Mentre si cerca un lavoro, lo sforzo di capire cosa si vuole fare, in base a quali competenze e motivazioni, diventa una analisi necessaria per fare una ricerca appropriata.
In tutti i lavori, anche quelli di tre mesi, con contratto a tempo, dove viene richiesta una forte motivazione, lo stagista può percepirla, senza un chiaro orizzonte temporale, come bassa, molto bassa, pari a zero, sottoterra.
Durante i colloqui di lavoro lo stagista si misura con la propria incertezza ‘cosa voglio veramente?’; con la propria inadeguatezza ‘lo saprei effettivamente fare?; con la propria insicurezza ‘mi va bene tutto pur di non sentirmi inutile, incapace, non realizzato’.
E allora diventa importante approcciarsi al colloquio di lavoro con alcuni atteggiamenti utili a capire se vale la pena vedersi in quel futuro professionale, avendo la consapevolezza di un quadro delineato fin dall’inizio.
Per questo è necessario essere preparati, ed è la cosa più importante. Fare domande interessanti, perché racconta di noi e dell’attrattiva che si ha per il ruolo che si vuole svolgere e per la relazione tra il lavoro e i compiti che si devono intraprendere. Trasformare il colloquio in un elenco di azioni che hanno avuto successo nel passato e che hanno risolto problemi simili a quelli richiesti dal lavoro stesso. Non temere di esprimere le proprie qualità e anche i propri difetti con una accortezza: spiegare come si sono affrontati e risolti i propri punti deboli. Guardare avanti e informarsi dei passi operativi del post colloquio, perché esprime la sicurezza di poter essere la persona giusta che può accettare anche un no. Infine, forse la cosa più importante, far percepire una motivazione elevata.
E non la motivazione al 100% che ho letto di recente in un post dell’impiegato ‘motivato’, che recita: ‘sono motivato al 12% il lunedì, al 18% il martedì, al 30% il mercoledì, al 35% il giovedì e al 5% il venerdì’.
Buona sorte.
In tutti i lavori, anche quelli di tre mesi, con contratto a tempo, dove viene richiesta una forte motivazione, lo stagista può percepirla, senza un chiaro orizzonte temporale, come bassa, molto bassa, pari a zero, sottoterra.
Durante i colloqui di lavoro lo stagista si misura con la propria incertezza ‘cosa voglio veramente?’; con la propria inadeguatezza ‘lo saprei effettivamente fare?; con la propria insicurezza ‘mi va bene tutto pur di non sentirmi inutile, incapace, non realizzato’.
E allora diventa importante approcciarsi al colloquio di lavoro con alcuni atteggiamenti utili a capire se vale la pena vedersi in quel futuro professionale, avendo la consapevolezza di un quadro delineato fin dall’inizio.
Per questo è necessario essere preparati, ed è la cosa più importante. Fare domande interessanti, perché racconta di noi e dell’attrattiva che si ha per il ruolo che si vuole svolgere e per la relazione tra il lavoro e i compiti che si devono intraprendere. Trasformare il colloquio in un elenco di azioni che hanno avuto successo nel passato e che hanno risolto problemi simili a quelli richiesti dal lavoro stesso. Non temere di esprimere le proprie qualità e anche i propri difetti con una accortezza: spiegare come si sono affrontati e risolti i propri punti deboli. Guardare avanti e informarsi dei passi operativi del post colloquio, perché esprime la sicurezza di poter essere la persona giusta che può accettare anche un no. Infine, forse la cosa più importante, far percepire una motivazione elevata.
E non la motivazione al 100% che ho letto di recente in un post dell’impiegato ‘motivato’, che recita: ‘sono motivato al 12% il lunedì, al 18% il martedì, al 30% il mercoledì, al 35% il giovedì e al 5% il venerdì’.
Buona sorte.