsi sempre con le stesse persone, sfrecciare nel traffico...A fine giornata spesso mi capita di chiedermi se ho fatto qualcosa di nuovo, anche di piccolissimo, qualcosa di stimolante solo per me. Fosse anche soltanto leggere qualcosa che mi colpisca!
Per lunghi e lunghi periodi mi rendo conto di cadere nella trappola del criceto nella sua ruota e le idee e i sogni si spengono.
Anche solo il saper cogliere un'occasione (quella di sentir parlare uno scienziato che arriva al cuore come ai neuroni), diventa un piccolo atto di coraggio e di evasione.
A volte basta uno spunto e la macchina si accende.
Sotto al cofano impolverato scopriamo che ancora può girare il motore della vita e al solo pensiero mi viene l'entusiasmo e la voglia di guidare.
Dalle parole, dagli incontri, dall'ascolto nasce una possibilità e la sensazione di poter chiedere qualcosa di più. Qualcosa che potrei meritare.
L'impatto con il gruppo per me è sempre una prova e come sempre parto lenta. Anzi non parto proprio.
Riaffiora il vecchio ricordo di una me paralizzata e chiusa, di un percorso iniziato un po' di tempo fa dentro a questa stessa aula dove però facevo parte dell'arredamento. Come una sedia, come uno di quei quadri tinta pastello appesi nelle sale d'attesa! Una carta da parati vivente, insomma!
Se ci penso non mi viene nessuna voglia di cambiare, tanto meno di provarci.
Ma gli incontri e le relazioni a volte sanno essere unici. Se guardo con attenzione vedo al mio fianco e di fronte a me persone speciali, tutte con le loro peculiarità. A volte basta guardare oltre, oltre alle nostre piccole scarpe per trovare nuovi passi da fare.
Mentre sono seduta in quest'aula in ascolto mi rendo conto che ognuno di noi ha il suo “motore” personale.
Nella meccanica si definiscono motori “superquadri” quei motori il cui diametro dei pistoni è maggiore rispetto alla loro corsa e quindi hanno la caratteristica di essere performanti e di esprimere la loro potenza a regimi molto elevati; i motori sottoquadri invece, hanno una corsa più lunga ma hanno consumi più contenuti e maggiore coppia pur lavorando in maniera completamente diversa dai primi. Ci sono alcune macchine che ci appaiono subito strabilianti, altre sono più moderate ma esprimono comunque una loro dinamica viva. Io non so cosa si nasconde fra le bielle e i pistoni della mia vita: quello che sento è che il Master mi ha messo un po' di benzina.
Ora devo solo girare la chiave e dare gas!